Dopo aver postato qualche settimana fa il demo di un pezzo nuovo su Gaza, "Under The Rubble", Roger Waters è tornato con un video pubblicato sul suo account X, in cui riprende le parole di una lettera scritta nel 2015 ad Howard Stern: "Era una sua replica in risposta a una mia lettera a Bon Jovi che doveva suonare a Tel Aviv". "Vorrei chiarire alcuni punti che hai sollevato - ha continuato - dici ripetutamente che ho qualcosa contro gli ebrei e mi accusi anche di antisemitismo. Non è così: non ho niente contro di loro o la loro religione più di quanto possa avercela con gli indù o i musulmani, il Papa o il Dalai Lama o ogni altra religione o gruppo etnico. Non sono un bigotto, non giudico le persone o i governi in base alla loro religione o al loro background etnico". Poi, Waters, sempre rileggendo la lettera a Stern: "Mi chiedi di istruirti": "Gli stati arabi vicini (alla Palestina, ndr) resistono. C'è una breve guerra, ma le bande terroristiche sioniste sono organizzate e potenti e prevalgono. Ti scacciano insieme alle tue famiglie dalle vostre case. Lo fanno con la forza. Sto parlando di omicidi, esecuzioni, stupri, brutalità. Come radere al suolo interi villaggi". Segue un lungo discorso sulla storia di Israele e Palestina, a partire dal 1947-48. Nel concludere, ovviamente, il cofondatore dei Pink Floyd ha fatto riferimento all’attuale situazione a Gaza: "Tutti possono sbagliare, ma i diritti umani sono importanti. Le persone contano. Il genocidio progressivo del popolo palestinese non è meno atroce del genocidio dei nativi americani. Il genocidio è sempre sbagliato".
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