Relatore Onu per il diritto all'alimentazione: "Israele affama di proposito i palestinesi". Le vittime nella Striscia salgono a 29.878
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che spera di arrivare a un cessate il fuoco entro lunedì 4 marzo, per la precisione “entro la fine del weekend”. La dichiarazione, pubblicata in una clip della CNN è stata rilasciata nel corso di un evento elettorale a New York. Un auspicio, quello del presidente, che non è condiviso però né da Hamas, che lo definisce prematuro, né da Tel Aviv, che lo reputa infondato.
Alla domanda su quando pensa che il cessate il fuoco possa iniziare, Biden ha risposto dopo un istante di apparente incertezza: “Spero che all’inizio del weekend, intendo dire alla fine del weekend, il mio Consigliere per la sicurezza nazionale mi dica che siamo almeno vicini. Siamo vicini, ma non abbiamo ancora finito. La mia speranza è che entro lunedì prossimo avremo un cessate il fuoco”.
Nonostante i commenti di Biden, però, pochi segnali indicano che un cessate il fuoco sia imminente.
Anche se il presidente degli Stati Uniti ha detto ai giornalisti che si aspetta un accordo di cessate il fuoco entro l’inizio della prossima settimana, ci sono pochi segnali che i funzionari israeliani condividano il suo ottimismo.
"Va detto che finora, dall'ufficio del primo ministro, dal gabinetto di guerra, non c'è stato alcun dettaglio specifico, nessuna reazione, nessuna risposta, nessuna conferma dei dettagli di un accordo in corso", ha detto il corrispondente di Al Jazeera Zein Bassoravi dalla Cisgiordania occupata.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe rimasto “sorpreso" sentendo le parole di ottimismo del presidente americano Joe Biden. Lo ha detto una fonte politica israeliana di alto livello a Abc News dopo che Biden ha parlato di "un consenso da parte israeliana a non impegnarsi in attività durante il Ramadan", che dovrebbe iniziare il 10 marzo, per "darci il tempo di portare fuori tutti gli ostaggi".
Intanto il ministero della Salute di Hamas ha fornito il suo nuovo bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto lo scorso 7 ottobre. Il numero dei morti è salito a 29.878, di cui 96 nelle ultime 24 ore. I feriti sono invece 70.215.
Bozza di tregua ad Hamas, 40 ostaggi per 400 palestinesi
Una fonte di alto livello vicina ai colloqui ha riferito che la bozza di proposta inviata a Hamas riguarda una tregua di 40 giorni e lo scambio di prigionieri e ostaggi in rapporto di 10 a uno. Lo riporta la Reuters sul suo sito. Hamas dovrebbe liberare circa 40 ostaggi, compresi donne, persone sotto i 19 anni o con più di 50 anni e malati, in cambio di circa 400 detenuti palestinesi. Prevista poi la riapertura degli ospedali e dei panifici a Gaza e l'immediato ingresso delle relative attrezzature e carburante. Ai residenti di Gaza, tranne gli uomini in età da combattimento, sarebbe permesso di tornare a casa nelle aree evacuate.
Israele potrebbe rilasciare 15 prigionieri palestinesi di alto profilo che stanno scontando lunghe pene detentive per terrorismo in cambio della liberazione di cinque soldatesse nelle mani di Hamas a Gaza. Lo ha svelato il New York Times, citando due fonti a conoscenza dei negoziati in corso secondo cui l'apertura è avvenuta nel corso dei colloqui a Parigi la settimana scorsa.
Benjamin Netanyahu © Imagoeconomica
Ue, dopo mesi guerra obiettivo è accordo cessate fuoco
"Da oltre 4 mesi richiamo l'attenzione sulla catastrofica situazione umanitaria a Gaza dove circa 30 mila persone sono state uccise e più di un milione sono sfollate a Rafah. I recenti report sanitari dell'Università di Londra prevedono che oltre 60 mila civili moriranno senza un cessate il fuoco e un aumento imminente e importante di necessità di aiuti umanitari. Dopo quasi 5 mesi di guerra e distruzione il nostro focus deve essere raggiungere un accordo per porre fine immediatamente ai combattimenti, per alleviare la catastrofe umanitaria, salvare vite e liberare i rimanenti 130 ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas ancora a Gaza. Ventisei dei nostri Paesi membri condividono questo appello". Lo ha dichiarato il commissario europeo per la gestione delle crisi e gli Aiuti umanitari, Janez Lenarcic, nel dibattito in aula plenaria sulla situazione a Gaza.
Wafa: “4 palestinesi uccisi in Cisgiordania”
Tre palestinesi sono stati uccisi in scontri con l'esercito israeliano nel campo profughi di al Faraa di Tubas, vicino Nablus in Cisgiordania. Lo ha riferito l'agenzia Wafa che ha identificato i tre in Ahmed Daraghmeh (26 anni), Osama Jabr Al-Zalt (31 anni) e Muhammad Samih Bayadsa (32 anni). Secondo i media palestinesi e quelli israeliani Daraghmeh era il comandante del locale 'Battaglione Tubas', ala militare della Jihad islamica. Un quarto palestinese è stato ucciso oggi dal fuoco dei militari israeliani ad un posto di blocco situato all'ingresso di Gerusalemme. Lo riferisce sempre l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Fonti mediche lo hanno identificato in Nizar Hassasna, di 34 anni, originario di Betlemme. Le circostanze dell’omicidio non sono ancora note.
Dall’Egitto primo lancio aereo di aiuti umanitari su Gaza
L'aeronautica egiziana ha effettuato il primo lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza in collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania. Lo ha riferito l'egiziana al-Qahera News spiegando che 45 tonnellate di aiuti sono stati lanciati nella parte settentrionale e centrale della Striscia di Gaza e che è in programma la consegna di altre 50 tonnellate di aiuti.
Anche Re Abdallah di Giordania ha partecipato ad un lancio di aiuti umanitari sulla Striscia effettuato da aerei militari giordani. Lo ha riferito l'agenzia ufficiale Petra che cita una dichiarazione ufficiale dell'esercito di Amman aggiungendo che "la partecipazione del re conferma la continua posizione della Giordania al fianco dei fratelli palestinesi, nel fornire aiuti con tutti i mezzi disponibili al popolo di Gaza".
Ministero della sanità di Gaza, “ospedale Nasser fuori uso”
Le équipe mediche non sono in grado di fornire assistenza sanitaria ai pazienti dell'ospedale Nasser, la seconda struttura medica più grande della Striscia di Gaza nella città meridionale di Khan Younis. Lo ha riferito il ministero della Sanità di Gaza, precisando che i ventilatori hanno smesso di funzionare dopo che i generatori dell’ospedale si sono spenti è l'erogazione dell’acqua è stata interrotta.
Oltre 120 pazienti sono in attesa di essere evacuati. “Chiediamo alle istituzioni internazionali di fare pressione su Israele affinché rilasci tutto il personale sanitario e agisca per soddisfare le urgenti necessità dell'ospedale", ha scritto il ministero su Telegram.
L’ospedale è stato parzialmente evacuato dopo un assedio israeliano durato una settimana seguito da un raid all’inizio del mese. Anche l’ospedale di al-Awda, uno degli ultimi funzionanti rimasti nel nord di Gaza, potrebbe presto smettere di funzionare. Il personale medico ha detto ad Al Jazeera che l'ospedale al-Awda rischia di chiudere dopo che l'esercito israeliano ha assediato la struttura medica per 18 giorni e ucciso diversi membri del personale.
Scoperta importante rete di tunnel Hamas lunga oltre 10 chilometri
Le Forze di difesa d'Israele (Idf) hanno rivelato di aver scoperto un'importante rete di tunnel appartenente al movimento islamista palestinese Hamas, che passerebbe sotto un ospedale e un'università della Striscia di Gaza. In un post su X, le Idf hanno spiegato che la rete, lunga più di 10 chilometri, si dirama nell'area centro-settentrionale della Striscia, passando "sotto l'ospedale dell'amicizia turco-palestinese" e un'università situata nelle vicinanze, e proseguendo fino al quartiere Zeitoun di Gaza City.
Secondo le Idf, il tunnel era usato sia dalle brigate di Hamas di Gaza City che da quelle dell'area centrale dell'exclave palestinese. Inoltre, le forze israeliane avrebbero scoperto alloggi, bagni e depositi di armi nei tunnel, oltre ai cadaveri di diversi presunti membri di Hamas. Le sezioni principali della rete di tunnel sono state distrutte, hanno aggiunto le Idf.
Relatore Onu: "Israele affama di proposito i palestinesi"
Israele "sta intenzionalmente affamando" i palestinesi nel conflitto in corso contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato in un'intervista esclusiva al quotidiano britannico Guardian Michael Fakhri, relatore speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione. "Privare intenzionalmente le persone del cibo è chiaramente un crimine di guerra - ha aggiunto -. Dal mio punto di vista, come esperto di diritti umani delle Nazioni Unite, questa è ora una situazione di genocidio". In questo senso il Ministero della Sanità di Gaza avverte di imminenti morti di massa dovute alla carestia. Ashraf al-Qudra, portavoce del Ministero della Sanità di Gaza, ha invitato le agenzie internazionali a fornire urgentemente cibo e acqua potabile in tutta Gaza per scongiurare un'enorme catastrofe umanitaria.
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