Dal terremoto dell'Aquila a quello di Amatrice
di Anna Vinci e Stefania Pezzopane
Quando avvenimenti tanto dolorosi ci travolgono, quando la natura si ribella, al nostro predominio, e la sofferenza si mischia al senso d’impotenza, indignazione, nel tentativo di spiegare, interpretare, controllare la disperazione, conviene, allora, prima di scriverne, prendere le distanze quando si può e non si è giornalisti incalzati dalla notizia.
Quella notte del 24 agosto, alle ore 3,36, 32 quando la terra tremò, non per tutti fu la stessa notte. I comuni di Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto, trascinarono indietro nel tempo coloro che anni prima, ma il ricordo annullò il passaggio del tempo, avevano vissuto lo stessa estrema sconvolgente esperienza.
E ripensando ai giorni andati, sono andata con l’emozione e i pensieri a un’altra notte infernale, quella del 6 aprile 2009 alle ore 3,32. Nei momenti decisivi della nostra vita, sempre qualche orologio si ferma, non solo quelli bloccati dalla furia del terremoto. Orologi interni legati nelle nostre anime, si fermano quando il dolore è troppo.
Ed è così che ho pensato di telefonare alla Senatrice Stefania Pezzopane, presidente della Provincia de L’Aquila in quelle notte di aprile, con la quale pochi mesi dopo il terremoto scrissi un libro: La politica con il cuore (Castelvecchi editore).
Coraggiosa e instancabile, Stefania, dolente eppure vigile, da subito schierata con il suo popolo, popolo orgoglioso e forte che non voleva elemosine ma rispetto, e quindi rispetto dei luoghi, ricchi di storia e di tracce di vite vissute, non false speranze ma concrete risposte. Aquilani, abruzzesi, abitanti di Barete, e Paganica, e Tornimparte, e Ofena e Scoppito e… e Onna, tra le più colpite: “[…] grigia, Onna, immersa in un mondo senza colori, e ombre l’attraversano nel chiaro scuro dell’alba, avanzano, silenziose, impolverate, donne, bambini, vecchi, uomini…”
Le ho chiesto: ‘Stefania, vogliamo scegliere per ricordare, alcune pagine, di quel libro che ci ha fatto conoscere e diventare amiche?’.
La risposta venne di getto: ‘Certo, scegli tu’.
Sono trascorsi anni da quel 6 aprile 2009, lei non è cambiata, sa osare, rischiare, e continua a lavorare, a prodigarsi, a essere fuori del coro, capace di amare e di ricominciare.
Fogli sparsi, parole, frasi, ricordi.
Scarica l'estratto dal libro ''La politica con il cuore''*
Nota dell'autore
Ho voluto chiedere a Stefania Pezzopane qualche sua ulteriore riflessione. Come sempre è stata alquanto diretta.
“Il terremoto è un dramma collettivo – ha evidenziato Stefania – e ognuno deve vivere il proprio dramma sapendo che intorno a lui ci sono analoghe e anche più terribili sofferenze. La ricostruzione dei centri storici, luoghi della storia e della identità di una comunità, deve partire subito, senza new-town, ma puntando ad una assistenza in casette il più possibile vicino a dove si abitava. La ricostruzione delle case è importante ed urgente, ma è un errore pensare che sia sufficiente, subito dopo un terremoto le persone vivono un gigantesco disorientamento, la resilienza non è una reazione scontata e bisogna dare subito risposte avanzate di carattere sociale, economico e culturale”.
* La politica con il cuore