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L'ex segretario di Stato americano il 27 maggio scorso ha compiuto cento anni

Un uomo che ha fatto del potere la sua ragione di vita: "Cummannari è megghiu ‘ca futtiri” si dice in Sicilia.
Il Consigliere per la sicurezza nazionale di Richard Nixon si è reso responsabile di catastrofi indicibili tramite l'arma più infame: le carte bollate, stando tranquillamente nel suo ufficio della Casa bianca ha emanato ordini che hanno stravolto democrazie e spezzato miglia di vite.

Gli esempi non mancano: Henry Kissinger, mentre ricopriva la carica di consigliere alla sicurezza nazionale sotto il presidente Nixon, avrebbe approvato una serie di incursioni sia aeree sia terrestri contro i villaggi cambogiani confinanti con la parte Sud del Vietnam. Nel 2003, nel suo libro “Ending the Vietnam war”, Kissinger ha sostenuto che queste operazioni avessero portato alla morte di 50mila persone, in accordo con quanto riportato dal Pentagono. Tuttavia, secondo i documenti ottenuti e pubblicati dall'inchiesta 'The Intercept', le vittime effettive furono oltre 150mila. “Dal 1965 al 1973 sono state effettuate più di 231mila bombardamenti sulla Cambogia. Tra il 1969 e il 1973, mentre Kissinger era consigliere per la sicurezza, gli aerei statunitensi hanno sganciato 500mila o più tonnellate di munizioni. Pari a circa tre volte quanto impegnato nei bombardamenti contro il Giappone nella Seconda Guerra mondiale”, si legge nelle carte dell’inchiesta.

Tra le altre cose fu la mente del cosiddetto “Piano Condor”, come si scoprì grazie agli “Archivi dell’orrore” disvelati in Paraguay nel 1992 dalla dottoressa Gladys Mellinger e dall’avvocato Martín Almada, entrambi sopravvissuti alle torture del regime di Alfred Stroessner. Il Piano Condor fu un’operazione strategica di destabilizzazione ordita e pensata da Kissinger e manovrata dalla Cia. Si trattava di una cospirazione assassina tra i servizi segreti di Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay, Brasile e Bolivia atta a eliminare radicalmente socialisti, marxisti, dissidenti politici, attivisti e studenti tramite le sparizioni, la tortura, gli omicidi. L’obiettivo era strozzare sul nascere il sentimento comunista presente in America Latina che avrebbe pesantemente compromesso gli interessi strategici, politici e soprattutto economici dell’imperialismo americano. Per fare questo vennero messi al potere uomini reazionari, gerarchi militari che istituirono nei paesi del Cono Sud dell’America latina feroci dittature.

Washington, 6 novembre 1970: nello studio Ovale del Consiglio di sicurezza degli Stati Uniti si erano riuniti i vertici dell’amministrazione Nixon. Tema del giorno: trovare una soluzione per fermare definitivamente Salvador Allende e la sua agenda politica dopo i vari e vani tentativi compiuti sottobanco dalla CIA per evitare una sua vittoria alle elezioni in Cile. Gli uomini del presidente Richard Nixon erano indecisi sul da farsi temendo che il leader socialista di Unidad Popular potesse trascinare sempre più verso sinistra altre nazioni del mondo strappandole dal controllo statunitense. Un rischio che l’America non poteva permettersi di correre. "Nell'arco di sei mesi-un anno gli effetti di questa svolta marxista andranno oltre le relazioni tra Usa e Cile”, aveva avvertito Henry Kissinger. "Uno degli esempi più vistosi è l'impatto che avrà in altre parti del mondo, specialmente in Italia”, aveva insistito il consigliere della Casa Bianca, che al tempo teneva sott’occhio il leader della Dc Aldo Moro tanto da arrivare addirittura a minacciarlo l’anno seguente se non avesse interrotto la sua linea politica.

Moro, come risaputo, venne trovato morto il 9 maggio 1978 in via Caetani; la commissione di inchiesta sull'omicidio del presidente democristiano aveva emanato una rogatoria internazionale per ascoltare Kissinger: richiesta rifiutata.
Le sue decisioni hanno provocato morti anche in Vietnam: Nixon e Kissinger intendevano intensificare la pressione militare sui vietnamiti usando i bombardamenti sulla Cambogia e, se necessario, anche su Hanoi e Haiphong.
Il ruolo di Kissinger, nella primavera del 1969, era quello di indicare a militari compiacenti gli obiettivi da distruggere con i B-52 al confine tra Cambogia e Sud Vietnam: una guerra non dichiarata, segreta e criminale.

Talmente segreta da richiedere la sorveglianza di chiunque potesse rivelare i dettagli all’opinione pubblica, in particolare l’economista Daniel Ellsberg che nel 1971 aveva fornito alla stampa i cosiddetti Pentagon Papers. Fu precisamente nel contesto della guerra clandestina in Cambogia che fu concepita l’operazione Watergate, che poi condusse alle dimissioni di Nixon nel 1974.
Nonostante tutto la stampa lo ha sempre perdonato tanto che ancora oggi è ampiamente tenuto in considerazione dai governi, viene invitato nei più importanti congressi mondiali e rilascia interviste a quotidiani nazionali.
Per valutare l'eredità storica di Kissinger alcuni faranno ricorso ai libri, ai documenti, ai 'rumors'. Ma forse basterà fare il conto delle fosse comuni.

Foto di copertina © Brandon/Flickr

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