C’è chi darebbe anni di vita per potere trascorrere qualche momento con un anziano che non c’è più e chi li abbandona al proprio destino; e poi ancora chi li maltratta mentre sono costretti a finire i loro giorni in un ospizio anziché in casa propria circondati dai propri cari.
Cose orribili sono state riportate sui maltrattamenti di anziani in una struttura di ricovero in provincia di Catania.
Vecchietti trovati nudi o lasciati a terra assieme ai loro escrementi, costretti a convivere con i topi, bloccati tra le sbarre di contenimento del letto, tormentati da piaghe da decubito, lavati con i detersivi per indumenti. Ma soprattutto derisi e offesi mentre ancora sono ben capaci di comprendere e subire quelle umiliazioni.
Non dovrebbe essere necessario che una persona debole o anziana sia nostra parente per meritare il nostro rispetto. Basterebbe ricordare che la sua dignità ha un valore inestimabile, perché è un valore pubblico che appartiene a tutti noi. E la sofferenza di un anziano, la sua solitudine, sono la prova della incapacità degli uomini di darsi sostegno reciproco e della società di rispettare le sue stesse radici. Dimostrano la incapacità di condividere il bello della esistenza, che consiste anche nel godere del sorriso che si accende su un volto segnato dalla sofferenza.
Foto originale © Imagoeconomica
Nella solitudine di un anziano la prova dell'incapacità dell'uomo
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- Sebastiano Ardita