Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Tra conflitti di interesse, sanzioni e condanne la destra si espande nella PA: è la nuova corsa all’oro

“Non solo Sgarbi e Santanché”. Inizia così l’inchiesta pubblicata questa mattina dal Domani sull’elenco di impresentabili del Governo Meloni. Con grande maestria, i colleghi Carmine Gazzanni e Stefano Iannaccone hanno fatto luce sull’ascesa della destra di governo nel “deep state nero”, come lo hanno battezzato.
Dopo gli impresentabili in corsa per Palazzo Chigi del 2022 e i cento parlamentari in conflitto di interessi, ecco i “soliti ignoti” che si spartiscono poltrone e potere di alcune stanze chiave della pubblica amministrazione.
Dal Ministero alla Cultura a quello dell’Agricoltura, dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro all’INPS, dal Gabinetto della Premier alla Sogin SpA, società di Stato strategica incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi provenienti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare. Insomma, nel calderone del “magna magna” di nomi ce ne sono tanti. Anzi troppi.


Puzza di fogne

Uno dei casi emblematici è quello del commissario per la depurazione in Sicilia. Lo scorso agosto Fabio Fatuzzo è stato nominato nuovo Commissario unico per la depurazione, grazie a un decreto con cui la Meloni ha formalizzato la nomina decisa dal ministro degli affari europei Raffaele Fitto, di concerto con il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto. L’obiettivo di chi assume questo incarico è quello di superare le infrazioni inflitte dall’Ue, alcune delle quali già arrivate a sentenza di condanna. Bruxelles di recente ha nuovamente sollecitato i lavori sulla progettazione e la realizzazione di collegamenti, fognatura e depurazione nell’Isola. Pena? Lo Stato deve pagare ulteriori sanzioni. Ed è qui che entra in gioco Fatuzzo, che, stando a greenreport, di cattiva depurazione se ne intenderebbe.


sogin ima 1679163


Già dirigente nazionale del Movimento Sociale Italiano, per il quale è stato Consigliere comunale e provinciale a Catania dal 1980 al 1993, per poi aderire ad Alleanza Nazionale e diventarne parlamentare, di recente Fatuzzo è entrato nella family in Fratelli d’Italia. Nel 2019 è diventato Presidente di Sidra SpA, ente che gestisce il Servizio Idrico Integrato nel catanese. Nulla di incompatibile con il nuovo incarico alla depurazione, solo qualche imbarazzo - si fa per dire - per il moltiplicarsi degli incarichi e per qualche vicenda giudiziaria che lo ha riguardato.
Come hanno riportato Gazzanni e Iannaccone, il neo Commissario unico per la depurazione è stato interessato da una condanna definitiva di 2 anni e 2 mesi nell’ambito del processo Cenere che coinvolse l’ex giunta del comune di Catania, guidata da Umberto Scapagnini, già medico del Cavaliere. Dall’inchiesta ne è sorta un’interdizione dai pubblici uffici. Successivamente, è arrivata la condanna della Corte dei conti per danno erariale. E hanno dovuto restituire 25 mila euro al Comune etneo.
In tempi più recenti, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha deliberato una revoca di finanziamenti per inadempienze nei confronti della Sidra. La società presieduta da Fatuzzo non aveva provveduto a impiegare l’80% delle risorse come stabilito. Così facendo sono stati paralizzati 5 milioni di euro che servivano a realizzare più di 20 progetti.


L’affaire del Sud

Di Fatuzzo ce ne sono due, verrebbe da dire. Il secondo ha come nome di battesimo Antonino Daffinà: è un fedelissimo dell’azzurro Roberto Occhiuto (presidente della Regione Calabria); è uno degli esponenti di spicco di Forza Italia nel Vibonese; e con il numero uno di Sidra - di cui è vice - condivide un destino processuale infausto.
Daffinà è stato nominato sub commissario nazionale alla depurazione delle acque reflue e al collettamento nello stesso decreto di nomina di Fatuzzo. Anche per lui l’incarico è arrivato direttamente dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Una sovrastruttura nazionale, con ufficio del commissario, che è chiamata alla razionalizzazione del settore e alla individuazione degli investimenti necessari. Il tutto all’interno del quadro del PNRR.


lolobrigita ima 2091383

Francesco Lollobrigida


Il Domani ha ricordato come nel 2022 Daffinà “ha subito una sentenza di condanna per danno erariale, in merito alla compravendita di un immobile da adibire a sede dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) di Vibo Valentia”. In appello la Corte dei conti ha condannato Daffinà “al pagamento di 70mila euro per l’operazione, in attesa del ricorso in Cassazione annunciato dal manager”.
Infine, c’è Salvatore Cordaro, l’altro vice di Fatuzzo. Nessuna condanna per lui, solo un po’ di coincidenze. Dopo la sua esperienza da assessore della giunta di Musumeci, ha scritto il Domani, “gli è stato garantito il ruolo di subcommissario dopo che da aprile a dicembre dello scorso anno è stato consulente a Palazzo Chigi, proprio presso il dipartimento di Musumeci”.


Dal nucleare al PNRR: asset strategici in mano “agli amici degli amici”

L’elenco degli impresentabili contenuti nell’inchiesta del Domani è ancora lungo. C’è il presidente dell’INPS Gabriele Fava, giuslavorista di lungo corso che “per anni è stato suggeritore dei colossi del delivery food finiti in causa proprio con l’istituto di previdenza”. C’è poi il capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputo che nonostante l’incarico al fianco della premier con il più alto compenso dentro Palazzo Chigi, ha continuato a svolgere funzioni da presidente degli organismi di vigilanza di Ismea e Unirelab legate al ministero dell’Agricoltura del “cognato d’Italia” Francesco Lollobrigida. Compare il nome di Fabio Vitale, anche lui ritenuto molto vicino al ministro dell’Agricoltura, diventato direttore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura poco dopo l’insediamento del governo Meloni. L’Agea oltre a svolgere compiti di coordinamento, ha anche la mansione di erogare i fondi dell'Unione europea ai produttori agricoli. E, come se non bastasse, stando al Domanirumors dicono che Vitale sarebbe in procinto di entrare nel consiglio d’amministrazione dell’INPS”. Ma il direttore di Agea smentisce tutto.


musumeci ima 2091383

Nello Musumeci


Per non parlare della nomina di Giuseppe Bono a capo del settore regolatorio autorizzazione e istituzionale della Sogin SpA, la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. Una nomina oggetto anche di una recente interrogazione parlamentare mossa dal Gruppo PD della Camera dei deputati. L’amministratore delegato voluto dal Governo, Gian Luca Artizzu, avrebbe bruciato alcune tappe per assegnare il ruolo a Bono, “sollevando perplessità visto che undici dirigenti interni, con funzioni di vicedirettore, sono rimasti senza delega”, ha riportato il Domani.
Infine, c’è Massimiliano Panero, il cui nome figura nel cda della Sogesid, “una società in house providing delle amministrazioni centrali dello Stato”, che garantisce il supporto necessario alla tempestiva realizzazione degli interventi pubblici per la piena attuazione della transizione ecologica, compreso il PNRR.
Quello di Panero è un curriculum che ha poco a che vedere con il profilo della Sogesid SpA. Appare evidente, infatti, che più che per le competenze tecniche afferenti alla società, sia stato premiato per il suo gravitare nell'orbita dell'estrema destra e per la sua militanza in Casapound, per la cui lista risulta essersi candidato in occasione delle elezioni europee del 2019 nel piemontese.
Insomma, l’ennesima dimostrazione che con Giorgia Meloni il merito non conta. O fai parte della “cricca” o sei fuori. Un continuum che ricorda Silvio Berlusconi.



 

Fabio Fatuzzo ''impresentabile''? Richiesta di rettifica

Riceviamo e pubblichiamo una richiesta di rettifica dall'avv. Vittorio Lo Presti, legale del Prof. Fabio Fatuzzo, da noi citato nell'articolo “Gli impresentabili di Giorgia Meloni” in virtù di alcune vicende giudiziarie che lo hanno interessato in passato. Ci preme sottolineare che, a nostro parere, chi riceve condanne definitive per fatti legati alla pubblica amministrazione non dovrebbe assumere incarichi pubblici. Ecco perché per noi restano "impresentabili" al di là delle riabilitazioni da parte dei Tribunali di Sorveglianza.

Egregio Direttore,

in relazione all’art. pubblicato su ANTIMAFIADuemila il 5.02.24 titolato “Gli impresentabili di Giorgia Meloni”, desidero comunicarle, nell’interesse dell’On. Prof. Fabio Fatuzzo, alcuni dati, di cui sicuramente lei non è a conoscenza, che riguardano il suddetto Prof. Fabio Fatuzzo, dal suo giornale ritenuto “impresentabile”.

Noi certamente, non neghiamo che il suddetto On. Prof. Fatuzzo, sia stato, suo malgrado, coinvolto in una vicenda penale quando era assessore alla pubblica istruzione ed alla cultura al comune di Catania (e quindi, responsabile della vicenda soltanto perché partecipò ad una soltanto delle diverse giunte comunali nelle quali fu approvato parte dell’iter della delibera poi oggetto del processo e che nulla aveva a che fare con i settori amministrativi a lui assegnati, quindi una sorta di responsabilità “collegiale”) che risale ad oltre 20 anni addietro, ma quello che a Lei non sarà stato riferito e di cui mi pregio informarla è che il prof. Fatuzzo, è stato regolarmente riabilitato, per tale vicenda, dal Tribunale di Sorveglianza di Catania.

Pertanto, per tale vicenda, certamente, non può definirsi “impresentabile” posto che, come a Lei sicuramente noto, la riabilitazione del condannato è frutto di un complicato e lungo procedimento giudiziario ed amministrativo che, valuta non soltanto la vicenda processuale, ma entra anche nel merito delle frequentazioni, del modo di vivere e, persino, della moralità del soggetto da riabilitare giacché vengono richieste informazioni dettagliate, sul soggetto, alle forze dell’ordine in merito alla vita anteatta ed attuale del riabilitando e viene valutata, non solo in termini legali ma anche in termini addirittura morali del soggetto. Il Prof. Fatuzzo ha superato tali controlli ed è stato riabilitato ed è già in corso la relativa procedura di cancellazione sancita dalla l. Cartabia, avente ad oggetto il cd. “diritto all’oblio”.

Per quanto concerne la sua presunta incapacità e alla scelta fatta su di lui per “amichettismo”, Vi informo che il suddetto ha una esperienza ultradecennale nel campo della depurazione. Egli è stato, infatti, per quasi dieci anni presidente e, poi, direttore generale dell’ACOSET SPA società che si occupa della distribuzione idrica e, quindi, della conseguente depurazione in 20 comuni della provincia di Catania e, come tale, gestisce vari depuratori. Tale società, quando Fatuzzo fu eletto presidente, era in forte sofferenza economica e finanziaria avendo, il precedente presidente, cercato, senza risultati, di attuare una politica espansiva che aveva svuotato le casse della società.

Sotto la “gestione” Fatuzzo la società ha risanato i bilanci e sono stati risolti una lunga serie di annosi problemi. Poi, nonostante tali risultati estremamente positivi al Prof. Fatuzzo non fu più rinnovata la fiducia dei soci (tutti i sindaci dei 20 comuni, la maggioranza dei quali “di sinistra”).

Il prof. Fatuzzo fu poi nominato Presidente della Sidra SPA, società che si occupa della distribuzione idrica e della conseguente depurazione nella città di Catania ed anch’essa, pertanto, gestisce depuratori, giacché il Sindaco di Catania non volle disperdere il patrimonio tecnico e professionale acquisito dal suddetto Fatuzzo.

A dispetto di quanto da Voi scritto anche i risultati, in SIDRA SPA, sono stati strabilianti e, per la vicenda da Voi citata della perdita dei finanziamenti, causata da un problema di natura tecnica, è stato proposto ricorso alla superiore giurisdizione del procedimento affinché venga riconosciuto il buon diritto della società all’erogazione del finanziamento che, quindi, non è per nulla perduto essendo ancora in corso la relativa procedura.

[...]

Studio Legale Lo Presti

Avv. Vittorio Lo Presti

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Allarme Transparency International: lotta contro la corruzione quasi ferma nei Paesi Ue

Cento parlamentari in conflitto di interessi tra Cda, appalti e lobby

Elezioni 2022: ecco gli impresentabili nelle liste 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos