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È di almeno 28.985 morti e 68.883 feriti il bilancio delle vittime dall’assedio delle forze di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, giorno dell'attacco contro Israele. Lo ha reso noto ieri il ministero della Sanità di Gaza secondo cui nelle ultime 24 ore sono morte 127 persone e altre 205 sono rimaste ferite. "Israele continuerà a combattere fino" alla sconfitta di Hamas nell’enclave, inclusa la città meridionale di Rafah, ha detto ieri sera il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. "Questa vittoria è a portata di mano", ha detto il capo del governo, sottolineando che la sua politica è basata su "una forte pressione militare e negoziati difficili". "Continueremo ad agire in questo modo finché non libereremo tutti", ha detto Netanyahu riferendosi agli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza. Il premier ha definito ancora una volta "deliranti" le richieste di Hamas, affermando che i colloqui andranno avanti solo quando il gruppo palestinese avrà ammorbidito la sua posizione. "Non ci fermeremo finché non li avremo distrutto tutti. È solo una questione di tempo", ha aggiunto Netanyahu, riferendosi ad Hamas. Il capo del governo israeliano ha detto di aver informato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che le Forze di difesa di Israele (Idf) andranno avanti con l'operazione militare a Rafah: "Chiunque dica che Israele non dovrebbe farlo sta dicendo che dovremmo perdere la guerra", ha concluso.
Da parte sua, il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Israele per la mancanza di progressi nel raggiungimento di un accordo di tregua a Gaza. In una nota, Haniyeh ha aggiunto ieri che Hamas "accetterà solo la completa cessazione dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione (israeliano) da Gaza e la fine dell'ingiusto assedio". Il leader del gruppo palestinese ha ribadito lo Stato ebraico deve liberare i detenuti palestinesi che scontano lunghe condanne per raggiungere qualsiasi accordo volto a liberare gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano israeliano Times of Israel, più di 500 palestinesi scontano l'ergastolo nelle carceri israeliane, la maggior parte dei quali per attacchi terroristici mortali.
Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, primo ministro del Qatar, il Paese del Golfo maggiormente impegnato nelle negoziazioni, ieri ha espresso profonda preoccupazione riguardo alla situazione in evoluzione a Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, sottolineando che il tempo "non gioca a favore" e che "l'andamento dei negoziati negli ultimi giorni" tra il movimento islamista palestinese Hamas e Israele "non è molto promettente". Parlando alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, il primo ministro ha evitato di entrare nei dettagli delle negoziazioni in corso, ma ha sottolineato l'importanza di affrontare gli aspetti umanitari all'interno di un eventuale accordo. "L'evolversi della situazione a Rafah rischia di essere molto pericolosa per l'intera regione", ha osservato il primo ministro.

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Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu


Da parte sua, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto che Israele ha dinanzi a sé una "straordinaria opportunità” di normalizzare i suoi legami con i Paesi circostanti e, nei prossimi mesi, mettere "una volta per tutte" fine alle aggressioni. “C’è un fatto nuovo", ha detto Blinken: “Potenzialmente tutti i Paesi arabi intendono integrare Israele nella regione, normalizzare le relazioni con Tel Aviv, per chi non l'abbia già fatto, assicurando a Israele maggiore sicurezza". Inoltre, ha spiegato Blinken, i Paesi arabi stanno portando avanti "genuini tentativi di riformare, rivitalizzare l'autorità palestinese, per renderla più efficace nel rappresentare gli interessi dei palestinesi". Un passaggio, che renderebbe l'autorità un partner migliore per Israele nel futuro. Al tempo stesso è "più urgente che mai procedere" andare verso "uno Stato palestinese, uno che possa anche garantire la sicurezza di Israele". Un quadro che "nel suo insieme" può garantire a Israele un grado di sicurezza inedito e in cui l'Iran, "che rappresenta la maggiore minaccia alla sicurezza di molte persone, noi compresi, è isolato".
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, guarda con interesse le osservazioni di Blinken, sottolineando al contempo che la sicurezza di Israele viene prima di tutto e "per questo dobbiamo completare l'opera di indebolimento e sradicamento delle infrastrutture di base di Hamas". Herzog ha inoltre confermato di aver incontrato il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, a margine della conferenza. “È stata una bella discussione. Penso che stia facendo grandi sforzi. Sta compiendo grandi sforzi e dedicando un'enorme attenzione a questo problema", ha detto Herzog, confermando così le indiscrezioni di "Axios" sull'incontro "segreto" per discutere i negoziati sul rilascio degli ostaggi a Gaza. Finora, la maggior parte dei contatti tra Qatar e Israele dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre erano guidati dal capo del Mossad, David Barnea.

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Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken © Imagoeconomica


Intervenendo alla terza e ultima giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha sostenuto che i coloni israeliani sono "terroristi" armati dal governo e che la "causa principale" della crisi a Gaza è la presa "in ostaggio" dei palestinesi non solo nella Striscia. "Quando parliamo di Hamas, che dire del terrorismo dei coloni in Cisgiordania? Non è stato preso alcun provvedimento significativo contro" di loro; "anzi i coloni sono stati armati da Israele", ha sostenuto il premier dicendo che proprio "ieri i coloni hanno ucciso dei bambini palestinesi". "La causa principale del problema è che c'è un'occupazione che il governo israeliano non è disposto nemmeno ad ammettere e riconoscere", ha affermato Shtayyeh. "Non possiamo risolvere il conflitto a meno che (...) non riconosciamo che ci sono cinque milioni di palestinesi sotto occupazione le cui vite sono totalmente in ostaggio. Israele ha preso in ostaggio due milioni di palestinesi a Gaza", ha detto ancora durante una tavola rotonda denunciando che la Striscia è "alla fame".
Shtayyeh ha chiesto alle autorità israeliane di consentire alla popolazione che ha trovato rifugio nel sud della Striscia di Gaza di tornare nelle proprie case. Il leader palestinese ha poi lanciato un avvertimento al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, perché si astenga dal costringere i palestinesi di Gaza ad attraversare il confine con l'Egitto. "Noi e gli egiziani abbiamo lavorato duramente per impedire che ciò accada", ha aggiunto. "L'Egitto non permetterà a nessuno di attraversare il confine", ha detto Shtayyeh.

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