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cucchi stefanodi Nicola Tranfaglia
Chi ricorda ancora il caso di Stefano Cucchi? Era l'anno di grazia 2009 ed i fatti riempirono per qualche tempo le cronache giornalistiche per quelle vicissiturdini che subito apparvero ai lettori dei principali quotidiani della penisola come inaudite. Un giovane tra i venti e i trent'anni picchiato a morte e lasciato morire nei pressi dell'università La Sapienza. Chi scrive lo ricorda soprattutto per l'immagine del giovane ridotto in condizioni pietose dalle percosse violente e lasciato, per così dire, a morire. Ora, a distanza di sei anni e dopo un primo grado che non era arrivato ad accertare bene i fatti e un processo di appello, è arrivata la decisione dei giudici di accusare di falsa testimonianza il maresciallo Roberto Mandolini, ex vicecomandante della stazione di Tor Sapienza, ed altri due carabinieri che con il maresciallo lo avevano interrogato. Il primo commento alla novità che pone su nuove basi l'indagine sul fatto arriva dalla sorella di Stefano, Ilaria, che da allora si batte per ottenere giustizia per il fratello: "In questi anni non ci siamo mai fermati né io né il mio avvocato. Incontro con il procuratore capo di Roma e questa è la prima novità che nasce dal fatto che i giudici di appello avevano specificato che il giovane fu interrogato dai carabinieri invitando a "indagare sui carabinieri" indicando che "la violenza era stata, con ogni probabilità, compiuta dai militari dell'Arma che lo arrestarono.

La procura a questo punto si è mossa ed ha interrogato il maresciallo Mandolini che non diede spiegazioni sufficienti sulla propria partecipazione alle perquisizioni domiciliari eseguite nei confronti di Cucchi. Ed è proprio dal chiarimento di questo passaggio che bisognerà partire per provare ad accertare la verità. E l'avvocato Fabio Anselmo aggiunge: "Finalmente sta arrivando a galla la verità. Abbiamo raccolto elementi che crediamo siano di grande contributo per far luce sull'intera vicenda e li abbiamo immediatamente portati in procura. Sono certo che la procura avrà fatto molto di più. Questi elementi riguardano sia aspetti medico-legali sia la ricostruzione degli eventi dei quali Stefano è rimasto vittima. Lui è stato pestato pestato probabilmente più volte e poi è morto in conseguenza di quei pestaggi". Così, a distanza di molti anni, forse si potrà ricostruire un episodio terribile per un giovane che probabilmente non era in nessun modo colpevole per le accuse che gli vennero mosse.

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