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alfano-farnese-c-gianninidi Sonia Alfano - 24 dicembre 2012 - VIDEO
Grandi voi!! Perché tutto è iniziato quasi quattro anni fa, eravamo in questa piazza, era il 28 gennaio del 2009, eravamo in tanti e avevamo deciso di chiamare questa manifestazione IO SO.

Ed era sempre a sostegno dei magistrati, sempre per spezzare quel silenzio di quando è stato zitto un certo personaggio… E questa volta NOI SAPPIAMO significa che quella volta eravamo in pochi a sapere tanta verità. Adesso siamo in tanti a sapere questa verità. Però io vorrei fare una piccola precisazione: l’altro pomeriggio al Teatro Eliseo, io ho detto delle cose molto forti, alcuni giornali hanno detto che è stato fatto un attacco al capo dello Stato, vorrei fare una precisazione doverosa: dire la verità non è un attacco, questa è la prima premessa. Raccontare come stanno le cose in questo paese, ancora crediamo non sia un reato o un delitto. Piuttosto è reato nei confronti… vedete io mi chiamo Sonia Alfano nata a Messina il 15.10.1971, se vuole fare segnalazioni, dico da subito che io non mi avvarrò dell’immunità parlamentare. E se qualcuno dovesse pensare che quello che dirò stasera potrebbe in qualche maniera essere ricondotto a vilipendio al capo dello stato, beh, vorrà dire che tanti italiani potranno rivalersi nei miei confronti per vilipendio nei confronti della verità e del popolo italiano. Questa è la prima premessa.
Quando ci siamo incontrati nel 2009, 28 gennaio 2009, tante cose non erano accadute. Io ve le vorrei raccontare, a qualcuno le ricorderò, perché molti di voi se le ricordano, è stato uno scempio della verità e quindi vorrei tanto raccontarvele.
14 luglio 2009 io e Luigi de Magistris ci insediamo al Parlamento Europeo. Il 25 settembre il Capo dello Stato aveva ricevuto tutti i parlamentari europei appena eletti. Io non avevo grande piacere a mescolarmi alle altre persone che hanno un bel curriculum sulle spalle e che hanno la fedina penale molto sporca. Poi, parlando con Salvatore dissi: - Senti salvatore, a me…. Che senso ha andare la... - e poi gli dissi: - ma sai che ho pensato? Se tu mi dai un’agenda rossa e gli scrivi di tuo pugno qualcosa al capo dello Stato, per fargli ricordare che in questo paese esistono le vittime ed esistono i carnefici, e che un capo dello stato si deve schierare con le vittime, non con i carnefici….- Allora lui mi ha detto: -Sonia, perfetto.- E io mi ricordo che abbiamo fatto una staffetta micidiale perché lui era lontano, io stavo arrivando a Roma, comunque lui mi fece avere quell’Agenda, esattamente come quella che avete in mano voi stasera, e io avevo messo quest’agenda in borsa. Quando siamo entrati al Quirinale, io ero credo in seconda o terza fila con Luigi, e la il Presidente della repubblica ha cominciato… si può dire a fare un cazziatone? A me e a Luigi perché avevamo portato le questioni italiane in Europa, cioè il lodo Alfano, la libertà di stampa in questo paese, dicendo che i panni sporchi vengono lavati in famiglia. Quindi già avevamo capito qual era il clima e l’andazzo. Poi, ad un cero punto, quando è arrivato il momento dei saluti, io mi sono avvicinata a lui, c’era Luigi, e ha cominciato a guardarmi ovviamente non bene… E quindi ho detto: -Presidente scusi, io avrei un omaggio da darle…- Lui ha stampato un sorriso, poi io ho tirato fuori l’Agenda rossa, e lui ha fatto così … c’era accanto il suo uomo, uno del cerimoniale, e ha detto – la prenda-.
Io gli ho detto –Guardi, questa è un omaggio, un agenda che le manda Salvatore Borsellino, il fratello del Giudice Paolo, e noi vorremmo invitarla, come familiari delle vittime di mafia, domani a Piazza Navona, perché come Associazione Nazionale dei familiari delle vittime di mafia, noi abbiamo organizzato una manifestazione per chiedere verità e giustizia sulle stragi-. Lui mi ha guardato molto schifato e mi ha detto: -E voi vorreste invitare me? - -Si- e lui ha risposto, laconicamente, -Io non partecipo ad incontri politici-.
Al che gli ho detto: - Guardi, forse non mi sono spiegata bene, noi siamo i familiari delle vittime di mafia e siamo li per protestare, per chiedere verità e giustizia, quindi, secondo noi, lei dovrebbe stare con noi in piazza domani- e lui se n’è andato senza dire una parola. Questo era già il buongiorno, qualora non ce ne fossimo accorti. Qualche mese dopo, era , mi sono dotata di ausilio informatico giusto per non raccontarvi cavolate, nel 2010 era il 17° anniversario della morte di mio padre e io ho scritto una lettera a Napolitano, vi chiederei di ascoltare tutto perché è pietoso. Gentile Presidente, l’8 gennaio, ho atteso fino all’ultimo una sua parola di commemorazione, nella sua veste di massimo rappresentante di quello Stato per la cui difesa, mio padre ha dato la vita. Da lei è venuto solo silenzio, come negli anni passati, verso il ricordo di mio padre. Mio padre non è morto da latitante, anzi lui è stato condannato a morte perché i latitanti li faceva arrestare. Ieri lei ha, viceversa, voluto pubblicamente ricordare al suo Paese, la figura di Bettino Craxi, morto 10 anni fa da pluripregiudicato e da latitante in virtù di due sentenze definitive, emesse in nome del popolo italiano. Lei ha detto che sull’ex presidente del consiglio Craxi, il peso della responsabilità per la corruzione del sistema politico, era caduto con durezza senza eguali. Sono parole di gravità inaudita perché esse implicano o una pretesa ingiustizia di provvedimenti giurisdizionali irrevocabili, oppure conoscenza di altri responsabili di analoghi crimini sfuggiti alle maglie della giustizia. Mi chiedo, nel rispetto del suo ruolo di garante della legalità costituzionale, perché è questo che avrebbe dovuto fare per 7 anni, se quelle sue parole non rechino un vulnus nella forma, all’autorevolezza di procedimenti giudiziari sviluppatisi nel rispetto delle leggi del paese, e nella sostanza, all’eguale considerazione di tutti i condannati appartenenti alla casta politica o meno, essi siano. Proprio di questi tempi sono in essere aberranti tentativi di abbattimento dei principi costituzionali di legalità e di uguaglianza dei cittadini. Pur involontariamente, le sue parole di oggi, rischiano di rafforzarli. Ieri, 17 gennaio, in molti hanno assistito ad una strana coincidenza: mentre a Capaci i familiari ed i cittadini ricordavano la figura del sindaco Tanino Longo ucciso dalla mafia, ad Hammamet, tre ministri dell’attuale governo Berlusconi: Frattini, Sacconi, Brunetta, vi pregherei di non ridere, hanno ritenuto indispensabile presenziare alla commemorazione di un latitante, ossia Bettino Craxi. A 10 anni dalla morte, sono arrivati, nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet, i fedelissimi di un tempo: De Michelis e Formica che insieme ai ministri di oggi porgono omaggio all’amico Bettino, un uomo politico che ha fatto tanto per il nostro paese… se l’è mangiato a pezzi, cotto e crudo.
Sentimenti di sorpresa, indignazione, perplessità , si susseguono nella mia mente. Mi chiedo anche quali possano essere i commenti all’estero sulla solita stranezza italiana: esponenti delle istituzioni, sebbene in forma privata, nonostante gli impegni che la loro carica gli impone, riescono ad essere presenti alla commemorazione di Bettino Craxi, condannato dalla giustizia italiana e morto ad Hammamet, perché se fosse rientrato in Italia lo avrebbero arrestato. I nostri ministri sono li ad onorarlo, è palese il tentativo di rivalutare la figura di Craxi, di far dimenticare i processi che lo hanno visto coinvolto… forse è il caso di ricordare che Craxi è stato … perché noi non abbiamo memoria eh.., questo è quello che ci frega: questo è un paese che non vuole memoria! … è stato condannato Craxi, in via definitiva, per corruzione e per finanziamenti illeciti in due distinti processi: ENI SAI e Metropolitana milanese, per un totale di 10 anni di reclusione mai scontati. Aveva altri quattro processi in corso che si sono estinti per la sua morte, nei quali, fino a quel momento, era stato condannato a circa altri 20 anni di galera per Enel, All Iberian, Conto Protezione ed Enimont. Doveva anche fronteggiare altri due rinvii a giudizio, quando è sopraggiunta la morte. In secondo luogo, va ricordato che il “rubava per aggirare la legge sul finanziamento ai partiti e basta”, viene smentito dalla sentenza ENI SAI che lo condanna per corruzione. … salto… Sono queste le persone che in Italia si onorano? Non solo, la buffonata non finisce qui: è prevista per martedì 19 gennaio, alle 10, presso la sala degli atti parlamentari del Senato della Repubblica, la celebrazione ufficiale della figura di Craxi, organizzata dalla fondazione Craxi. Al saluto introduttivo del Presidente del Senato, Renato Schifani, quello che era socio con il boss Mandala nella Sicula Brokers, giusto per la memoria, seguirà la relazione di Stefania Craxi. I lavori proseguiranno con una tavola rotonda alla quale prenderanno parte, tra gli altri Tarak Ben Ammar, Renato Brunetta, Giuseppe De Rita , Franco Frattini. Le conclusioni saranno affidate alle parole del ministro Maurizio Sacconi. All’iniziativa sarà presente il Presidente del Consiglio ed amico Silvio Berlusconi, Totò Riina e Provenzano erano impossibilitati… Nel pomeriggio del 19 gennaio la fondazione Craxi sarà ricevuta dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale.
Io ho concluso dicendo: Ma noi persone oneste, figli di eroi comuni, che non hanno mai avuto a che fare con la giustizia e che in molti casi hanno dato lustro allo Stato, quando avremo simili onori?!
Nell’arco di un quarto d’ora da queste mie dichiarazioni, alcuni di voi lo ricorderanno, mi chiamò il Consigliere Cascella sul cellulare per dirmi che il Presidente della repubblica era molto risentito per le mie parole, non immagina io per le sue!, e che mi aveva mandato una mail il cui contenuto era rigorosamente riservato. Io, proprio perché era rigorosamente riservato, l’ho pubblicato sul blog. E dice… però ve la voglio rileggere, così la potrete ascoltare… - On. Sonia Alfano, sento di dover personalmente confutare affermazioni che non hanno trovato alcun riscontro negli atti della presidenza della repubblica. Da accurate ricerche, nulla risulta di sue richieste di patronato per commemorazione di suo padre Giuseppe; nulla risulta di suoi inviti a cerimonie commemorative del coraggioso giornalista assassinato dalla mafia; e non risultano neppure pervenute lettere aperte, che come tali abbiamo avuto modo di conoscere esclusivamente dagli organi di informazione. _
Mi chiedo chi gliele scrive ‘ste lettere, perché se prima dice che non hanno ricevuto nulla e che poi le hanno ricevute leggendolo… boh…
-Agli atti risulta unicamente, … - ma non è bastata-…..una sua lettera del 15 luglio 2007 relativa ai circa 300 precari del dipartimento della Protezione Civile della Sicilia a cui si dette seguito con un’apposita segnalazione alla regione siciliana. Non c’è alcun bisogno che lei cerchi un calendario dei santi laici, al Quirinale abbiamo ben presente quali siano le ricorrenze. Ma spero che lei non voglia credere che il doveroso omaggio a quanti hanno sacrificato la propria vita, nella lotta alla criminalità organizzata, possa ridursi a mero rito burocratico. Il presidente della repubblica ha sempre espresso il suo partecipe sostegno alle iniziative che gli vengono segnalate o alle quali è invitato. Su questa base è stato costruito un costruttivo rapporto con le diverse associazioni dei familiari delle vittime della criminalità organizzata; purtroppo, mi dispiace, non con quella da lei presieduta… -noi siamo sovversivi-… Quanto alla parte finale della dichiarazione odierna, non posso che lasciare le considerazione esposte, interamente alla sua responsabilità.
Consigliere Pasquale Cascella.

Ora voi capite bene che questa è una piccola parte di quella che ci siamo dovuti sorbire in tutti questi anni… e a me indigna… io già so se scriveranno e cosa scriveranno i giornali domani: che in questa piazza è stato fatto vilipendio al capo dello Stato, che sono partiti attacchi a Napolitano, che è stato mero populismo… No, il populismo lo hanno fatto loro, dentro quei palazzi, perché ci sono famiglie di familiari vittime innocenti della mafia che da 20 anni, da 30 anni, aspettano verità e giustizia. E il capo dello stato, non solo avrebbe dovuto chiamare Salvatore Borsellino e gli altri familiari per dire quello che era successo, nella telefonata con Mancino… il capo dello stato avrebbe dovuto fare una cosa semplicissima, ed io mi arrogo anche il diritto di sapere cosa avrebbe fatto Sandro Pertini: scendere e prenderli a calci nel sedere. Perché solo ed esclusivamente con la fermezza…. Non si può minimamente pensare che questo paese possa ancora continuare ad essere avvinghiato nelle maglie di un potere che rappresenta soltanto se stesso, loro stessi… Loro non possono rappresentare i cittadini onesti, io non mi sento rappresentata da questo capo dello stato. Lui per me è li di passaggio, ma non mi rappresenta fino a quando scriverà alle famiglie delle vittime di mafia che ha bisogno di un invito. Non mi rappresenta fino a quando penserà che le associazioni di familiari delle vittime di mafia debbano andare da lui a chiedere di collaborare. Doveva essere lui a bussare alle nostre porte, perché siamo noi, da 20 anni, da 30 anni, nelle aule di giustizia a chiedere verità per i nostri familiari. Io non ho mai letto una sola parola, se non per qualcuno e basta, da parte sua.
Dire la verità e un reato? Dire la verità oggi costituisce attacco o vilipendio al capo dello stato? Io sono molto più indignata di lui e me ne vergogno per quello che è stato fatto in tutti questi anni. Sapete perché me ne vergogno? Perché un capo dello stato non avrebbe… -e mi dispiace, premessa, inciso, - Loris D’Ambrosio è morto, ma la morte non ha cancellato la sua azione. Quando Mancino ha chiamato Loris D’Ambrosio, per dirgli: - queste spalle non possono portare addosso tutto il peso-, Loris D’Ambrosio gli ha risposto: -Il presidente della Repubblica ha a cuore questa vicenda, si farà carico di questa vicenda…_
Il presidente della repubblica sarebbe dovuto scendere, una bella pedata nel sedere, dopodichè a camere unificate, raccontare quello che era successo, e dire: - Io mi prendo a cuore solo le istanze delle famiglie dei magistrati, dei carabinieri, dei poliziotti, dei giornalisti, dei sindaci e di tutte quelle persone che sono state uccise dalla mafia: quelle persone troveranno da me sempre la porta aperta. - Quello avrebbe dovuto dire lui. Ma per chi ancora si chiede come tutto questo possa essere accaduto, io vi ricordo che Giorgio Napolitano non era soltanto nel partito dei miglioristi, Giorgio Napolitano è stato anche eurodeputato. Quanti di voi hanno visto quel video… è un video sconvolgente! Perché è un video nel quale Giorgio Napolitano che faceva il parlamentare europeo, è stato pedinato da alcuni giornalisti tedeschi, che lo hanno ripreso e messo tutto su youtube, speriamo che non lo censurino, e lui a un certo punto passa il controllo di sicurezza, e i giornalisti gli chiedono: - Scusi on. Napolitano, ma lei perché prende un volo low cost e poi si fa rimborsare più di 2000 euro forfettari? - Lui sapete cosa ha risposto? Ha detto – Andate via di qui o chiamo la polizia- .
Voi pensate che un politico possa rappresentare un paese … che ha già visto troppe repubbliche fondate sul sangue degli innocenti? A me non ha stupito per nulla che lui abbia aperto le porte e le stanze dei segreti a determinati personaggi. Però non ha importanza. Non ha importanza perché noi ce la facciamo da soli. Queste spalle, le nostre spalle sono molto larghe perché per 20 anni, personalmente da 20 anni, Salvatore tra poco mi raggiungerà, ma io sono 20 anni che entro nelle aule dei tribunali. E sono quattro anni che seguo il processo a carico del generale Mori e del colonnello Obinu, accusati di aver volutamente lasciato in libertà Bernardo Provenzano fino al 31 ottobre del 1985 e adesso, da poche settimane, mi sono costituita, per conto dell’associazione nazionale dei familiari delle vittime di mafia, cioè delinquenti, non degni di essere ricevuti dal capo dello stato, ci siamo costituiti parte civile. Ed è aberrante vedere entrare Nicola Mancino in aula con la scorta! Questa è gente che dovrebbe essere si scortata, ma per andare da un’altra parte! Mentre tutto questo accade, politici travestiti da mafiosi e viceversa, questa è gente che non ci pensa due volte se deve togliere la scorta ai magistrati di Napoli! Dalla prossima settimana i magistrati di Napoli sono senza scorta! E dalla prossima settimana probabilmente lo sarà anche il PM di Agrigento e di Sciacca Salvatore Vella!! Uno che ha mandato in carcere tutti i boss della bassa Quisquina.
Loro vorrebbero un paese ammutolito, un paese rimbambito davanti alle fiction, davanti ai talk show…
Mi dispiace, noi non siamo fatti di questa pasta. E siccome su queste spalle ne abbiamo viste tante, io ho visto mio padre a terra morto: pensate che mi possa bloccare l’infamia di qualcuno? Pensate mi possa bloccare il tentativo di qualcuno? Diteci pure che siamo degli esaltati, diteci pure che siamo dei pazzi, dei folli… Noi non vi auguriamo di vivere quello che noi abbiamo vissuto, però possiamo insegnarvi come si fa ad essere determinati, ostinati a cercare la verità. E siccome sento un sacco di nomi in questi giorni caro Salvatore, da barzelletta più o meno, allora io vorrei fare… vorrei dare un piccolo consiglio: per fortuna, lo vorrei ribadire cento miliardi di volte ma non ne abbiamo il tempo, per fortuna finisce il settennato di Giorgio Napolitano, allora io vorrei che tutti i partiti, da destra a sinistra, per una volta nella loro vita, volessero dare un segnale forte ed indicare un Presidente della Repubblica degno di questo nome, che possa rappresentare tutti i cittadini italiani onesti. Gli altri si rappresentano da un’altra parte. Ed io do un consiglio, do un piccalo suggerimento, che, secondo me, potrebbe anche trovare spazio in tutti quanti, tutte le persone oneste, io propongo… vi do due chances, uomo e donna, per par condicio, io vi propongo, cari partiti o quello che resta di voi, di indicare come Presidente della Repubblica o Salvatore Borsellino o Giovanna Maggiani Chelli! Solo così questo paese potrà veramente riscattarsi e, quando il nostro, io mi auguro Presidente della Repubblica, dovesse andare fuori in giro per il mondo, non verrà deriso, non verrà preso in giro, verrà rispettato non solo per la storia personale, ma per ciò che in questi anni è stato in grado di trasmettere ad un paese che sembra volersi rassegnare… Ma noi non ci rassegneremo mai perché abbiamo dentro il sangue dei nostri familiari! ….. Ovviamente accusate me, sono stata io che ho proposto lui (indicando Salvatore).

Trascrizione a cura di Anita Rossetti

Foto
© Castolo Giannini

Tratto da: 19luglio1992.com

NOI SAPPIAMO - Intervento di Sonia Alfano from Guido & Patricia di Gennaro on Vimeo.

 

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