di Roberto Morrione
Il 20 maggio del 2011 ci ha lasciati Roberto Morrione, fondatore e primo direttore di Libera Informazione.
Abbiamo deciso di ricordarlo con un suo articolo, è stato scritto il 9 novembre del 2010, ma sembra riferirsi alla quotidianità in un modo straordinario.
Ci manca il Direttore e ci manca, in questo momento, la sua capacità di leggere i fatti per trarne una lezione utile a noi e ai nostri lettori.
Ci sono diversi modi per impedire di cercare verità scomode per il potere. Le mafie e le zone grigie in cui si sviluppano, li praticano tutti.
Se in Russia decine di giornalisti sono stati uccisi e altri vengono selvaggiamente aggrediti, a esaltazione di quel “dono di Dio” con cui Silvio Berlusconi definì l’illuminato amico Putin, se la censura vige nei regimi dittatoriali, dal Medio Oriente all’Asia, dall’Africa all’America Latina, l’Italia presenta opzioni certo meno tragiche, ma altrettanto valide per il fine che si prefiggono: il silenzio sulle illegalità, gli affari sporchi, la corruzione diffusa.
La memoria è venuta meno e vengono distrattamente ricordati gli undici giornalisti che negli anni hanno perso la vita per mano mafiosa e mandanti ignoti. La buona informazione affoga ogni giorno nella cronaca nera soggiogata dalle 3 “esse” di un pessimo bagaglio informativo privo di radici etiche e culturali: “sesso, sangue, soldi”.
Il panorama dei telegiornali, per il Censis unica fonte d’informazione di oltre il 70% dei cittadini, è dominato dall’irrisolto conflitto d’interessi berlusconiano, mentre sulla carta stampata - insieme con decisioni governative che colpiscono i finanziamenti alle iniziative più indipendenti e senza sponsor - incombono falsi editori e veri appartenenti a comitati d’affari. Sfruttamento di giovani precari, quasi sempre costretti a lasciare la passione del giornalismo o a emigrare, isolamento di cronisti di vaglia, mancanza di inchieste, notizie prive di storia e contesto: è la situazione di tanti giornali nel Meridione dominato dagli interessi illegali e mafiosi. E per certi aspetti non è dissimile, in contesti diversi, la situazione al Centro-Nord.
E quando cronisti coraggiosi riescono a superare la cortina delle contiguità editoriali, magari animando blog d’inchiesta che fanno opinione, scattano le minacce mafiose, gli attentati intimidatori, le richieste terroristiche di risarcimenti milionari o a volte i licenziamenti.
I dati dell’osservatorio Ossigeno, che presentiamo, sono impressionanti, ma il governo, le autorità, come l’ informazione stampata e televisiva, li ignorano. E’ un drammatico errore, che colpisce il cuore stesso della Costituzione, ricordando quanto scrisse quasi un secolo fa Joseph Pulitzer: “Al di là della conoscenza, al di là delle notizie, al di là dell’intelligenza, il cuore e l’anima di un giornale albergano nel suo senso morale, nel suo coraggio, nella sua integrità, nella sua umanità, nella sua solidarietà verso gli oppressi, nella sua indipendenza, nella sua dedizione al bene comune”.
Tratto da: liberainformazione.org
Foto © Imagoeconomica
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