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atria rita 850 2di Piera Aiello
''Carissima Rita, oggi ricorre l'anniversario della tua morte.
Non nascondo che negli anni ho provato a dimenticare questo giorno, ma tutti gli anni qualcuno me lo ricorda e lo fa anche in modo tuonante."

Oggi è il giorno in cui ho perso la mia Piccola Grande Donna, Rita.
L'ho amata come una sorella più piccola, è proprio quello il sentimento che mi lega a Lei.
Quel 26 luglio è morta, con Rita, una parte di me.
E nulla e nessuno potrà mai compensare questa mancanza.
Nel 1985, all'età di undici anni Rita perde il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca ucciso in un agguato.
Alla morte del padre Rita si lega ancora di più al fratello Nicola e a me, moglie di Nicola, nonché sua cognata.
Da Nicola, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna.
Nel giugno 1991 Nicola Atria viene ucciso ed io, Piera Aiello, che ero presente all'omicidio, denuncio i due assassini, diventando una Testimone di Giustizia.
Rita, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le mie orme, cercando nella magistratura giustizia per quegli omicidi.
Il primo a raccogliere le sue rivelazioni, come nel mio caso, è il giudice Paolo Borsellino (all'epoca Procuratore della Repubblica di Marsala), al quale si lega come ad un padre.
Le nostre testimonianze permettono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca, Montevago, Santa Margherita del Belice e di avviare un'indagine sull'onorevole democristiano Vincenzino Culicchia, per trent'anni sindaco di Partanna.
Una settimana dopo la strage di via d'Amelio, in cui perde la vita lo zio Paolo Borsellino, Rita decide di raggiungerlo in cielo, decidendo così di togliersi la vita a Roma, dove vive in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia, 23.
Rita ha rappresentato per me e per molti di voi un'eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia.

"Stanotte pensavo quanto sarebbe stato bello ritrovarsi oggi, tu madre magari ed io nonna!

Conoscendoti, avremmo riso tanto insieme, come quando eravamo a Roma, nei pochi momenti spensierati a Villa Pamphilj.
Quanti ricordi, indelebili. Momenti tragici, ma he ricordo con nostalgia, nostalgia di te. Darei tutto per riaverti un solo istante, mia piccola grande Donna. Rimarrai sempre nella mia mente, parte del mio cuore vive di Te. La Piera di oggi è il risultato dell’esempio che tu e zio Paolo mi avete donato.
Veglia su di me, Rita! Accompagnami in questo cammino tortuoso, difficile, percorso senza paura, a volto scoperto, per far si che il tuo sacrificio non sia stato vano.
Ti voglio bene sorellina mia!"

Io preferisco andarla a trovare da sola, lontano dal chiasso delle commemorazioni, riunendomi a lei in silenzio, promettendoci vicendevolmente di ottenere Verità e Giustizia per zio Paolo Borsellino, per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Chinnici, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Emanuela Loi, agente di polizia facente parte della scorta di Paolo Borsellino (prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Agostino Catalano, Carlo Alberto dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Gaetano Costa, Pio La Torre, Ninni Cassarà, Mauro Rostagno, Rosario Livatino, Pino Puglisi, beatificato il 25 maggio 2013, sacerdote, impegnato nel recupero dei giovani reclutati da Cosa Nostra nel quartiere Brancaccio a Palermo, controllato dalla famiglia Graviano.

VERITÀ e GIUSTIZIA per coloro che hanno sacrificato le loro stesse vite per lo Stato.

Tratto da: facebook.com/Aiello.Piera/posts/271304283455097

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