I magistrati saranno valutati come gli scolari (con voti come ottimo, buono, discreto, non positivo, negativo); si conteranno quante volte le richieste di un pm sono state rigettate dal giudice; quante volte le decisioni di un giudice sono state riformate dai colleghi di Appello o di Cassazione e se il Csm, nelle sue valutazioni di professionalità darà parare negativo per due volte di fila, la radiazione (licenziamento) è automatica. Senza contare che basterà una sola 'bocciatura' per vedersi bloccata la carriera e gli aumenti di stipendio.
È questo in estrema sintesi il contenuto del nuovo “fascicolo per la valutazione” del magistrato, ossia le 'pagelle' stilate dalla commissione creata in via Arenula dal ministro Carlo Nordio e guidata dal consigliere della Corte di Appello di Milano Claudio Maria Galoppi, ex consigliere giuridico della ministra Elisabetta Casellati.
Il decreto legislativo si compone di 17 articoli e rappresenta la fine di un lungo percorso cominciato dal governo Draghi con la riforma Cartabia e portato a termine dal governo Meloni.
La prima fase della valutazione sarà affidata ai Consigli giudiziari, gli organi territoriali del Csm in cui il provvedimento introduce la possibilità di voto degli avvocati: in pratica il Consiglio dell’Ordine del foro locale può segnalare fatti specifici, incidenti in senso positivo o negativo sulla professionalità, con particolare riguardo alle situazioni eventuali concrete e oggettive di esercizio non indipendente della funzione e ai comportamenti che denotino evidente mancanza di equilibrio o di preparazione giuridica.
Il decreto, inoltre, stabilisce che il Consiglio Superiore della Magistratura debba consultare anche gli Ordini degli avvocati per quanto riguarda la nomina alle cariche direttive: i procuratori capo saranno selezionati anche in base alle opinioni degli avvocati difensori. In questo modo, lo stesso legale che ha difeso un imputato in un caso di omicidio o strage durante la mattina potrebbe essere chiamato nel pomeriggio a esprimere un parere sulla competenza di coloro che hanno sostenuto l'accusa in quel processo o che hanno emesso la sentenza.
Il risultato sarà inevitabilmente un magistrato burocrate che si limiterà a esercitare l’azione penale nei casi di assoluta evidenza della prova e magari solo nei casi di flagranza del reato o confessione del reo.
Inoltre si preferiranno indagini 'lampo' dal momento che tra i criteri per dare i voti c’è la “laboriosità” e il "tempo di smaltimento del lavoro”.
De facto, quindi, i magistrati eviteranno di condurre inchieste scomode contro politici e colletti bianchi.
Questo nuovo impianto normativo, in soldoni, incentrato sulla logica delle ‘carte a posto’, non permetterà l'avvio di inchieste che presentano anche solo una minima percentuale di esito assolutorio.
Nei giorni scorsi si era arrivati anche a ipotizzare di introdurre test psico-attitudinali per aspiranti magistrati: un obbiettivo presente nel piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli, maestro massone delle loggia P2.
In sostanza il Governo si è assicurato una nuova generazione di magistrati addomesticati e timorosi di avere la carriera danneggiata o peggio, di perdere lavoro e stipendio: un fascicolo non sul magistrato, quindi, ma contro.
Il test e le "gravi anomalie"
"Viene inoltre dato maggiore rilievo, rispetto al passato, alla sussistenza di gravi anomalie concernenti l'esito degli affari nelle successive fasi e gradi del procedimento e del giudizio, e dunque al rigetto delle richieste formulate dal magistrato requirente o alla riforma dei provvedimenti del magistrato giudicante che siano dovuti a motivi particolarmente gravi o che siano particolarmente numerosi. (Si stabiliscono quali sono le gravi anomalie: devono essere particolarmente gravi o particolarmente numerose). Si è snellito - si aggiunge - il procedimento per la valutazione prevedendo la predisposizione, da parte del Csm, di moduli standard estremamente semplificati e l'acquisizione del parere del consiglio dell'ordine degli avvocati".
Ma cosa si intende per “gravi anomalie”?
Il primo testo approdato in commissione parla di grave anomalia “quando il rigetto, la riforma o l’annullamento” delle decisioni “assumono carattere significativo” rispetto al totale dei fascicoli trattati. Ma l’“anomalia”, in base alla nuova versione, può consistere anche se “le ragioni del rigetto, della riforma o dell’annullamento sono in se stesse di particolare gravità”. E chi decide sulla “particolare gravità” o sul “carattere significativo”?
Per ora non è dato sapere. Una cosa è certa: lo scandalo Palamara è stata l'occasione per la politica di varare delle disposizioni per limitare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura attraverso strumenti di valutazione che renderanno i magistrati sempre più 'graditi' alla classe dirigente.
Elaborazione grafica by Paolo Bassani
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