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Il professore su Il Fatto Quotidiano: "Da quando è iniziata l’invasione, Draghi non è stato mai in dissenso con Biden"

"Non esistono prospettive di pace se l’Unione Europea non è disposta a concedere qualcosa a Putin che non sia un semplice invito ad abbandonare l’Ucraina senza niente in cambio". "Ecco il problema: nessuno ha mai capito che cosa l’Unione europea sia disposta a dare a Putin per promuovere quantomeno una distensione. I governanti europei, Draghi incluso, si limitano a dire di avere telefonato a Putin, ma non chiariscono che cosa gli abbiano offerto nella conversazione". Così ha scritto il professore Alessandro Orsini oggi sul "Il Fatto Quotidiano". Infatti Putin non potrebbe mai accettare le condizioni dei Paesi Occidentali, considerando anche che la Russia ha già "perso 20mila soldati". Il professore ha ricordato le ragioni principali per le quali l'Occidente non vuole la pace: "La prima è che la Casa Bianca non vuole la pace con la Russia in Ucraina. Biden ambisce a creare una spaccatura profondissima tra la Russia e l’Europa per ricavare benefici economici, politici e militari. In sintesi, Biden vuole che l’Europa e la Russia siano in rapporti tesissimi basati sulla paura reciproca di un attacco proditorio".
Nello specifico, l'Italia, come "Paese satellite degli Stati Uniti" è privo di "autonomia nel campo della sicurezza internazionale. Detto più chiaramente - ha scritto Orsini - Draghi è il Lukashenko di Biden e l’Italia è la Bielorussia degli Stati Uniti. La subordinazione del governo Draghi alla Casa Bianca rappresenta un ostacolo alla pace con la Russia. Anche nella retorica, il governo italiano imita quello americano. Biden afferma che Putin è un 'macellaio' e, subito dopo, Luigi Di Maio dichiara che Putin è un 'animale'".
La sola nazione, secondo quando scritto da Orsini su 'Il Fatto' che attualmente va 'contro corrente' è la Francia di Emmanuel Macron. "La Francia ha una tradizione di contrapposizioni con gli Stati Uniti in materia di interventi militari - ha spiegato - Per citare un solo esempio, i rapporti tra gli Stati Uniti e la Francia precipitarono quando Chirac si oppose all’invasione dell’Iraq anticipando il suo veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Bush si adirò e scavalcò l’Onu". "Le ragioni dell’autonomia della Francia dagli Stati Uniti sono numerose": per esempio dispone della bomba atomica, "ha una certa influenza sulle sue ex-colonie e una cultura nazionalista". Ma "ciò che più conta" è il fatto che "la Francia non ha soldati americani sul proprio territorio e questo fa sì che i francesi non debbano vivere con la paura inconscia di essere sventrati dall’interno da un esercito straniero: una paura che gli italiani hanno, anche se non ne sono consapevoli, e che condiziona le scelte dei loro governi". Secondo Orsini appare evidente che è il presidente Macron ad avere le carte per intavolare una trattativa di pace. Tuttavia, ha ricordato, lo Stato francese ha i suoi problemi: "Deve ancora trovare il proprio ruolo nell’Unione Europea dopo la fuoriuscita del Regno Unito. La defezione di Johnson ha posto la Francia nella posizione di Paese leader, ma tale ruolo, per ora, è soltanto sulla carta. È però vero che le differenze tra Draghi e Macron sono evidenti. Da quando è iniziata l’invasione, il primo non è stato mai in dissenso con Biden; mentre il secondo lo ha spesso redarguito".

Foto © Imagoeconomica

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