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L'intervento della storica firma de 'Il Manifesto' durante la rassegna "Resistenze" di Our Voice

"È chiaro che uno degli obiettivi di questo governo, e soprattutto di Netanyahu, è sempre stato quello di scatenare un conflitto più ampio in una sorta di resa dei conti anche con l'Iran" ha detto il giornalista Alberto Negri de 'Il Manifesto' durante il suo intervento da remoto alla rassegna 'Resistenze' organizzato dall'associazione Our Voice in corso a Palermo.

"Quello che sta accadendo in queste ore in Libano è una guerra a campo aperto" ha ribadito, sottolineando che "in questi mesi Israele ha cercato in tutti i modi di costringere Hezbollah a retrocedere dalle sue posizioni al confine con Israele, ma per fare questo dovrebbe anche attuare un'operazione di terra, che potrebbe essere il passo successivo, più o meno mirato, più o meno massiccio".

Intanto l'uccisione del capo di Hezbollah, Nasrallah, farà "precipitare ancora di più l'escalation in corso oggi tra Libano e Israele. Un'escalation che era fortemente annunciata anche in questi mesi. Hezbollah è intervenuto dopo il 7 ottobre, già il giorno seguente, a sostegno di Hamas a Gaza, ed era prevedibile che questo conflitto coinvolgesse anche l'Iran, come già in parte è avvenuto e forse avverrà ancora, visto che Nasrallah, e questa forse è un'altra notizia che è passata meno sulle agenzie in queste ore, è stato ucciso insieme a un importante generale dei pasdaran iraniani, delle guardie della rivoluzione".

Nel mentre Netanyahu rimane "in sella" grazie al conflitto e grazie al supporto americano che "solo il 23 agosto hanno stanziato altri 20 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele".

Gli Stati Uniti "sono schierati al fianco di Israele e lo saranno sempre di più, se Netanyahu riuscirà nella sua mossa strategica di coinvolgerli in un conflitto contro l'Iran" ha detto il giornalista.

La falsa informazione dell'Europa

Tutta l'informazione occidentale "è sempre più o meno schierata da una parte sola con uno slogan: 'Israele si deve difendere, ha il diritto di difendersi', e in questo diritto di difendersi è compreso tutto. Dal fatto che possa attaccare, che possa compiere atti di terrorismo di Stato, come avvenuto recentemente in Libano, che possa violare tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite, soprattutto nei riguardi dei palestinesi".

È inutile girarsi intorno: chi si occupa di Israele e Palestina, o in generale del Medio Oriente, deve combattere contro la disinformazione dei media main stream.





"Perché non è la realtà che interessa, ma soltanto l'opinione che qui abbiamo della realtà, un'opinione che in qualche modo deve giustificare i nostri comportamenti politici e mediatici".

"Oggi, in queste ore, vedete i bombardamenti su Beirut e sul sud del Libano che stanno provocando altre decine, centinaia di migliaia di profughi. Le vittime sono oltre un migliaio, tra cui donne e bambini. Ebbene, il Libano è un paese di poco più di 5 milioni di abitanti, dove ci sono forse un milione e ottocento mila profughi, in gran parte siriani, ma anche iracheni, e 400 mila di questi sono palestinesi. Questo piccolo paese è stato completamente abbandonato, come se dovesse diventare la discarica di tutte le guerre del Medio Oriente".

Ma questo la grande stampa non lo racconta.

Mai una sanzione contro Israele

"L'Occidente, Stati Uniti ed Europa, ha spesso sanzionato altri paesi che non rispettavano le risoluzioni dell'ONU e il diritto internazionale. Non ho mai sentito di nessuna sanzione contro Israele. E in questo quadro, l'informazione, più che fare informazione, fa disinformazione" ha detto Alberto Negri ricordando i tanti "buchi della memoria" che hanno accompagnato la narrazione occidentale: "Per esempio, ci si dimentica che Israele ha già invaso il Libano nel 1978, e l'ha fatto di nuovo nell'82, quando si macchiarono come spettatori complici del massacro di Sabra e Shatila. Ha provato a farlo ancora recentemente, nel 2006, quando l'intero paese è stato praticamente disintegrato dall'aviazione israeliana. E oggi lo fa ancora, senza che nessuno intervenga o ne dia conto. Si rimane sempre alla superficie delle notizie. Purtroppo, devo dirlo, a parte casi isolati, spesso di giovani giornalisti freelance, l'informazione mainstream è sempre carente. Sempre carente" perché "siamo entrati in una logica di guerra. E la logica della guerra non è entrata oggi nell'informazione, ma richiede propaganda. Guardate cos'è successo con le guerre negli ultimi vent'anni: nel 2001 l'Afghanistan, e avete visto come è finita. L'Iraq nel 2003, che è stato il risultato di un'invasione mai condannata da nessuno e soprattutto di una martellante propaganda sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, che non sono mai state trovate. Si è proseguito con la Libia nel 2011, la guerra in Siria. Tutto questo, attenzione, è una sorta di condominio militare: gli americani sono presenti sia in Iraq che in Siria con basi militari. In Siria ci sono anche i russi e i turchi nel nord. È un paese che è stato fatto a brandelli dall'ultimo conflitto civile. La stessa narrativa umanitaria a volte si dimentica dei dati fondamentali".

Foto © Imagoeconomica

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