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Onu: “Seriamente preoccupati per raid nel centro di Gaza”. Il capo di stato maggiore dell’esercito: “La guerra andrà avanti ancora per molti mesi

A Gaza non cessano i bombardamenti di Natale nemmeno durante le festività. Ieri 25 dicembre, giorno di Natale, raid si sono abbattuti nei campi di Al-Maghazi e Al-Bureij e hanno provocato 209 feriti e 131 morti arrivati finora all’ospedale di Al-Aqsa. Circa la metà di loro erano donne e bambini. A riportarlo Msf su X, che ribadisce, come fa da due mesi, che “nessun luogo è sicuro a Gaza”. Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che almeno 20.915 persone sono state uccise nell’enclave palestinese da quando è scoppiata la guerra con Israele il 7 ottobre. Il ministero ha detto che altre 54.918 persone sono state ferite in più di 11 settimane di combattimenti. Israele, da parte sua, ha affermato di aver svolto azioni militari sia nel nord sia nel sud della Striscia di Gaza “colpendo oltre 100 obiettivi terroristici di Hamas, inclusi imbocchi di tunnel, infrastrutture ed altri siti di carattere militare”. Lo ha riferito il portavoce militare.
Al Jazeera riporta che il Ministero degli Esteri dell’Anp ha affermato che è necessaria una “posizione internazionale coraggiosa per fermare immediatamente l’aggressione contro la Striscia e il crimine di pulizia etnica e di sfollamento prima che sia troppo tardi”. Hamas ha detto invece che non permetterà a Israele “di approvare alcun piano che cancelli o allontani il popolo dalla sua terra e dai suoi luoghi santi”. Le due affermazioni arrivano in risposta alle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che secondo alcuni media locali ha detto ieri in una riunione del suo partito Likud di essere pronto a incoraggiare la migrazione volontaria dei palestinesi dalla Striscia di Gaza. “La guerra” a Gaza, intanto, ha detto il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Haleviandrà avanti ancora per molti mesi”. 

Gallant: “Chiunque è un potenziale obiettivo”
In un intervento alla Commissione parlamentare per la sicurezza e la difesa, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto oggi che Israele è attaccato su sette fronti, e che su sei di essi ha già reagito. "Siamo stati attaccati - ha rilevato - da Gaza, Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Yemen ed Iran”. “Abbiamo reagito ed operato contro sei di quei fronti”, ha aggiunto, senza tuttavia menzionare quali di essi fosse il settimo. “Voglio dirlo in maniera esplicita: chiunque opera contro di noi rappresenta un obiettivo potenziale. Non c’è immunità per alcuno”. 

Colpita sede Mezzaluna Rossa a Khan Yunis
Proiettili dell’artiglieria israeliana hanno colpito i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese a Khan Yunis, nel settore sud della Striscia di Gaza, e hanno provocato alcune vittime fra gli sfollati che si trovavano al suo interno. Lo ha riferito su X la Mezzaluna Rossa palestinese. Nel palazzo in questione, ha aggiunto, avevano trovato riparo migliaia di sfollati. In Israele questa notizia non è stata ancora commentata.

Onu: “Seriamente preoccupati per raid nel centro di Gaza”
L’Onu si è detta “seriamente preoccupata” per i continui bombardamenti israeliani sulla zona centrale della Striscia di Gaza e ha esortato le forze israeliane ad adottare tutte le misure disponibili per proteggere i civili. “Siamo seriamente preoccupati per il continuo bombardamento del centro di Gaza da parte delle forze israeliane. Tutti gli attacchi devono rispettare rigorosamente i principi del diritto umanitario internazionale”, ha affermato in una nota il portavoce dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Seif Magango. “È particolarmente preoccupante - ha aggiunto - che questi ultimi intensi bombardamenti avvengano dopo che le forze israeliane hanno ordinato ai palestinesi a sud di Wadi Gaza di spostarsi verso il centro di Gaza e Tal al Sultan a Rafah”.


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Arrestata la politica Khalida Jarrar
La politica palestinese Khalida Jarrar è stata arrestata dalle forze israeliane a Ramallah, in Cisgiordania. Arrestata già diverse volte in passato, la 60enne è membra del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) e del Consiglio legislativo palestinese (Plc). A sua difesa si erano mobilitati ong internazionali e persino intellettuali israeliani che avevano riconosciuto l’insussistenza delle accuse mosse a suo carico. Nel 2021 era stata rilasciata da Israele dopo due anni di carcere preventivo, fermata in seguito a un attacco terroristico che costò la vita alla 17enne israeliana Rina Shnerb ma per il quale, in seguito, non erano state dimostrate sue responsabilità. Movimento politico e militare di orientamento marxista-leninista, l’Fplp è considerato da Israele un’organizzazione terroristica.  

Wafa: “Due palestinesi uccisi in Cisgiordania”
Due palestinesi - uno dei quali di 17 anni - sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel campo profughi di Al-Fawwar, a sud di Hebron in Cisgiordania. Lo ha riferito l’agenzia Wafa che cita fonti mediche. Si tratta di Ibrahim Majid Abdel Majeed Al-Titi (31 anni) e Ahmed Muhammad Youssef Yaghi (17) “uccisi - ha sostenuto la stessa fonte - dai proiettili dell’occupazione”. Negli stessi scontri ci sono stati anche due feriti. L’esercito israeliano non ha ancora commentato il fatto. 

Esploso minibus a Khan Yunis: 4 morti
Quattro persone sono morte oggi a Khan Yunis (nel settore sud della Striscia di Gaza) in una deflagrazione avvenuta all’interno di un minibus. Lo riferiscono fonti locali secondo cui la esplosione è avvenuta nel settore occidentale della città, a breve distanza dalla moschea Halil al-Rahman. L’identità degli uccisi non è ancora nota. Alcuni giorni fa nella vicina città di Rafah una jeep era stata centrata da un razzo sparato da un velivolo israeliano. In seguito si è appreso che si era trattata di “un’esecuzione mirata” diretta contro un esponente di Hamas che, secondo Israele, era coinvolto in traffico di armi. 

Interrotte tutte le comunicazioni a Gaza
La società palestinese di telecomunicazioni Paltel ha annunciato un nuovo taglio delle telecomunicazioni nella Striscia di Gaza, il quarto dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre. “Siamo spiacenti di annunciare un’interruzione totale delle telecomunicazioni fisse e dei servizi internet nella Striscia di Gaza a causa del protrarsi dell’aggressione”, ha dichiarato la società in un comunicato, aggiungendo che le sue squadre di tecnici “stanno lavorando per ripristinare i servizi nonostante la pericolosità delle condizioni sul terreno”. 

Idf: “Vicini a completare lo smantellamento dei battaglioni di Hamas nel nord di Gaza”
Il capo delle forze armate israeliane, il generale Herzi Halevi, ha detto che si stanno allargando le operazioni nel sud e nel centro di Gaza mentre si è vicini allo smantellamento dei battaglioni di Hamas nella parte settentrionale della Striscia. Ma, ha avvisato, la guerra durerà ancora “molti altri mesi”. “Ho appena lasciato la Striscia di Gaza - ha detto ancora in una conferenza stampa nel sud di Israele - ho incontrato le truppe nel nord della Striscia. Sono rimasto colpito dal modo in cui le nostre forze stanno combattendo, lavorando e raggiungendo gli obiettivi che avevamo fissato. L’Idf è vicino a completare lo smantellamento dei battaglioni di Hamas nel nord di Gaza”. “Abbiamo eliminato molti terroristi e comandanti, alcuni di loro si sono arresi alle nostre forze ed abbiamo preso centinaia di prigionieri - ha aggiunto - abbiamo distrutto molte infrastrutture sotterranee e armi”. Ma, ha sostenuto, “in questa area densamente urbana, dove i terroristi sono vestiti come civili, non si può dire che li abbiamo uccisi tutti”. “Probabilmente incontreremo altri combattenti di Hamas in questa area e continueremo ad attaccarli in vari modi”, ha continuato parlando del nord, sottolineando che ora “stiamo concentrando la nostra offensiva nel sud di Gaza Khan Younis, i campi nel centro della Striscia”. “Non permetteremo un ritorno alla situazione di sicurezza prima del 7 ottobre, e non permetteremo che una cosa del genere si ripeta”, ha detto ancora riferendosi agli attacchi di Hamas. 

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