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“I media italiani rifiutano di mettere a fuoco il ruolo del governo Meloni nel massacro di Gaza, ma la documentazione a nostra disposizione è ormai troppo ampia per continuare a nascondere questa questione decisiva”. Così Alessandro Orsini, docente ed esperto di sociologia del terrorismo, nel suo editoriale pubblicato oggi su Il Fatto Quotidiano.
“In primo luogo - scrive Orsini - occorre chiarire che gli Stati coinvolti nel massacro di Gaza sono di tre tipi: gli Stati responsabili, gli Stati complici e gli Stati corresponsabili. Lo Stato responsabile è quello che massacra ovvero Israele; lo Stato complice è quello che rende possibile il massacro ovvero gli Stati Uniti che forniscono a Israele i proiettili con cui Netanyahu perfora i corpi dei palestinesi; lo Stato corresponsabile è quello che opera per impedire che il massacro abbia fine”. Secondo Orsini, “il governo Meloni rientra in quest’ultima categoria. Il suo ruolo è di operare affinché Israele non subisca nessuna misura punitiva. Quanto ai documenti, la corresponsabilità politica di Tajani nel massacro di Gaza emerge da quattro fatti principali”. Quindi il docente ha elencato i quattro punti che dimostrerebbero la corresponsabilità del governo Meloni.
“Il primo fatto è che Tajani, il 28 ottobre 2023, si è astenuto nella risoluzione Onu per una tregua a Gaza: 'L’Italia è e sarà con fermezza solidale verso Israele - ha spiegato all’Assemblea l’ambasciatore Massari - per noi la sicurezza di Israele non è negoziabile. Questo è ciò che il governo italiano, dal primo ministro al ministro degli Esteri, ha sempre sostenuto'. Quando Tajani rilasciava questa dichiarazione per bocca di Massari, i bambini massacrati a Gaza erano già 10.000. Oggi sono più di 12.000”.
“Il secondo fatto che rende evidente la corresponsabilità politica di Tajani sono le parole che questi ha rivolto a Netanyahu, il 25 gennaio 2024: 'Sostegno a Israele, ma più attenzione ai civili'. Tajani, pur sapendo che Israele ha ucciso 25.000 civili, ha ribadito il suo sostegno all’azione militare d’Israele, tant’è vero che il ministro degli Esteri israeliano, Katz, lo ha definito: 'Un vero amico d’Israele'".
“Il terzo fatto è la decisione di Tajani di schierarsi al fianco di Netanyahu nel processo che Israele dovrà affrontare per genocidio davanti al tribunale di giustizia dell’Onu”.
“Il quarto fatto è la decisione di Tajani di intervenire nel Mar Rosso contro gli Houthi”. Il ministro degli Esteri, ha ricordato Orsini, “ha dichiarato che l’operazione militare dell’Italia servirà a difendere le navi italiane. In realtà, Tajani ha concepito la missione per difendere le navi israeliane. Infatti gli Houthi non hanno mai attaccato, né pensato di attaccare, navi battenti bandiera italiana. Gli attacchi degli Houthi sono rivolti contro le navi israeliane e le navi americane o contro quelle navi occidentali che portano aiuti a Israele. Gli Houthi lanciano i missili per fermare il massacro a Gaza. Lo conferma la dichiarazione ufficiale del loro portavoce, il quale ha detto che gli Houthi cesseranno il lancio dei missili quando Israele cesserà i bombardamenti a Gaza”. "Tajani - ha commentato il sociologo - anziché premere su Israele perché interrompa il massacro, ha predisposto la Marina Italiana per uno scontro con gli Houthi. Tajani lavora affinché Netanyahu abbia mano libera a Gaza e affinché possa bombardare i palestinesi fino a quando lo riterrà opportuno. Desta impressione che i media italiani non riescano a dire che Tajani è favorevole al bombardamento di Gaza e che si batte con Biden affinché prosegua. Tajani potrà smentire questa rubrica dichiarando di essere favorevole al cessate il fuoco condannando Israele per avere massacrato 25.000 civili in un bombardamento che non ha precedenti nemmeno nella Seconda guerra mondiale per l’ampiezza delle sue devastazioni. Una documentazione esorbitante dimostra che Tajani è politicamente corresponsabile del massacro di 12.000 bambini a Gaza”, ha concluso il docente.

Foto © Imagoeconomica

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