Il ricordo di Paolo Borsellino; i cinquantasette giorni che separano la strage di Capaci con quella di via d'Amelio; le indagini sulla morte di Giovanni Falcone; l'incontro che ebbe con Giovanni Tinebra il 20 luglio, giorno dopo della strage. In questa intervista Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo ed oggi avvocato, ripercorre quanto vissuto in prima persona in quella terribile stagione. "All'indomani della strage di via d'Amelio, se vogliamo ingenuamente, quando Tinebra mi chiese di riferire informalmente ciò che sapevo, di raccontare ciò che sapevo su Contrada, sulle confidenze di Mutolo fatte a Borsellino su Contrada, l'incontro di Borsellino con Contrada negli uffici del Ministero degli Interni che tanto aveva inquietato Borsellino. Tinebra non verbalizzò, pur avendo promesso che mi avrebbe richiamato nei giorni successivi". Ciò non accadde e, diversamente, Tinebra si affidò proprio a Contrada per le indagini sulla strage di via d'Amelio. "E' una cosa che fa rabbrividire - dice Ingroia - che lo stesso giorno in cui io portai dichiarazioni, che a nostro parere potevano aiutare ad individuare uno dei responsabili della strage, il Procuratore incaricato delle indagini affidava a quella stessa persona l'indagine su Borsellino".
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- Aaron Pettinari