Netanyahu approva una pausa di quattro ore dei combattimenti ma rifiuta il cessate il fuoco nonostante le richieste di Macron
Almeno 19 persone sono state uccise ieri in un attacco aereo israeliano contro una casa vicino a un ospedale nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo sostiene il ministero degli Interni palestinese gestito da Hamas. Il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas, invece, afferma che otto persone sono morte in un bombardamento che ha colpito domenica scorsa il complesso medico Nasser nella Striscia di Gaza. Secondo la stessa fonte, alcune delle vittime erano ricoverate in un reparto pediatrico. Immagini fornite dal dicastero e pubblicate dai media internazionali mostrano buchi nei muri di edifici e attrezzature distrutte o ricoperte di polvere. È salito a 10.812 il bilancio delle persone morte nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso, secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità di Hamas. Tra i morti finora ci sarebbero 4.412 bambini e 2.918 donne.
Nella guerra Israele-Hamas “dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco”, ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, all’apertura della conferenza umanitaria su Gaza a Parigi. “Nell’immediato - ha detto - è sulla protezione dei civili che dobbiamo lavorare. Per questo abbiamo bisogno di una pausa umanitaria molto rapida e dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco”. Il presidente francese Emmanuel Macron, aprendo la conferenza umanitaria su Gaza a Parigi, ha lanciato un forte appello ad impegnarsi per “un cessate il fuoco” tra Israele e Hamas. Macron ha insistito sul fatto che a 33 giorni dall’inizio del conflitto con l’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, il cessate il fuoco “deve diventare possibile”.
Di tutt’altro avviso è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che parlando ad alcuni giornalisti lasciando la Casa Bianca ha detto che non esiste “nessuna possibilità” di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Biden ha reso noto che Israele ha accettato di impegnarsi in una pausa nei combattimenti di quattro ore ogni giorno nel nord della Striscia di Gaza, per far rilasciare i 239 ostaggi ancora prigionieri di Hamas. Una richiesta, questa, approvata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la telefonata di lunedì tra i due leader. Netanyahu ha però rifiutato un cessate il fuoco più ampio.
Onu: “Crimini di guerra commessi sia da Hamas che da Israele”
L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato che sia Hamas che Israele hanno commesso crimini di guerra da quando è scoppiato il conflitto il mese scorso. “Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre sono state terribili, brutali e scioccanti: sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi”, ha affermato Türk citato dai media internazionali. “Anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine di guerra, così come l’evacuazione forzata illegale dei civili”, ha aggiunto l’alto commissario Onu. Türk si è espresso così ieri dopo aver visitato il valico di Rafah, che ha definito come una simbolica ancora di salvezza per i 2,3 milioni di persone che vivono a Gaza. “L’ancora di salvezza è stata ingiustamente, scandalosamente debole”, ha detto chiedendo che vengano consegnati più aiuti umanitari all’enclave palestinese. L’alto commissario Onu ha inoltre esortato entrambe le parti ad accettare un cessate il fuoco sulla base di tre imperativi in materia di diritti umani: la fornitura di aiuti a Gaza, il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas e l’attuazione di “una fine duratura dell’occupazione basata sui diritti dei palestinesi e degli israeliani all’autodeterminazione e ai loro legittimi interessi di sicurezza”. Israele ha commentato le accuse di crimini di guerra affermando che “gli attacchi delle Forze di difesa israeliane contro obiettivi militari sono soggetti alle pertinenti disposizioni del diritto internazionale, inclusa l’adozione di precauzioni fattibili e la valutazione che il danno accidentale ai civili non sia eccessivo rispetto al vantaggio militare atteso dall’attacco”.
La situazione sul campo a Nord della Striscia
E’ salito a 34 il numero dei soldati israeliani uccisi dall’inizio delle operazioni dentro la Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui in combattimento nella parte centrale di Gaza è morto il geniere Eliahou Benjamin Elmakayes (29 anni), di Gerusalemme.
L’esercito israeliano ha ucciso in un attacco aereo Ibrahim Abu-Maghsib capo dell’unità missili anti-tank della brigata centrale di Gaza. Lo ha detto il portavoce militare spiegando che Maghsib “nell’ambito della sua posizione ha diretto e condotto numerosi lanci di missili anti-tank contro civili e soldati israeliani”. “Nell’ambito dell’assistenza alle forze di terra impegnate nella striscia, la marina israeliana - ha proseguito il portavoce - ha colpito postazioni di lancio di missili anti-tank usate da Hamas per colpire le truppe dentro la striscia”.
Il portavoce delle forze di difesa ha reso noto che oggi Israele aprirà nuovamente la strada Salah-al-Din al traffico da nord a sud per i civili palestinesi tra le 10 e le 16. Nei giorni precedenti il corridoio è stato aperto solo per quattro ore. Ieri, ha detto il portavoce Avichay Adraee, circa 50.000 cittadini di Gaza hanno utilizzato il corridoio per dirigersi verso il sud della Striscia. “Non ascoltate quello che dicono i leader di Hamas dai loro alberghi all’estero o dai sotterranei che hanno organizzato per sé e per i loro familiari”, avverte Adraee. “Per la vostra sicurezza, spostatevi a sud, oltre Wadi Gaza”.
Jenin, 15 morti negli scontri con l’esercito israeliano
Quindici palestinesi sono stati uccisi oggi a Jenin, in Cisgiordania, nel corso di una giornata di scontri con reparti dell’esercito israeliano. Lo denuncia il ministero della Salute palestinese che, come riportano i media locali, riferisce anche di una ventina di feriti. L’agenzia QudsNews aggiunge su X che nei villaggi della zona sono stati lanciati appelli alla popolazione di confluire verso Jenin “per rompere l’assedio dell’esercito israeliano”. Manifestazioni di protesta contro l’operazione a Jenin e contro la guerra a Gaza sono state indette a Nablus, nella Cisgiordania settentrionale.
In precedenza, riporta Haaretz, le forze israeliane hanno effettuato raid aerei contro cellule armate a Jenin. Fonti locali citate dal giornale israeliano affermano che una delle persone uccise sarebbe Ayham al-Amer, identificato come un ufficiale dei servizi di sicurezza palestinesi. Le forze israeliane hanno confermato che proseguono le operazioni nel campo profughi. Scontri si sono verificati anche a Nablus e Qalqilya.
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