di Sebastiano Ardita
“Matteo Messina Denaro - Latitante di Stato”, di Marco Bova (ed. Ponte alle Grazie), è un libro con un titolo che non ammette censure. È un’opera scomoda - non il solito copiato di atti processuali per compiacere magistrati ed investigatori - ma un lavoro di giornalismo vero per capire cosa non ha funzionato nelle investigazioni e nella mancata cattura del latitante. Un lavoro che scandaglia a fondo le ragioni che stanno alla base dei fallimenti e mette in luce alcune strane vicende: indagini che si intersecano, si sovrappongono e finiscono per imbrigliare gli stessi investigatori impegnati nelle attività più delicate per la cattura. Ne viene fuori l’immagine di una azione pubblica scoordinata se non addirittura strabica o miope, senza che a trinciare i giudizi siano le parole dell’autore, ma semplicemente i fatti raccontati nella loro sequenza. Sullo sfondo le solite trame oscure, i personaggi ambigui, le paure di Stato che accompagnano l’aspettativa della cattura di un latitante descritto in tanti modi diversi. Dapprima come il nuovo capo assoluto di cosa nostra, il nuovo plenipotenziario della mafia. Di modo che - nella prospettiva dell’arresto imminente, più volte annunciato - si potesse dire che dopo la sua cattura la lotta alla mafia era definitivamente vinta.
E poi, col passare del tempo, “derubricato” a grosso esponente. Infine, definito un uomo d’onore oramai fuori dalle decisioni che contano.
Ma pur sempre, come ci spiega l’Autore, riconosciuto come uno che nei momenti chiave della storia della Repubblica - quando vennero decise le stragi - sedeva alla destra di Totò Riina ed era a conoscenza di segreti inconfessabili.
E attorno a questo misterioso ruolo, ruota come in una giostra impazzita, tutto il movimento centrifugo che porta all’impiego di uomini e di mezzi, ai sacrifici e alle delusioni di tanti fedelmente impegnati, costretti a girare a vuoto e neutralizzati…da una fuga di notizie, da un’inchiesta imprevista, da una soffiata.
È un libro che fa riflettere e dovrebbe fare arrossire, perché individua una logica negli eventi accaduti e concede poco o nulla al caso. Una storia che prova a mettere insieme i pezzi di un mosaico - con l’intento di ricostruire luoghi e strategie di una cattura mancata - e finisce per disegnare un mostro.
(Prima pubblicazione: 07-05-2022)
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