“Ricordare anno dopo anno è necessario, lo dobbiamo alla nostra Democrazia. Ricordiamo vittime che si sono immolate per difendere la nostra libertà, ed allora ogni giorno ci dovrebbe essere una forte tensione antimafia che purtroppo però scema sempre più. Celebriamo le ricorrenze, e passano i giorni perdendo le motivazioni del ricordare. Magistratura, forze dell’ordine, operatori impegnati sui beni confiscati celebrano, al contrario, la memoria concreta ogni giorno. La memoria, infatti, deve essere esercizio e pratica viva, azione politica rigorosa e quotidiana, scelte difficili, ma necessarie per contrastare efficacemente una criminalità mafiosa che tende al controllo economico-sociale totale della nostra comunità, comunità che ospita zone grigie in cui legalità e crimine tendono a confondersi, mafia e stato ad annacquarsi fra di loro, con tanti rappresentanti delle istituzioni democratiche cui tale commistione sta bene. Ribadisco, a 29 anni quasi dalla ricorrenza della morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, non c’è autentica memoria senza scelte vere e forti nella politica del quotidiano, del concreto in cui si annidano le incrostazioni degli interessi mafiosi".
Foto © Imagoeconomica
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