Anche quando le truppe ucraine hanno raggiunto Kursk, Mosca ha scelto artiglieria e droni, evitando l’atomica
Dopo che il presidente statunitense Donald Trump, parlando con i giornalisti, ha lasciato intendere che prima o poi Putin potrebbe usare armi nucleari contro l’Ucraina, in molti si saranno chiesti quali potrebbero essere i motivi in grado di spingere il presidente russo a prendere una decisione simile. Una risposta è arrivata dal sociologo ed esperto di terrorismo internazionale Alessandro Orsini. Partendo da un dato molto semplice, Orsini ha precisato che Putin potrebbe usare l’atomica solo se si trovasse con le spalle al muro. Nemmeno l’operazione portata avanti incessantemente dall’Europa per armare l’Ucraina e prolungare il conflitto basterebbe a spingere il Cremlino a una simile scelta. Una prima, sostanziale considerazione fatta da Orsini riguarda il fatto che nessun Paese occidentale - e in particolare nessuna potenza nucleare - risponderebbe con un attacco nucleare se la Russia colpisse l’Ucraina con una bomba atomica. Questo significa che, almeno sul piano militare globale, Vladimir Putin non avrebbe da temere una ritorsione nucleare simmetrica. A questo - ha sottolineato Orsini - va aggiunto che Putin non considera l’arma nucleare come una bomba “tra le altre”, da lanciare sul campo ogni volta che qualcosa non va. Al contrario, la sua visione è molto più calcolata. Putin, infatti, potrebbe usare l’atomica nel caso in cui volesse chiudere un conflitto definitivamente. In pratica, “la stessa logica degli Stati Uniti contro il Giappone nella Seconda guerra mondiale”.
Se dovesse decidere di usarla, lo farebbe in un momento in cui la Russia fosse davvero in pericolo, magari prima che truppe occidentali, come quelle inglesi o francesi, arrivino a combattere direttamente sul suolo ucraino. In ogni caso, non sarebbe una reazione impulsiva a un’azione nemica, ma una scelta strategica per cambiare le sorti della guerra o impedire che la situazione precipiti ulteriormente. Se così non fosse, Putin avrebbe già usato la bomba, ad esempio - ha precisato Orsini - quando le truppe ucraine sono penetrate fino a Kursk, nel territorio russo, il 6 agosto 2024. Ma Putin non lo ha fatto, proprio perché non considera l’arma nucleare una risposta immediata a ogni colpo ricevuto. A questo va aggiunto un altro elemento: dove dovrebbe colpire Putin con una bomba atomica? Non certo nelle regioni ucraine che vuole conquistare o annettere, perché le radiazioni renderebbero quei territori inutilizzabili. E nemmeno vicino ai confini con la Nato, perché si rischierebbe di creare un’escalation internazionale. Potrebbe colpire installazioni militari o industrie strategiche, ma in quel caso gli basterebbero i missili e i droni, strumenti che già usa con successo. In sostanza, non c’è un obiettivo militare attuale che giustifichi il ricorso a un’arma tanto distruttiva. Per Alessandro Orsini, l’unico motivo per cui Putin potrebbe decidere di ricorrere all’atomica sarebbe quello di impedire un intervento diretto della NATO in Ucraina. Solo se l’Occidente decidesse di inviare soldati sul campo, la Russia potrebbe sentirsi messa in una condizione disperata e, allora, usare le testate per bloccare l’escalation. Ma finché la guerra resta confinata tra Russia e Ucraina, Putin non ne ha alcun bisogno.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Foto © Imagoeconomica
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