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È di nuovo notte. 
Significa che i droni sono tornati. Il suono non è più un suono. È una presenza, come la follia che ronza sopra la tua testa. 
Scrivo al chiarore del mio telefono. Le mie mani puzzano di antisettico, sale e qualcosa che non nomino. 
Non ci sono più ospedali al nord. Niente reparti. Niente letti. Nemmeno muri. Solo questo posto che chiamiamo clinica: metà corpo, metà fantasma di medicina, aggrappato alla vita come chi vi entra. 
E arrivano. Camminano, alcuni per più di trenta minuti tra macerie, silenzio e fumo, solo per una striscia di garza, una parola, una possibilità. 
Non vengono in cerca di guarigione. 
Vengono perché non c'è più nessun altro posto dove sanguinare. 
Oggi è venuta una donna. Trentasette anni, anche se si muoveva come se fosse già morta due volte. 
Le sue mani, Dio mi perdoni, sembravano essere state passate attraverso una fornace. Crepate. Sanguinamento. 
Eczema? Sì, eczema, ho detto come uno sciocco. 
Ma cos'è l'eczema quando il mare è diventato il tuo lavandino? 
Mi ha detto che lava i vestiti e i piatti con acqua di mare. E dentifricio. 
No, non è una metafora. Non è poesia. Dentifricio. Perché qui il sapone costa più della vita. 
Perché vive in una tenda piantata tra la morte e il prossimo missile. 
Le ho detto che le avrei dato la crema. L'ho detto a bassa voce, come una bugia sussurrata a un bambino. 
Volevo urlare. Volevo afferrarle le spalle e gridare: "Ti meriti una casa. Ti meriti un lavandino. Ti meriti mani pulite".
Ma le mie mani non sono pulite.
Non ho urlato.
Le ho dato la crema e ho distolto lo sguardo.
Non sono più un medico. Sono un testimone.
Del lento assassinio della dignità.
Di una terra dove la medicina è uno scherzo crudele e la sopravvivenza è un peccato.
Come si cura un corpo quando è l'anima a sanguinare?
Il mare dovrebbe purificare. Ma qui, corrode.
Persino il mare è stanco di pietà.
E Dio?
Starà piangendo, come tutti noi.
Stasera mentirò e immaginerò un mondo in cui non dovrò scusarmi con ogni paziente per essere umano.
Immaginerò un mondo in cui dare la crema a qualcuno non sarà un atto di umiliazione.
Ma non dormirò.
Qui nessuno dorme davvero.
Chiudiamo solo gli occhi e aspettiamo il prossimo urlo.

#GazaGenocide

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