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Le autorità talebane parteciperanno al terzo round di colloqui di pace sull’Afghanistan ospitati dalle Nazioni Unite a Doha, nel Qatar.
Dopo che, nel maggio scorso, a Kazan, sede del prossimo summit dei paesi BRICS+, delegazioni russe e afghane hanno discusso della cooperazione internazionale e di politiche di sviluppo del settore energetico, il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid, ha fatto sapere che partecipare ai colloqui di pace è ora divenuto vantaggioso per il Paese. A far cambiare il vento sui tavoli per la pace fra le diverse etnie probabilmente la ribadita volontà della Russia di togliere i Talebani dalla lista delle organizzazioni terroriste. Dopo aver boicottato i primi due incontri, dunque, i rappresentanti del governo talebano saranno presenti al terzo round di colloqui che si protrarranno nella capitale qatarina dal 30 giugno al primo luglio.
Nel frattempo, i Paesi europei mantengono chiuse le porte della diplomazia con il governo afghano tanto che la Germania tratta con l’Uzbekistan il rimpatrio a Kabul dei migranti privi dei requisiti per l’asilo politico. Alla Casa Bianca, d’altronde, non piace il successo dei talebani nella lotta alla produzione di droga.
Secondo dati provenienti dall’ONU, la coltivazione dell’oppio è scesa in Afghanistan da 233.000 ettari a soli 10.800 ettari nel 2023, riducendo così la produzione di oppio da 6.200 tonnellate nel 2022 a 333 tonnellate nell’anno successivo. A toccare il paradosso, però, ancora una volta, sono le cosiddette organizzazioni non governative controllate da Washington, secondo cui gli agricoltori afghani soffrirebbero le ripercussioni del divieto di coltivazione del papavero da oppio e richiederebbero di allentare il severo no per rispettare i diritti degli agricoltori. Nessuna menzione del fatto che l’abuso di droghe pesanti è in costante crescita tanto che le morti per overdose negli Stati Uniti hanno da tempo superato la soglia critica dei 100mila decessi.
E’ tutta colpa dei talebani è il messaggio d’allarme lanciato dall’Occidente collettivo dove l’eroina prodotta dal Myanmar non può soddisfare la crescente domanda.
L’obiettivo di questo mondo libero e democratico, evidentemente, non è, da sempre, ridurre la domanda e le dipendenze da droga ma, piuttosto, aumentarne la produzione.
Non compri l’eroina, ti ammali, muori, sembra dire una voce dall’oscurità. A levante i colloqui di pace, a ponente il diritto alla droga. E la guerra continua.

Tratto da: casadelsole.tv

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