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la torre pio comizio sup"Ricordiamolo estendendo ai corrotti la sua normativa contro i mafiosi"
Pio La Torre è uno dei grandi padri dell’antimafia dei fatti. Fu uno straordinario innovatore, oltre che un vero esempio di intransigenza etica e di politico al servizio dei cittadini”
. Così Antonio Ingroia, presidente della Lista del Popolo per la Costituzione, nel 36esimo anniversario dell’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. “Se all’inizio degli anni Ottanta la lotta alla mafia fece finalmente passi in avanti enormi - aggiunge l’ex pm - fu soprattutto grazie alla sua rivoluzionaria intuizione di colpire i mafiosi sul piano finanziario. Un’intuizione che portò all’approvazione, purtroppo solo dopo il suo assassinio, della legge Rognoni-La Torre, con l’introduzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni mafiosi: il vero punto di svolta nella lotta a Cosa nostra e alle altre organizzazioni criminali”. “Ricordare Pio La Torre - continua Ingroia - è perciò un dovere comune, ma il dovere della memoria non basta. La mafia intanto si è evoluta, entrando nei salotti bene della politica e della finanza, e contro questa nuova mafia occorre un altro cambio di passo. Di fronte al dilagare di una corruzione sistemica, che poi non è altro che l’altra faccia della mafia, bisogna estendere ai colletti bianchi indiziati dei reati più gravi - corruzione, concussione, corruzione giudiziaria - la normativa voluta da Pio La Torre per i mafiosi. E’ pronto un articolato normativo, la legge La Torre bis, che ha già raccolto il sostegno di 150mila persone nella petizione sulla piattaforma change.org Il nuovo Parlamento - conclude Ingroia - assuma pubblicamente l’impegno di esaminare e approvare la proposta in tempi brevi, per porre finalmente un argine efficace al dilagare della corruzione. Sarebbe il modo migliore per rinvigorire e aggiornare degnamente la memoria di Pio La Torre.

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