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di Alessandro De Angelis - Intervista
Per il presidente della Commissione Antimafia "M5S sta vivendo un momento di disorientamento, ma Raggi ha il dovere-diritto di continuare ad amministrare"

Anche Daniele Frongia indagato per corruzione, presidente Morra.
Ho appena appreso la notizia.

Siamo di fronte a una Tangentopoli pentastellata a Roma, o è solo l'ennesima mela marcia?
A questo punto soltanto la magistratura può dirci se siamo giunti al fondo oppure no. Il mio auspicio è che si faccia pulizia completa. C'è il momento in cui si deve usare il bisturi, ma c'è anche il momento in cui si deve usare l'accetta. È insopportabile che questa città sia continuatamente infangata, bloccata dai reati di corruzione.

Nicola Morra è la Cassandra del Movimento 5 stelle. Da sempre spirito critico rispetto al governo acritico, a costo di abdicare a propri principi, mise agli atti la sua contrarietà al voto favorevole a Matteo Salvini sulla Diciotti. In questa intervista all'HuffPost il presidente della Commissione parlamentare Antimafia auspica che la magistratura usi l'accetta su Roma, però rifiuta l'accusa di omologazione agli altri. Difende il Movimento. Ma chiede "una analisi e una riflessione" di fondo, non dettata dall'emergenza, proprio in ore in cui i suoi compagni di partito sono impegnati a mettere la polvere sotto il tappeto.

Lo "scandalo Capitale" e la Diciotti. In questi due giorni siamo alla nemesi storica del Movimento. In fondo lei può rivendicare il suo "l'avevo detto".
Prima di proseguire nella nostra conversazione, mi permetta di ricordare che oggi è la giornata della Memoria di tutte le vittime di Mafia. È importante ricordare le centinaia di vittime di una guerra costante che la criminalità mafiosa ha condotto contro la società democratica.

Torniamo alla nemesi. Salvato Salvini dai giudici, arrestato uno dei vostri, indagato un altro fedelissimo del sindaco.
È una chiave di lettura importante, anche perché spiega perché mai fenomeni così evidentemente insani siano ancora all'attenzione di tutti.

Non ho capito.
Abbiamo subito una scossa violenta, un brusco risveglio. Come ho sempre dichiarato, nessuna forza politica è immune dal rischio della corruzione. L'onestà non deve essere uno slogan, ma una virtù che viene riconosciuta nella pratica quotidiana di chi effettivamente la pratica. L'immediata espulsione di Marcello De Vito è stato il segnale chiaro di come affrontiamo nel Movimento i casi di corruzione. E non possiamo che ribadire piena fiducia nell'operato della magistratura.

Dunque la coscienza si lava con l'espulsione e non serve nessun approfondimento o analisi sul "perché" e sul "come è successo", e sul "che fare"?
Servono sicuramente analisi e riflessioni. Non di un momento, e dettate dall'emergenza. E serve anche la coscienza che il paese da noi pretende più che dagli altri gruppi politici. E questo ci deve dare soddisfazione, ma anche responsabilità.

Vale a maggior ragione dopo quel che accaduto oggi.
Vale. Punto.

Scusi, ma Marcello De Vito, uomo forte del Movimento a Roma, è solo una mela marcia, un "mariuolo" diceva Bettino Craxi, oppure c'è un problema più di fondo di permeabilità del Movimento?
Le responsabilità penali sono personali, sempre e comunque. La reazione del Movimento è stata netta: espulsione immediata.

Non vede nessun problema di fondo?
Non vedo nessun problema di fondo nel Movimento 5 Stelle fin quando adotterà con tempestività e determinazione provvedimenti a tutela del bene comune prima che di se stesso. Se uno ruba, noi non possiamo prevederlo. Ma possiamo agire nel momento in cui tutto viene alla luce. Non ci tiriamo indietro, ma assolutamente rifiuto che si possa essere considerati uguali agli altri.

Vabbè, quindi non c'è problema. Non vorrei essere scortese, ma ho la sensazione che anche lei, che è uno dei più critici, si sia uniformato alla regola di mettere la polvere sotto il tappeto.
Io dico che è necessario tornare ad essere intelligenza collettiva, è necessario condividere sempre di più scelte e decisioni, così che non si cada nella solitudine ove la corruzione ha facile gioco.

Poi torniamo sul caso Roma, ma non vorrei perdere il discorso generale. Che è il cortocircuito politico morale tra il salvataggio di Salvini e la vicenda giudiziaria sul Campidoglio. Qui siamo di fronte non a una generica piroetta, ma a uno conflitto con i vostri principi fondativi.
La mia posizione è nota: male non fare, paura non avere. Io ho sempre fiducia nella magistratura e non a giorni alterni. Dall'altra parte sono anche leale verso il voto espresso dei nostri iscritti. In democrazia è importante sia esprimere sempre le proprie idee, difenderle, ma anche rispettare le scelte prese a maggioranza. Questo indica un contesto politico sano, vivace. Se questo viene a mancare, comincia il declino.

È possibile che, dalle parti vostre, nessuno abbia il coraggio di dire "abbiamo sbagliato". Anche questa incapacità di guardare in faccia la realtà, cosa che fanno un po' tutti i partiti quando sono in difficoltà, spiega la crisi, o no?
Quando sostengo che grande virtù sia l'umiltà, voglio intendere che non c'è niente di più umano e trasparente che riconoscere propri limiti ed eventuali errori.

Avete votato assieme a Forza Italia per far fuggire Salvini dal processo, rinnegando un principio fondativo. Non rivendica neanche di aver detto che si stava commettendo un errore?
Ho parlato, ho spiegato, ma rispetto le regole della maggioranza che si è espressa affinché il ministro Salvini non venga giudicato.

Anche su Roma: ricorda De Vito e gli altri con le arance ai tempi della Giunta Marino, al grido di "onestà, onestà"?
L'impatto è profondo. Conosco De Vito e come tutti i miei colleghi sono rimasto stupito ed amareggiato. Umanamente è un momento difficile. Marcello è stata persona cordiale e affabile, non posso negarlo, poi leggere che è stato arrestato per corruzione crea un corto circuito che lascia increduli. Ma l'animo umano è spesso debole, pertanto la magistratura deve lavorare serenamente sapendo che da parte nostra non ci sarà alcuna difesa aprioristica di chi vien accusato di reati così vergognosi.

A questo punto, però la domanda è: come fa ad andare avanti la Giunta Raggi? Parliamoci chiaro, delle due l'una: la Raggi o è incapace di prevenire, controllare, selezionare, cioè governare, o è politicamente complice di quel che accade nella sua amministrazione ove la complicità è anche tolleranza e far finta di non vedere.
La sindaca Raggi ha il dovere-diritto di continuare ad amministrare. Sono convinto che Virginia Raggi non tolleri e non faccia finta di non vedere. Voglio ricordare che questa sindaca ha affrontato per davvero il clan dei Casamonica abbattendo le loro case, senza ricorrere a mitologiche ruspe.

Le responsabilità penali sono individuali, ma c'è la responsabilità politiche e un sindaco non può girarsi dall'altra parte. In tre anni è stato arrestato il suo principale collaboratore, Raffaele Marra, poi è stato arrestato l'avvocato Luca Lanzalone, a cui aveva dato un potere enorme sulla città, ora De Vito e Frongia. E lei dice che chi la responsabilità politica del governo non c'entra nulla e non deve render conto di nulla?
È necessario però mettere in moto maggior controlli, questo è necessario, perché, come ha ricordato lei, non è la prima volta che la magistratura interviene con funzionari e dirigenti della Giunta Raggi. Certi tessuti connettivi, che sono stati evidentemente trovati, e non prodotti, vanno recisi.

Voi processaste Marino per uno storia di scontrini...
Devo correggerla: Marino è stato sfiduciato dal suo partito, mandando i suoi consiglieri da un notaio.

Ha ragione, ma non pensa che siamo di fronte a un classico caso di "doppia morale"? severi con gli altri, indulgenti con voi stessi?
Veramente siamo gli unici ad espellere chi si macchi di comportamenti inaccettabili. Anche oggi, per le elezioni regionali prossime in Basilicata, è emersa un'ipocrisia sostanziale della partitocrazia che dice di volersi emendare, per poi cercare voti con soggetti finanche condannati, sebbene in solo primo grado, violando quanto disposto dalla Legge Severino.

Non crede che il primo antidoto alla corruzione sia la capacità di governo, per cui dovreste affrontare il problema della qualità della classe dirigente?
La classe dirigente deve essere all'altezza dei compiti cui viene chiamata. C'è molto spirito di abnegazione nelle nostre fila, ma è indubbio che è necessario saper anche dire di no, se non siamo all'altezza di un incarico. Non perché ci viene offerto, bisogna accettarlo. L'onestà deve camminare di pari passo con l'umiltà, sempre.

A proposito di corruzione, il nuovo Codice etico di autoregolamentazione che lei ha proposto in Antimafia sembra essersi insabbiato. Come mai?
Il codice di autoregolamentazione è un codice etico. Non è una legge con sanzioni e pene, ma un codice che si appella alla morale della politica. Qualcuno ha paura del codice? Si può temere un codice che inasprisce i vincoli di presentabilità come i reati di caporalato, oppure di bancarotta fraudolenta, corruzione con la pubblica amministrazione? Il codice etico di autoregolamentazione varato dalla Bindi e di cui propongo un aggiornamento è un lavoro che la commissione svolge nell'unico interesse dei cittadini che sono chiamati al voto. Qualcuno lo teme? Lo deve dire chiaramente, su questo sarò intransigente.

Chi lo teme?
Mi vien da pensare che siano le forze politiche che finora hanno avuto difficoltà a rispettare le prescrizioni dell'attuale codice.

Senta presidente Morra, lei è favorevole all'espulsione dei dissidenti al Senato anche se questo comporta un indebolimento della maggioranza?
Per mia natura sono favorevole al dialogo delle idee, perché è motivo di arricchimento e non di impoverimento. Poi c'è la lealtà al gruppo di appartenenza che deve prevalere anche quando non siamo d'accordo, perché siamo portavoce dei cittadini. Le espulsioni sono sempre un motivo di lacerazione.

Teme l'emorragia alle elezioni, andando avanti così.
I consensi si perdono se non rispetti gli impegni assunti, o tradisci i tuoi valori. Il resto è retorica.

Non giriamoci attorno. Pensa che il Movimento, in questi mesi di governo, abbia perso l'anima?
Penso che stia vivendo un momento di disorientamento, comprensibile dato il passaggio dall'opposizione al governo. Ci dobbiamo sempre volgere indietro per ricordarci quale sia la nostra origine.

Ammainate bandiere storiche come Tap, Tav, Ilva, cedimento alla narrazione securitaria di Salvini sull'immigrazione, al punto da rinnegare sulla Diciotti il principio che ci si difende nel processo e non dal processo. È un bilancio impegnativo che certifica una subalternità alla Lega.
Non accetto il concetto di subalternità. Preferisco intendere queste incertezze come momenti di disorientamento, comprensibili alla luce della nuova funzione che dobbiamo svolgere, e, come lei sa, i bilanci si devono fare dopo cinque anni di Governo. Anti-corruzione, quota 100, il reddito di cittadinanza, il decreto dignità sono solo alcuni dei provvedimenti che cambieranno nel profondo la storia di questo Paese immobile da decenni. Ci vuole del tempo affinché si radichino e si avvertano i benefici che produrranno. E, certo, si dovrà far meglio, ma intanto ci si sta muovendo...pensi alla fine dei finanziamenti pubblici ai partiti, si sta ridisegnando un nuovo mondo.

Mi dia un giudizio sullo iato tra aspettative e realizzazioni.
Cambiamo la prospettiva in impegno quotidiano e abnegazione, sapendo che dobbiamo fare assolutamente meglio. Tuttavia so che solo il Movimento può portare il Paese lontano dalle secche in cui ci eravamo incagliati.

Tutti rimandano a dopo le europee. Se arrivate terzi, salta il governo?
Dopo le elezioni europee i cittadini italiani ci daranno sia un'indicazione che un giudizio, e per noi il voto popolare è sacro. La maturità è nel comprendere il da farsi rispettando il voto espresso dagli italiani, cominciando da quello del 4 marzo 2018.

Dunque si avanti, senza tanti se e senza tanti ma.
Si procede con determinazione sempre, a testa alta, ma avendo coscienza che le insidie sono nella falsa opinione che i nemici siano soltanto al nostro esterno: noi per primi possiamo sbagliare, noi per primi possiamo cadere, come stanno dimostrando le vicende capitoline per De Vito. Guardiamoci dentro, sapendo che possiamo e dobbiamo farcela.

Tratto da: huffingtonpost.it

Foto © Imagoeconomica

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