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Intervista ad Antonio Ingroia
di Giuseppe Lo Bianco
Il “padre” del processo Trattativa: “Provvedimento grottesco e ingiusto”

Avvocato Ingroia, questa volta i suoi ex colleghi hanno picchiato duro...
Un provvedimento grottesco, sono le stesse accuse di un anno fa, con la differenza che oggi c’è un sequestro ingiusto non solo perché infondato ma perché sproporzionato e con pochissimi precedenti.

Soggiorni nei migliori alberghi, pranzi nei ristoranti top...
Rimborsi previsti dalle convenzioni alberghiere, sono dello stesso livello che frequentavo da pm, non credo siano molto diversi da quelli che frequentano ancora oggi i miei colleghi quando vanno in trasferta.

L’accusano di essersi auto assegnato addirittura un premio di oltre 117 mila euro...
Non è stata un’autoliquidazione ma il riconoscimento di un’indennità da parte dell’assemblea dei soci per i risultati ottenuto: ho preso la società in condizione prefallimentare, ho messo alla porta gli affaristi e i corruttori, ho tagliato le spese, ho fatto risparmiare centinaia di milioni di euro. Prima di me c’erano impegni di spesa per 50-70 milioni di euro, l’ultimo budget che ho chiuso era di 5 milioni, mantenendo lo stesso standard.

Un carrozzone mangiasoldi, insomma. L’ha denunciato in Procura?
Ho presentato numerosi esposti, ma la Procura di Palermo non ha mai aperto un indagine sulle mie denunce, non mi ha mai sentito e per tutta risposta invece di un grazie un mese fa il governo di centrodestra mi ha revocato. E un mese dopo arriva questo sequestro, ripeto, grottesco: riguarda la cifra lorda, sulla quale ho già pagato sia Iva che Irpef, lo Stato si riprende somme che da me ha già incassato.

Si crede vittima di una persecuzione giudiziaria? Pensa che qualcuno le stia facendo pagare conti del passato?
Non penso a una persecuzione, ma c’è un tempismo che mi lascia sorpreso: alla vigilia della sentenza della Trattativa si pensa di infangare il padre di quel processo, tutto ciò mi sembra singolare. Lo sa che il decreto mi è stato notificato a Fiumicino dalla Guardia di Finanza? Stavo partendo per Reggio Calabria dove al Palazzo di Giustizia era previsto l’interrogatorio di Spatuzza nel processo alla ’ndrangheta stragista, in cui sono parte civile per le famiglie di due carabinieri. E Spatuzza ha parlato della trattativa, dell’incontro al bar Doney con Graviano e i contatti con Berlusconi e Dell’Utri, il contesto nel quale si sviluppa questa vicenda.

Sull’informatizzazione regionale in Sicilia si sono sempre attivati appetiti della politica per gli investimenti consistenti e i margini di manovra ampi per potenziali speculatori. Il governo regionale oggi rilancia con nuovi stanziamenti per oltre 400 milioni di euro annunciati dall’assessore Armao. C’è il rischio di tornare ai buchi neri del passato?
Affaristi e corruttori c’è il rischio che si ripresentino, ho letto sui giornali che è in corso una ristrutturazione dei rapporti di forza, credo che oggi si realizzi quello che ho impedito per anni, e cioè alla società viene tolto ogni ruolo strategico nella gestione del digitale, che viene assunto dal governo Musumeci. Ricordo negli ultimi tempi gli scontri con il renziano Baccei, in quel periodo c’era un collegamento dei grossi affari siciliani verso la Consip. Baccei non c’è più, e oggi tutto è gestito dall’assessore Armao di Forza Italia. Non a caso, Sicilia digitale non c’era alla sua conferenza stampa, l’informatica è stata fagocitata dalla politica.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano del 17 marzo 2018

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