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Giulietto, ci manchi!
Così è scritto su un poster attaccato ai muri delle vie di Palermo. A distanza di ben tre anni dalla sua scomparsa (26 aprile 2020) il suo ricordo è ancora saldo nelle menti di chi lo ha conosciuto.
Una figura intellettuale che, in numerosissimi contesti, si è trovata a gridare, a spiegare e a raccontare da giornalista libero e indipendente i fatti che accadevano nel mondo.
Un combattente puro, autentico, integralista all’ennesima potenza nelle sue convinzioni fondate su dati oggettivi.
Chiesa, fedele comunista gramsciano, ha scritto per grandi testate italiane; dall’Unità, a La Stampa, fino a Il Corriere della Sera. Veniva chiamato come inviato speciale in scenari di guerra e ospitato in molte televisioni per la sua esperienza ed abilità di vedere oltre la cortina di fumo tanto cara ai sacerdoti del 'Politicamente corretto', ai moderati, ai diplomatici e soprattutto ai mediocri e agli ipocriti.
Giulietto era come viene raffigurato: un nemico dei poteri forti.
Per molti del popolo invece era un amico, una voce che portava chiarezza in un mondo carico di incertezze e menzogne.


chiesa giulietto palermo int


Non meno importanti infatti sono state le sue considerazioni espresse durante l’intervista rilasciata da Giorgio Bongiovanni, direttore di ANTIMAFIADuemila. Un’intervista illuminante che è riuscita a superare il milione di visualizzazioni. Segno di un’opinione pubblica che, nel mare magnum dell’informazione, vuole ascoltare ancora una voce in grado di dissipare i dubbi e le illusioni foraggiate da una gigantesca pletora di 'intellettuali di grido' e di 'Opinion leader' che hanno cercato di convincere l’occidente a fare il gioco del padrone d'oltreoceano.
Davanti a questo scenario “l’unica cosa decente che ci resta da fare... star sui coglioni a tutti come sono stati i profeti innanzi e dopo Cristo. Rendersi antipatici, noiosi, insopportabili a tutti quelli che non vogliono aprire gli occhi sulla luce”. L’essenza di Giulietto Chiesa la continuiamo a respirare oggi nelle parole di don Lorenzo Milani.
Chissà cosa avrebbe detto Giulietto sul genocidio che si sta consumando nella striscia di Gaza? Forse si sarebbe recato lui sul posto, per vedere con i suoi occhi l'orrore per poi riportarlo qui, nel comodo e ipocrita 'mondo piccolo' dell'Occidente.
In questa grande transizione che stiamo affrontando avremo avuto bisogno della sua tenacia, unica al mondo, eppure le sue idee rivoluzionarie non ci lasceranno mai soli.





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