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Possibile tregua umanitaria Israele-Hamas rilasciando 87 ostaggi. Si attendono conferme

Dopo che ieri circa 200 persone sono state uccise nei raid aerei lanciati dalle forze israeliane contro la scuola al-Fakhoora, gestita dall'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, oggi sembrerebbe essere arrivati ad un accordo Israele-Hamas.
"Sono profondamente sconvolto per il fatto che due scuole dell'Unrwa siano state colpite in meno di 24 ore a Gaza. Decine di persone, molte donne e bambini, sono state uccise e ferite mentre cercavano di salvarsi nelle sedi dell'Onu che, ribadisco, sono inviolabili", ha scritto su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Intanto sale il bilancio dell'assedio israeliano nella Striscia di Gaza: 13.000 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani dall'inizio della guerra. Tra i decessi registrati finora ci sono più di 5.500 minorenni e 3.500 donne.
Inoltre, secondo il ministero della Salute a Gaza, sono rimaste ferite 30.000 persone.
L'ultimo bombardamento è stato questa mattina contro i campi profughi di Nuseirat e Khan Yunis in cui sono stati uccisi quasi 50 palestinesi. L’agenzia palestinese Wafa ha informato che “sono state bombardate due case” e che nell’attacco sono rimasti uccisi anche “una donna e suo figlio”.
L'esercito israeliano continua il suo assedio, dunque, anche nei confronti dell'ospedale Al-Shifa di Gaza. “Oggi è stata condotta una missione di valutazione dal rischio molto elevato presso l’ospedale. La squadra ha visto un ospedale non più in grado di funzionare: senza acqua, senza cibo, senza elettricità, senza carburante, le scorte mediche erano esaurite”, ha scritto ieri sera su X il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Considerata questa situazione deplorevole e le condizioni di molti pazienti, compresi i neonati, gli operatori sanitari hanno richiesto supporto per evacuare i pazienti che non possono più ricevere cure salvavita. Stiamo lavorando con i partner per sviluppare un piano di evacuazione urgente e chiediamo la piena facilitazione di questo piano. Continuiamo a chiedere la tutela della salute e dei civili. La situazione attuale è insopportabile e ingiustificabile. Ora serve un cessate il fuoco”, ha affermato.
La situazione estrema e critica, dovuta all'assedio militare, ha costretto il personale medico a evacuare 31 neonati prematuri che si trovavano ancora nell’ospedale Al-Shifa di Gaza. Accompagnati “da tre medici e due infermieri”, ha fatto sapere all’Afp il direttore generale della struttura Mohammad Zaqout, si sono diretti a sud verso l'Egitto. Il responsabile del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale, il dottor Ahmed El Mokhallalati, ha affermato che le truppe israeliane hanno fatto irruzione oggi nel reparto di chirurgia. Secondo El Mokhallalati, le truppe sono rimaste nel reparto 5 ore. “Il personale medico e i pazienti hanno subito un’indagine ingiustificata, con conseguenti umiliazioni”, ha scritto il medico sui social, “un paziente è stato arrestato”. L’esercito israeliano non ha commentato immediatamente l’accaduto.


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Quanto alla tregua umanitaria tra Israele e Hamas, dopo il primo annuncio del Washington Post, anche la tv israeliana N12 ha riferito di un possibile accordo sulla liberazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza, affermando che Hamas avrebbe segnalato di essere pronta in linea di principio a rilasciare 87 prigionieri. Tra questi figurano 53 tra donne, bambini e giovani israeliani e 34 stranieri. In cambio, Israele dovrebbe attuare un cessate il fuoco di cinque giorni nella Striscia e rilasciare dalle proprie carceri un numero imprecisato di donne e minori. Hamas ha chiesto inoltre che venga permesso l’ingresso di più carburante nell’enclave palestinese. Non è ancora chiaro, tuttavia, se l’accordo andrà in porto, dato che il capo di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya al-Sinwar, non ha ancora dato una risposta chiara e definitiva tramite i mediatori in Qatar.
In queste ore di attesa, però, si è fatto sentire l’ayatollah Ali Khamenei, il quale ha invitato i Paesi musulmani a “interrompere i rapporti politici” con Israele “almeno per un periodo di tempo limitato”. La Guida Suprema dell’Iran, nelle scorse settimane aveva già invocato un embargo contro Israele su cibo e petrolio. “I sionisti si definiscono razza superiore e considerano il resto dell’umanità una razza inferiore. Ecco perché la loro coscienza gli permette di uccidere migliaia di bambini senza sentirsi in colpa”, ha affermato Khamenei. “Gli eventi di Gaza hanno rivelato al mondo molte verità nascoste. Una di queste è il fatto che il presidente degli Stati Uniti, il cancelliere tedesco, il presidente francese e il primo ministro britannico sostengono il razzismo”, ha aggiunto.
Anche lo Yemen in queste ore ha dato prova che può intervenire in modo decisivo. La nave mercantile israeliana “Galaxy Leader”, partita dal porto turco di Korfez e diretta a quello indiano di Pipavav, è stata dirottata dalle milizie yemenite Houthi mentre si trovava nel golfo di Aden, il tratto dell’Oceano Indiano compreso tra lo Yemen e la Somalia. A bordo ci sono 25 persone. Poche ore fa un portavoce degli Houthi, miliziani islamici alleati dell’Iran, aveva annunciato su Telegram che il gruppo avrebbe colpito “tutte le navi di proprietà israeliana o che operano per compagnie israeliane o che battano bandiera israeliana”. “Si tratta di una nave con un equipaggio internazionale, senza israeliani”, ha detto il portavoce dell’esercito di Tel Aviv (Idf) Daniel Hagari, definendo il dirottamento “un evento molto grave, a livello mondiale”. Il sequestro è stato confermato anche dal portavoce militare yemenita del gruppo dei ribelli Houthi, Ansarullah, il quale ha affermato che le sue forze hanno sequestrato quella che secondo loro era una nave israeliana nel Mar Rosso e l’hanno portata a riva insieme al suo equipaggio. “Stiamo trattando l’equipaggio in conformità con le norme e i principi islamici”, ha detto, come riporta Al Jazeera. Il portavoce ha avvertito che “qualsiasi nave appartenente a Israele o che lo sostiene” sarà un obiettivo legittimo per le forze Houthi. “Confermiamo la continuazione delle nostre operazioni militari contro Israele finché non cesserà l’aggressione contro Gaza”, ha aggiunto il portavoce.

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