A Firenze presentato il libro del magistrato, "Pentiti"
"La realtà criminale mafiosa è mutata", e anche per questo "vi è una necessità di aggiornare una normativa", quella sui collaboratori di giustizia, "che, per quanto importante e per quanto strutturata, non è probabilmente più idonea a far fronte alle esigenze che sono sottese al contrasto efficace della moderna criminalità organizzata". Lo ha affermato Luca Tescaroli, procuratore aggiunto a Firenze, alla presentazione del suo libro 'Pentiti' (Rubbettino editore) che si è tenuto ieri a Firenze.
Secondo il magistrato, recentemente eletto Procuratore di Prato, l'aggiornamento di tutta la normativa "è oggi fondamentale proprio per l'evoluzione della criminalità organizzata nel Paese, forte della presenza nel nostro territorio di veri e propri network altamente strutturati, gestiti anche da cittadini stranieri che sono esclusi dai benefici previsti per chi sceglie di collaborare con la giustizia. Per un'azione efficace di contrasto contro questo tipo di criminalità sarebbe opportuno attrarre anche collaboratori stranieri e pensare a forme di sostegno funzionale estese anche alle famiglie, con programmi di assistenza e integrazione sociale".
"Bisognerebbe lavorare e concentrarsi soprattutto sul fattore del reinserimento sociale - ha evidenziato Tescaroli senza nasconderne inevitabili zone d'ombra ed elementi critici -, perché si deve offrire una opportunità di lavoro a chi inizia a collaborare con la giustizia, che non deve essere abbandonato dallo Stato ma deve essere seguito fino a quando non entra in un mondo di legalità".
Secondo Tescaroli sarebbe opportuno intervenire "sulla norma regolamentare che prevede il passaggio dei precedenti penali e di polizia dalle vecchie alle nuove generalità", introducendo "un meccanismo di isolamento di questi dati, nel senso di conservarli solo come dato storico di riconoscenza per gli appartenenti alle forze dell'ordine, per gli inquirenti". Non solo.
Nel libro Tescaroli fa il punto e si interroga sull'attuale efficacia del complesso di norme sui collaboratori di giustizia, nel tempo progressivamente eroso da altri provvedimenti che estendono parte dei benefici prima riservati solo a chi sceglie di "pentirsi" anche ad altre categorie di detenuti. Scelte che sembrano aver indebolito l'intero impianto incentivante.
Anche per questo il procuratore aggiunto fiorentino ha prospettato anche modifiche per quanto concerne la liberazione anticipata, l'ammontare dell'assegno di assistenza, la possibilità per gli stranieri di diventare collaboratori di giustizia, l'estensione dei reati per i quali si applicano le regole sulla collaborazione.
"Spero che questa sia un'occasione qualificata per iniziare a riflettere concretamente - ha concluso - e dovrebbero farlo soprattutto gli appartenenti alle istituzioni, rendendosi conto del mutamento della situazione".
Accanto a Tescaroli, che sul fronte antimafia ha indagato su alcune fra le più oscure vicende della recente storia d'Italia (dalla strage di Capaci al crack del Banco ambrosiano e alla morte di Roberto Calvi, fino all'indagine Mafia Capitale) c'erano il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e Roberto Bartoli, professore ordinario di Diritto penale presso l'Università di Firenze.
"La valutazione del fenomeno dei collaboratori di giustizia - ha affermato Giani - richiama una riflessione in termini giuridici, umani e psicologici del fenomeno che il libro prende attentamente in esame con la chiarezza e la razionalità propria del suo autore. Cento pagine utili anche a leggere l'annuale rapporto sulla criminalità in Toscana sotto una luce ancora più dettagliata nella sua dimensione finanziaria e nel bilancio dei suoi illeciti proventi, che superano nella regione la cifra di undici miliardi di euro".
Partendo dal 1974 il volume di Tescaroli, in poco più di cento pagine, traccia una storia sintetica delle vicende italiane degli ultimi quarant'anni dove si intrecciano terrorismi politici e di Stato, mafie e attentati ma soprattutto prende in esame opportunità e rischi del fenomeno del "pentitismo" attraverso una puntuale disamina della normativa vigente che spiega quali e quante misure vengono applicate a chi decide di collaborare con la giustizia.
"Oggi la Toscana - ha detto infine Tescaroli durante la presentazione del suo libro in Regione - è un territorio di conquista dove sono state registrate presenze strutturate di organizzazioni mafiose e dove operano anche esponenti di realtà criminali straniere, come quelle cinesi ed albanesi. Si tratta di attività criminali dove il riciclaggio di denaro svolge un ruolo significativo e che necessita quindi di un'attività di monitoraggio e contrasto sempre più attenta per approfondire quel che gli attuali processi e le indagini ci stanno rivelando".
Foto di copertina © Paolo Bassani
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Di Saverio Lodato
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