di Graziella Proto
Altro che suicidio per overdose! Tanti pentiti parlano o lasciano intendere che sia un delitto di mafia per proteggere Provenzano. Angela Manca da tredici anni si batte contro la procura di Viterbo per sapere come è morto suo figlio. Chiede agli organi inquirenti di riaprire il processo affinché si riconosca il colpevole e si sappia il perché della morte di suo figlio Attilio. Un giusto processo che gli dia la giusta collocazione accertata, autentica, storica, così come alle tante altre vittime. E per arrivare alla verità Angela scrive anche alla moglie di Provenzano, una lettera da mamma a mamma. Scavalcando tutti gli steccati. Per dare riposo al dolore di una madre ma anche per capire: Perché si è giunti a quel fatidico giorno? Chi ha costruito la rete – di congetture, depistaggi, silenzi… – che ha toccato Viterbo, Roma, Palermo, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, la Francia? Perché quella rete di complicità talmente grande che ha creato dubbi? Perché da subito trascuratezze? Volontarie? Indotte? In ogni caso colpevoli! Perché Provenzano viene catturato in quel momento e non prima? Perché non ha parlato? Perché le non risposte? Adesso è tutto nelle mani del Procuratore Pignatone a Roma. L’appello per non fare archiviare il caso Manca firmato da migliaia di persone. (...)
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