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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sciolto oggi, 17 giugno, il gabinetto di guerra composto da sei membri a seguito delle dimissioni di funzionari chiave tra cui il generale Benny Gantz, che una settimana fa aveva accusato Netanyahu di aver gestito male la guerra nella Striscia di Gaza.
Secondo quanto appreso dai media israeliani, Netanyahu avrebbe riferito che non si formerà un nuovo gabinetto, come suggerito dai ministri di estrema destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
Netanyahu avrebbe infatti affermato che per raggiungere l’obiettivo di eliminare le capacità di Hamas avrebbe preso decisioni non sempre accettabili alla sfera militare.
La guerra al momento è costata la vita ad almeno 37.337 palestinesi, per lo più donne e bambini.
Ma la partita è ancora aperta, considerato anche il fatto che il 23 maggio a Mosca è accaduto un fatto di straordinaria portata. Il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa, ha chiesto personalmente al presidente russo, Vladimir Putin, di contribuire all’organizzazione di una conferenza di pace sulla Palestina, alla quale la Russia sarebbe stata la prima nazione non araba invitata. Il monarca del Bahrein ha osservato che, in una rara dimostrazione di unità, il mondo arabo si è finalmente riunito per porre fine alla guerra a Gaza. È sottinteso che la Russia è stata scelta come il mediatore più affidabile. Il Bahrein – e la Lega Araba – riconoscono infatti che la posizione russa, e cinese, è incentrata su quella che Putin ha precedentemente definito la “formula ONU”: uno Stato palestinese indipendente con capitale a Gerusalemme Est. In più, nella dichiarazione congiunta dei 10 ministri degli Esteri dei BRICS, che per la prima volta si sono seduti allo stesso tavolo a Nizhny Novgorod, preparandosi all’importantissimo vertice annuale dei BRICS che si terrà il prossimo ottobre a Kazan, sotto la presidenza russa, è stato “riaffermato il rifiuto di qualsiasi tentativo di spostare, espellere o trasferire con la forza il popolo palestinese dalla sua terra”. Questo è il BRICS che parla con una sola voce – compresi, in modo cruciale, i rappresentanti dei principali Stati a maggioranza musulmana: Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto.
Sempre da Levante giunge notizia che il presidente russo, Vladimir Putin, effettuerà una visita di Stato in Corea del Nord domani e dopodomani, 18 e 19 giugno. Lo rende noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha precisato la natura amichevole della visita, nonché l’occasione per la firma di una dichiarazione congiunta e di una serie di documenti bilaterali. Successivamente, il 19 e 20 giugno, su invito del Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista, Vladimir Putin si recherà in visita di Stato in Vietnam.
Ad Hanoi saranno discusse le prospettive per un ulteriore sviluppo di un partenariato strategico globale tra Russia e Vietnam e verranno firmati numerosi documenti bilaterali.
La notizia del giorno è però che la Malesia inizierà presto il processo ufficiale di adesione ai BRICS. Lo ha annunciato il Primo Ministro, Anwar Ibrahim. Dunque, oggi il Sud Est asiatico diventa parte dei BRICS in toto.
L’Occidente tuttavia sembra continuare a non accorgersi della portata dei movimenti internazionali e continua a camminare rapidamente sulla strada della follia. I Paesi membri della Nato hanno infatti avviato consultazioni sulla necessità di spostare i missili dai depositi e metterli in stato di prontezza al combattimento. Lo ha annunciato il Segretario generale dell’alleanza, Jens Stoltenberg, in un’intervista al Daily Telegraph. 
“Non entrerò nei dettagli operativi su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali essere immagazzinate, ma dobbiamo consultarci su questi temi: questo è esattamente ciò che stiamo facendo”, ha precisato Stoltenberg, parlando di “crescente minaccia da parte di Russia e Cina”.
Immediata la replica del Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov: “La NATO potrebbe presto affrontare qualcosa che non ha mai affrontato prima, e cioè due potenziali avversari a propulsione nucleare come Cina e Russia”.

Tratto da: casadelsole.tv

Foto © Imagoeconomica

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