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L'etica della politica riguarda la gestione di una responsabilità sociale e richiama a principi assoluti a cui tutti, nessuno escluso, dovrebbero attenersi scrupolosamente anche, direi soprattutto, perché alla politica è delegato il controllo e l'esercizio dei poteri dentro le Istituzioni. Eppure, oggi, sulla questione del consumo di cocaina da parte dei politici assistiamo basiti a tentativi di sminuire la gravità del fenomeno come se lo spaccio e il  consumo di cocaina siano questioni riconducibili solo alla violazione del codice penale. Non è così, non è solo questo. Acquistare la droga significa contribuire a rafforzare Cosa Nostra, acquistare cocaina ci rende vulnerabili a Cosa Nostra, acquistare cocaina rende le Istituzioni vulnerabili e persino permeabili a Cosa Nostra. Eppure nonostante la gravità dei fatti di queste settimane è mancato, da parte delle forze politiche regionali, un sussulto di dignità, una proposta comune condivisa per affrontare seriamente la questione. Il dibattito dentro l'Assemblea Regionale Siciliana ha riguardato la modifica del regolamento dell'utilizzo del parco autovettura. Ben poca cosa! Davvero non c'erano altre e più coraggiose azioni politiche che potevano essere intraprese per contrastare il consumo di droghe da parte dei politici regionali? È troppo ribadire la necessità dentro i partiti di una selezione accurata della propria classe dirigente? E forse troppo chiedere alla classe politica regionale di difendere i cittadini e le istituzioni regionali da tutto ciò che contribuisce rafforzare  Cosa Nostra? Siamo capaci di essere all'altezza delle sfide che abbiamo davanti oppure dobbiamo, lo dico provocatoriamente, commissariare la Regione? E in ultimo, ma non in ordine di importanza, è troppo chiedere ai partiti regionali di ritrovare, non dico assai, ma almeno un briciolo di dignità in più anche per rispetto ai caduti nella lotta contro le mafie?

Foto © Imagoeconomica

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