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di Ignazio Cutrò
Non può passare in silenzio la notizia che da qualche tempo si sono perse completamente le tracce di diversi collaboratori di giustizia. E così che tra familiari di collaboratori barbaramente assassinati, Marcello Bruzzese, e collaboratori scomparsi letteralmente nel nulla che il programma di protezione mostra i segni tangibili di una grave e profonda crisi di sistema. Ad affermarlo è Ignazio Cutrò Presidente della Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia. Il servizio centrale di protezione afferma di non sapere nulla di dove siano questi collaboratori di giustizia e la magistratura, che vorrebbe ancora utilizzarli nei processi, non sa più a quale Santo rivolgersi per avere notizie. Siamo oramai giunti forse alla fine di quello che è stato un importante strumento di contrasto contro la criminalità organizzata di stampo mafioso voluto da Giovanni Falcone. Il Servizio Centrale di Protezione e la Commissione Centrale del Ministero dell'interno pare non siano affatto turbati da queste notizie ritenendo, forse, del tutto naturale non avere la benché minima idea di dove essi siano. Cose mai viste prima d'ora e che farebbero accapponare la pelle se quei coraggiosi magistrati e forze dell'ordine caduti nella lotta contro la mafia potessero ancora guidare le nostre coscienze. È accaduto infatti che nel corso del processo contro la ndrangheta stragista la Corte di Assise non ha potuto far altro che prendere atto che i collaboratori Gioacchino Pennino, Vincenzo Grimaldi e Leonardo Messina sono irreperibili. Se da un lato ci sono collaboratore di giustizia che scompaiono dall'altro lato vi son o capimafia come i Graviano che si mettono "a disposizione" dei giudici per ritrovarli. Non sto facendo della facile ironia, è tutto vero! Capimafia come i Graviano che ancora una volta ribadiscono la volontà e la capacità di presidiare il territorio pur essendo detenuti in carcere con il 41 bis. Poi ci siamo Noi, onesti cittadini che non si arrendono nel difendere il proprio paese e che raccontano, con coraggio civile, la propria storia di ribellione personale contro la violenza e la prepotenza mafiosa. Lo farò anche martedì 18 giugno alle ore 21.00 a Bivona, ospiti della amministrazione comunale di Bivona, nell'ambito della presentazione del mio libro "In culo alla mafia" insieme al Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, al giornalista Emanuele Cavallaro (autore del libro) e Giuseppe Caruana giornalista presso Agrigento Tv.

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