di Giorgio Bongiovanni

Per Julian Assange le ore sono contate. Fra pochi giorni l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali del giornalista australiano - attualmente recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh (UK) - per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti in cui lo attendono 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista. È ormai evidente che il giornalismo, la libertà di informazione, il diritto dei cittadini ad essere informati sono sotto attacco. E non solo nelle autocrazie o nei Paesi governati da dittature, bensì anche in Europa, in Occidente. In quella che ancora viene considerata come un’“isola felice” di democrazia e diritti. Il 20 e il 21 febbraio si svolgeranno numerosi presidi e manifestazioni in tutto il mondo. È importante prendere parte a queste iniziative perché con Julian Assange rischia di morire anche l’idea stessa di libertà di espressione. Con questo documentario, realizzato dai nostri Jamil El Sadi, Giorgio Di Stefano alla regia e al montaggio e Piero Di Stefano alle riprese, abbiamo voluto raccontare in breve la sua storia e quella della sua organizzazione: Wikileaks. Abbiamo riassunto alcuni dei più importanti scoop e ricostruito perché alcune delle più potenti organizzazioni del mondo - tra cui CIA, NSA, il Pentagono - vogliono vedere l’editore australiano sbattuto in cella o addirittura morto. La redazione di ANTIMAFIADuemila continuerà a informare i propri lettori e lettrici sul caso, rimanendo vigile sugli sviluppi, perché il giornalismo non è un crimine.

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