Nella filosofia buddista v'è un concetto ben espresso nella seguente frase: "Chi confonde il generale con il particolare non ottiene l'illuminazione", ovvero non riesce a leggere la realtà per ciò che è, ma se ne fa un'errata idea, rimanendo convinto pur se nella sua inconsapevole confusione.
In relazione alla strombazzata riforma della giustizia improntata dai nostri governanti, siamo tutti vittime delle concezioni errate che essa genera, le discussioni e i dibattiti giurisprudenziali su ogni punto della nuova normativa diventano sterili elucubrazioni sul diritto, senza che si riesca a cogliere l'insieme generale della nuova disposizione legislativa, che appare nel suo corpo e nella sua ratio, chiaramente volta ad un solo obiettivo, molto più concreto e pragmatico, di quanto le masturbazioni intellettuali dei giuristi vogliano far credere.
Delle novità ne evidenzio in sintesi, cinque: 1) impossibilità delle procure di effettuare intercettazioni per le indagini; 2) eliminazione del reato di abuso d'ufficio; 3) separazione delle carriere in ordine ai Pubblici Ministeri; 4) nuova regolamentazione carceraria anche relativamente ai termini della prescrizione; 5) sostanziale trasformazione del complesso normativo che regola il fenomeno dei pentiti, che di fatto elimina uno strumento vitale per le indagini sul mondo criminale mafioso.
Io non capisco! Le nuove norme mirano di più a combattere o a favorire la mafia? Considerata la sua certa esistenza in tutto il territorio nazionale e globo terraqueo e considerati i legami che fioccano numerosi nel mondo politico, di destra ma non solo, data la quantità di indagati, condannati, concussi, corrotti, come è possibile che non ci sia ombra di vergogna? Sembra sia in atto la ripetizione e diffusione di un nuovo tipo di reato: l'abuso di mafia, vista anche la spavalderia negli atteggiamenti della maggioranza.
Per spiegare ancora meglio, cercando di non confondere il generale con il particolare, ho immaginato l'incontro semestrale che un ministro della giustizia (generico) ha con S.E.M., per comunicare sul lavoro svolto e sui risultati raggiunti. La fantasia è uno strumento che serve per liberarsi da certi pesi mentali e respirare aria pura, e il brevissimo racconto che leggerete di seguito è un suo frutto per alleggerirsi e prendere una boccata fresca.
Il titolo è "The Minister's Identity"
"L'auto blu del ministro dell'ingiustizia sfrecciava per le vie della capitale per giungere nel luogo dell'appuntamento concordato. Il Ministro, visibilmente soddisfatto del lavoro sin ad allora svolto, ripassava mentalmente i risultati su cui conferire una volta arrivato a destinazione. L'auto giunse alla villa e il Ministro entrò rapidamente, superò la sala d'ingresso, e aprì la porta del salone. Pareti nere, pavimento in marmo nero, tende nere, sedia nera per lui e poltrona nera per S.E.M - ‘Sua Eccellenza Mafia’ - che con voce roca suadente seppur sibillina, gli dice:
"Accomodati; siediti e riferiscimi. Come procede?"
Seduto con la valigetta da lavoro sulle ginocchia, impugnando il manico con entrambe le mani, il Ministro dell’Ingiustizia risponde: "Vostra eccellenza, i cambiamenti stanno andando avanti come avete suggerito. In un solo colpo abbiamo spazzato via la figura del pentito, le intercettazioni telefoniche che tanti fastidi ci hanno procurato, molti affiliati, più di 400, sono stati scarcerati, i PM diverranno strumento di potere del governo e i termini prescrittivi sono stati sensibilmente cambiati in nostro favore."
S.E.M. lo interruppe con la mano alzata: "Ma non è troppo? Non vorrei si destassero sospetti nell'opinione pubblica.”
Il Ministro gli sorrise: “Storicamente poco ci interessa dei sospetti. E poi, le TV sono nostre, i giornali sono nostri, il parlamento è nostro e oggi abbiamo anche il governo! Nessuna paura! Dritti verso gli obiettivi! Abbiamo tutto in pugno!"
Dopo una lunga pausa, S.E.M. sbuffando un anello di fumo del suo sigaro dice:
"Vabbè, se lo dici tu. Vedremo, ma non dimenticare mai che chi deve avere in pugno tutto, io! Ci vediamo fra sei mesi; e cercate di non fare altri scandali come quella del libico. Troppo rumore”.
Il Ministro si congeda e torna rapidamente nell'auto blu, chiaramente soddisfatto con un ghigno sulla faccia inequivocabile.
E' proprio vero! Spesso la realtà supera la fantasia!
Immagine realizzata con supporto dell'IA
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