A dieci anni dalla prima pubblicazione del libro, edito da Rubbettino, la casa editrice IOD di Napoli ne ha rilevato i diritti ed ha riproposto il testo di Salvo Vitale “Cento passi ancora”, in edizione interamente riveduta e arricchita di altri episodi. Il libro è un diario, a volte romanzato, di quanto successo dalla morte di Peppino Impastato (1978) a quella di sua madre Felicia. (2004). “E’ una storia intensa, fatta di amicizia, di passioni, di lotte... Una storia segnata dall’omicidio efferato di un compagno, un giovane siciliano che osò sfidare la mafia solo con la forza e l’irriverenza della parola”, si legge nella promo della casa editrice.
Peppino Impastato fu assassinato dagli uomini del boss Badalamenti nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 in un vecchio casolare di campagna di Cinisi: l’attivista e politico prima venne tramortito e poi venne legato sui binari e fatto esplodere con una carica di tritolo. Queste pagine, scritte da chi è stato testimone e protagonista di questa storia, ci raccontano del lavoro quotidiano, accurato, microscopico svolto per raccogliere i dati, le prove, le testimonianze al fine di portare alla luce una verità in un primo tempo occultata e falsata dai mafiosi e dagli apparati dello Stato. Un lavoro condotto dai compagni e dagli amici di Peppino, che con lui avevano condiviso l’esperienza delle lotte politiche, del circolo Musica e Cultura, di Radio Aut.
“Cento passi ancora” mantiene acceso il fuoco della memoria di Peppino Impastato, una memoria conservata prima di tutti da sua madre Felicia, con la sua ostinata voglia di chiedere una giustizia che arriverà dopo ventidue anni.
Salvo Vitale, amico e compagno di Peppino, affida le sue parole a ogni lettore, in particolare ai giovani, per condividere il coraggio di Peppino, la sua ironia, il suo sogno di cambiare in meglio questo mondo, e anche l’amore e la voglia di giustizia di Felicia e forza di compagni e amici che hanno lottato per una sola e unica verità: Peppino Impastato fu ucciso dalla mafia di Cinisi; in realtà non lo hanno ucciso, egli continua a vivere attraverso le sue idee e il suo coraggio.