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Le indagini in corso ma intanto 2 milioni di persone sono a rischio. L’Ong: “Senza fondi impossibile lavorare oltre febbraio”

Le autorità israeliane hanno fornito all’Unrwa informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti nei terribili attacchi del 7 ottobre. Per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di questi membri e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità. Qualsiasi dipendente coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali". Lo ha detto il commissario generale di Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi) Philippe Lazzarini, ribadendo la condanna degli attacchi di Hamas e parlando di “accuse scioccanti”.
Il segretario generale Onu Antonio Guterres si è detto “inorridito dalla notizia”, e ha chiesto a Lazzarini di indagare rapidamente sulla questione e garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che ha partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale. “Siamo estremamente preoccupati per le accuse di coinvolgimento del personale dell’Unrwa negli attacchi del 7 ottobre” ha dichiarato l’Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri Joseph Borrell. “L’Unrwa ha svolto per molti anni un ruolo fondamentale nel sostenere i rifugiati palestinesi vulnerabili nell’accesso a servizi vitali come l’istruzione e la salute, ed è un partner cruciale della comunità internazionale, compresa l’Ue. Siamo in contatto con l’Unrwa e ci aspettiamo che fornisca piena trasparenza sulle accuse e che prenda misure immediate contro il personale coinvolto. La Commissione valuterà gli ulteriori passi da compiere e trarrà insegnamenti in base ai risultati di un’indagine completa ed esaustiva”, ha aggiunto.
Intanto gli Stati Uniti hanno temporaneamente sospeso i finanziamenti all’agenzia delle Nazioni Unite. Anche Italia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Australia, Canada, Olanda, Svizzera, Finlandia e Austria hanno deciso di sospendere i finanziamenti all'agenzia ONU. Guterres ha lanciato un appello affinché gli Stati donatori riprendano i finanziamenti. “L’Unrwa è la principale agenzia umanitaria a Gaza, da cui dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza", ha affermato in una nota il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini. "Molti soffrono la fame mentre il tempo stringe verso un'incombente carestia. L'Agenzia gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità", ha aggiunto.


Unrwa: “Senza fondi impossibile lavorare oltre febbraio”

L'Unrwa ha dichiarato che non sarà in grado di continuare le operazioni a Gaza e in tutta la regione oltre la fine di febbraio, se non riprenderanno i finanziamenti a suo favore. "Se i finanziamenti non verranno ripristinati, l'Unrwa non sarà in grado di continuare i suoi servizi e le sue operazioni in tutta la regione, inclusa Gaza, oltre la fine di febbraio", ha riferito a Reuters un portavoce dell'agenzia. Si stima che circa due milioni di persone dipendano dai servizi dell'Unrwa. Circa 3.000 dei 13.000 dipendenti dell'agenzia continuano a lavorare a Gaza nonostante i continui bombardamenti israeliani.


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La Spagna mantiene i suoi rapporti con l’Unrwa

Madrid manterrà i suoi rapporti con l’Unrwa, nonostante le accuse riguardanti il presunto coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti negli attentati del 7 ottobre in Israele, ha annunciato il ministro degli Esteri. "Non cambieremo il nostro rapporto con l'Unrwa”, che è "un'agenzia delle Nazioni Unite essenziale per alleviare la situazione umanitaria", ha dichiarato il ministro José Manuel Albares davanti al Congresso dei Deputati. La Spagna tuttavia "seguirà da vicino l'indagine interna" annunciata dall'agenzia "e i risultati che potrebbe produrre", ha continuato il capo della diplomazia spagnola.


A Gaza City uccise decine di civili, soprattutto donne e bambini

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che "decine di civili, per lo più bambini e donne" sono stati uccisi nell'ultimo bombardamento israeliano della Striscia di Gaza. Le forze militari israeliane hanno effettuato attacchi aerei intensi e feroci contro il quartiere di Al-Zaytoun, a Sud di Gaza City, e l'area di Tal Al-Hawa, a ovest della città, provocando l'uccisione di diverse persone e causando molti feriti.
Sempre a Gaza City le forze armate israeliane hanno ordinato oggi agli abitanti di diversi quartieri (nel settore Nord della Striscia) di raggiungere le 'zone umanitarie' approntate a Deir el-Ballah, nel Sud della Striscia. Lo ha reso noto il portavoce militare Avichay Adraee precisando che i rioni che vanno sgomberati sono Nasser, Sheikh Radwan, Shati, Sabra, Sheikh Ajlin e Tel al-Hawa.


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Agli abitanti viene indicato di utilizzare il lungomare di Gaza per raggiungere il Sud della Striscia. Intanto intensi combattimenti sono segnalati anche oggi a Khan Yunis, nel Sud della Striscia, in particolare nel settore Ovest. Intanto la scorsa notte, almeno 23 civili sono stati uccisi e altri feriti in un attacco aereo israeliano contro una casa abitata. Sarebbero 26.637 i morti e 65.387 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre dello scorso anno. Questo il bilancio aggiornato dal ministero della Salute dell'enclave palestinese. Secondo il bollettino, riportano le tv satellitari arabe, in 24 ore sono morte 215 persone.


Accordo tra Israele, Usa, Egitto e Qatar su pause nei combattimenti in cambio di ostaggi

I negoziatori di Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar riuniti a Parigi hanno raggiunto un accordo sul rilascio degli ostaggi, in cambio di pause a fasi nei combattimenti, della consegna di aiuti a Gaza e del rilascio di detenuti palestinesi. Lo rivela Nbc News, citando una fonte a conoscenza dei negoziati, secondo cui anche il rilascio dei restanti ostaggi detenuti nella Striscia avverrebbe a fasi, cominciando da donne e bambini.
La bozza verrà presentata oggi ad Hamas.
"C'è ancora una strada lunga da fare". Così al Times of Israel funzionari israeliani. Secondo il giornale Israel Hayom, i capi del Mossad e dello Shin Bet avrebbero detto ai loro colleghi americani, egiziani e qatarini che Israele è flessibile sulla lunghezza del cessate il fuoco che verrebbe accordato, del numero dei prigionieri rilasciati e sulla quantità di aiuti umanitari che dovrebbero entrare a Gaza, ma in nessun caso concorderanno la fine della guerra. Cosa che, invece, Hamas si aspetta ribadendola come condizione imprescindibile per il rilascio di tutti gli ostaggi.

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