Il dott. Giuseppe Antoci, attua, nel corso della sua presidenza nel Parco dei Nebrodi, un protocollo che ha lo scopo di bloccare l'azione delle mafie che imperversa nelle campagne del parco. La mafia ben radicata in agricoltura riusciva da sempre ad ottenere, attraverso autocertificazioni che sfuggivano al controllo di prefetture e comuni, cospicui finanziamenti europei e contemporaneamente costringendo onesti agricoltori a sottostare al sistema di arroganza e usurpazione delle terre, privandoli della possibilità di sostentamento e di avere giusti fondi dalla Comunità Europea.
Il Presidente Antoci riesce a costruire collaborazioni positive con prefetti e sindaci della zona e a portare a compimento un regolamento che spezzerà un sistema di dominio e di ruberie rispetto ai fondi erogati. Spezza il sistema delle autocertificazioni sostituendole con certificazioni che devono essere sottoposte all'approvazione di comuni e prefetture. Il protocollo Antoci, prima viene applicato in tutta la Sicilia e nel 2017 diventa legge dello Stato. Poi, nel 2016, un attentato mette in grave pericolo la sua vita.
La scorsa settimana Antoci è intervenuto all’evento promosso dal Gruppo Operativo del Movimento Agende Rosse - Rita Atria - di Reggio Emilia e Provincia. Assieme a lui Angelo Garavaglia Fragetta che ha svolto una ricerca approfondita sul luogo dell’attentato.
Dentro il protocollo Antoci: dal Parco dei Nebrodi al Parlamento, lotta alle agromafie
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