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Netanyahu: “Continueremo fino alla fine”. Ritirato lo staff del Mossad dal Qatar, trattative a un punto morto con Hamas

Secondo il Times of Israel l’esercito israeliano ha lanciato ieri una massiccia ondata di attacchi contro obiettivi di Hamas e di altri gruppi terroristici nel sud della Striscia di Gaza. Il quotidiano ha scritto di “estese battaglie di terra” intorno alla città di Khan Younis, nella parte meridionale dell’area isolata. L’Idf ha riferito che alcuni dirigenti di Hamas si trovavano nella zona. Citando residenti della Striscia di Gaza, il quotidiano israeliano ha aggiunto che l’esercito israeliano ha lanciato volantini a Khan Younis invitando i residenti a fuggire a Rafah, nel sud, poiché la zona era pericolosa. Sono stati segnalati attacchi dell’Idf anche a Rafah.
Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza, però, ha affermato oggi che 240 persone sono state uccise nel territorio palestinese da quando è terminata la pausa nei combattimenti. Altre 650 persone sono rimaste ferite in “centinaia di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria e della marina, ovunque nella Striscia di Gaza”, si legge in una nota, aggiungendo che le forze israeliane hanno “preso di mira in particolare Khan Yunis, dove decine di case sono state distrutte”.
Negli ultimi due giorni siamo intervenuti anche in aree in cui non avevamo operato nell’ultimo mese. E questo si intensificherà. Verrà raggiunta ogni zona in cui è necessario arrivare”. Ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, che si è espresso così a meno di 48 ore dalla fine della pausa nelle ostilità tra Israele e Hamas, con la ripresa delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza. Gallant, riportano i media locali, ha ribadito l’obiettivo israeliano di “eliminare Hamas”. Si tratterà, ha insistito durante una visita a un sito militare vicino alla barriera di confine con la Striscia, di operazioni “precise e mirate”.
In una conferenza stampa, Netanyahu ha affermato le stesse intenzioni aggiungendo che la guerra “continuerà finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi, ovvero riportare indietro i prigionieri ed eliminare Hamas. L’operazione di terra è necessaria per raggiungere gli obiettivi sopra menzionati”.
Intanto, il direttore generale dell’Ufficio governativo per i media di Gaza ha dichiarato all’emittente qatariota Al Jazeera che più di 700 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia nelle ultime 24 ore. Il direttore ha aggiunto inoltre che nell’area sono state sfollate 1,5 milioni di persone. Nelle operazioni di guerra della giornata di ieri, almeno 160 palestinesi sono rimasti uccisi nella Striscia di Gaza, solo fra il campo profughi di Jabalia e Gaza City: in entrambi i casi per la distruzione di palazzine residenziali. Lo afferma l’agenzia dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) in un comunicato, che viene rilanciato da alcuni media. Al Jazeera riferisce, sul suo sito web, che si registrano vittime nell’attacco aereo israeliano sul campo profughi di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza. Secondo l’emittente inoltre, immagini condivise da giornalisti e troupe televisive palestinesi mostrano i residenti che usano le mani per tirare fuori i sopravvissuti da sotto le macerie, mentre altri scoprono cadaveri, incluso un bambino il cui corpo sembra mutilato. Alcuni dei feriti vengono portati via su barelle o anche su materassi, si legge sul sito dell’emittente qatariota.


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Unicef: “In ospedale Al Nassar pieno di madri che piangono bambini in punto di morte
Ovunque ti giri, ci sono bambini con ustioni di terzo grado, ferite da schegge, lesioni cerebrali e ossa rotte. Madri che piangono per bambini che sembrano a poche ore dalla morte. Sembra una zona mortale in questo momento”. Lo ha detto James Elder, portavoce globale dell’Unicef, descrivendo le scene all’interno dell’ospedale al-Nassar a Khan Younis, a sud di Gaza.

Wp: “Gli Usa hanno chiesto a Israele di cambiare strategia a Gaza
Gli Stati Uniti, durante la tregua nei combattimenti a Gaza, hanno fatto pressione su Israele per un cambio di strategia, spiegando che se le nuove operazioni si fossero tradotte nell’uccisione di molti civili, questo avrebbe significato un rifiuto di Israele nei confronti della posizione americana. Lo scrive il Washington Post. Nonostante il cambio di messaggio e di tono, gli osservatori esterni e gli esperti di Medio Oriente ritengono che non sia chiaro se l’amministrazione Biden sia pronta a prendere le distanze o a rompere con Israele se questo snobbasse le esortazioni americane e intraprendesse una nuova campagna aerea devastante.

1300 medici e operatori sanitari chiedono aiuti per Gaza
In una lettera inviata al presidente degli Stati Uniti e ai leader del Congresso, MedGlobal e più di 1.300 medici e operatori sanitari, principalmente dagli Stati Uniti, hanno chiesto il rilascio dei prigionieri a Gaza e il flusso di aiuti umanitari e medici di emergenza nell'enclave costiera assediata.
MedGlobal è un'organizzazione umanitaria con sede negli Stati Uniti che fornisce risposte alle emergenze e programmi sanitari in tutto il mondo.
La lettera sottolinea la necessità di acqua pulita, carburante e assistenza medica per i 2,3 milioni di persone che vivono a Gaza. Chiede inoltre ai leader di spingere l’Egitto e Israele ad aprire tutti i confini per la distribuzione degli aiuti.
Il presidente di MedGlobal e principale firmatario della lettera, il dottor Zaher Sahloul, ha dichiarato: “I medici che lavorano a Gaza hanno dato una somma enorme - e si sono assunti rischi reali - salvando quante più vite possibile di fronte al dolore e al pericolo paralizzanti. I politici dovrebbero considerare questo come un chiaro segnale che una tregua permanente non riguarda la politica, ma i diritti umani”.


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Trattative a un punto morto, Israele ritira lo staff del Mossad dal Qatar
“Alla luce del punto morto in cui sono giunte le trattative, dietro istruzione del premier Benjamin Netanyahu, il capo del Mossad David Barnea ha ordinato al suo staff di rientrare da Doha”: lo rende noto un comunicato ufficiale. “L’organizzazione terroristica Hamas - prosegue il comunicato - non ha realizzato la propria parte dell’accordo, che includeva la liberazione di donne e bambini secondo una lista inoltrata a Hamas, e approvata da quella organizzazione”. “Il capo del Mossad ringrazia il capo della Cia, il ministro egiziano per l’intelligence ed il premier del Qatar - si legge ancora nel comunicato - per la loro partecipazione agli enormi sforzi di mediazione che hanno consentito la liberazione da Gaza di 84 bambini e donne, nonché di 24 cittadini stranieri”.

Hamas: “In ostaggio abbiamo solo uomini e soldati”
Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri, ha detto in un’intervista ad Al Jazeera che l’organizzazione ha consegnato tutte le donne e bambini e che ora “rimangono solo uomini e soldati” in mano ai miliziani. Lo scrive Haaretz. “Israele insiste che abbiamo ancora donne e bambini, anche se abbiamo chiarito che abbiamo consegnato tutte le donne e i bambini in nostro possesso, e ora rimangono solo uomini e soldati”, ha affermato, aggiungendo che attualmente non sono in corso negoziati per una tregua e che Hamas non libererà altri ostaggi senza un cessate il fuoco globale e il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.


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Israele risponde sostenendo che Hamas abbia ancora 15 donne e due bambini e che abbia fatto decadere la tregua non consegnandoli a Israele: lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant. Per questa ragione ieri l’esercito israeliano ha ricevuto l’ordine di “accrescere e potenziare le attività militari a Gaza”. “La pressione militare - secondo Gallant - consente di raggiungere due obiettivi: arrecare danni a Hamas e favorire la liberazione degli ostaggi”. Israele, ha precisato, ha recuperato 110 ostaggi e i corpi di tre prigionieri. “Nessun esercito ha mai fatto meglio contro gruppi terroristici”. Israele ha inoltre ucciso “migliaia di terroristi”.

Msf: “Israele ha attaccato un nostro convoglio il 18 novembre”
“Tutti gli elementi indicano l’esercito israeliano come responsabile dell’attacco” a un convoglio di Medici senza Frontiere (Msf) a Gaza, lo scorso 18 novembre, in cui morirono due persone: lo scrive in un comunicato oggi la stessa organizzazione umanitaria, che allega anche foto e video. “Il 18 novembre 2023 un convoglio di evacuazione di Medici Senza Frontiere (Msf) è stato attaccato a Gaza City. Due persone sono state uccise in quello che è apparso subito come un attacco deliberato contro mezzi di Msf con il simbolo dell’organizzazione ben riconoscibile. Entrambe le vittime erano familiari di membri dello staff di Msf, uno di loro era anche un volontario che supportava l’azione medica all’ospedale di Al Shifa. A distanza di due settimane, dopo aver raccolto le testimonianze del personale presente quel giorno nel convoglio, Msf ritiene che tutti gli elementi indichino l’esercito israeliano come responsabile di questo attacco. Msf ha chiesto una spiegazione formale alle autorità israeliane, oltre a un’indagine indipendente per stabilire i fatti e le responsabilità”. Inoltre, Msf ha raccolto anche testimonianze sulla distruzione lo scorso 20 novembre di cinque suoi veicoli e sui gravi danni causati alla sua clinica a Gaza City, tutti (mezzi e struttura) chiaramente identificati dal logo dell’organizzazione. “Msf condanna ancora una volta e con la massima fermezza l’attacco al suo convoglio e porge nuovamente le sue condoglianze alle famiglie delle vittime”, scrive ancora Medici senza Frontiere.

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