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Indagata anche Hamas per i fatti del 7 ottobre. Il procuratore Khan: “Porteremo avanti le indagini con determinazione nonostante il rifiuto di Israele di cooperare”

Mentre le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza continuano a “espandersi” e i raid aerei continuano a mietere vittime - quasi unicamente civili - (finora 8500 di cui oltre 3000 bambini) la Corte penale internazionale, nella persona del procuratore Karim Khan, ha fatto sapere di stare indagando Israele e Hamas per crimini contro l’umanità.
Khan si è recato domenica al valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza e ha annunciato "indagini in corso in relazione ai crimini presumibilmente commessi in Israele il 7 ottobre e anche in relazione a Gaza". L'avvocato britannico ha evocato l'immagine delle ''terribili camere a gas e dell'Olocausto, della distruzione delle città'' per chiedere ai governi di sostenere l'architettura giuridica internazionale ''costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale''. In particolare, Khan ha detto che ''non dovrebbe esserci alcun ostacolo alla fornitura di aiuti umanitari ai civili, ai bambini, alle donne e agli uomini''. Perché ''questi diritti fanno parte delle Convenzioni di Ginevra e danno origine anche a responsabilità penale quando vengono limitati dallo Statuto di Roma'', ha aggiunto. Khan ha quindi promesso che la Corte penale internazionale porterà avanti le sue indagini con ''determinazione'' anche di fronte al rifiuto di Israele di cooperare con la Cpi e al suo rifiuto di consentire l'ingresso nel Paese ai suoi investigatori. Khan ha aggiunto che la Cpi indagherà anche su quello che sta accadendo “in Cisgiordania”, dicendosi ''molto preoccupato anche per l'aumento del numero di attacchi segnalati da parte di coloni contro i civili palestinesi''.
Il mio ufficio certamente esaminerà tutte le informazioni che riceviamo a questo riguardo per garantire che la legge non sia una sorta di extra facoltativo che si può prendere e lasciare”, ha affermato. “È lì per unirci insieme e per tenerci lontani dalle porte dell’inferno e da ulteriore miseria. E questo principio si applica anche a Hamas in relazione al lancio di razzi su Israele, sia mirando ai civili, sia sapendo di non avere la sofisticatezza necessaria per evitare vittime civili”. La Cpi ha già un’indagine in corso con giurisdizione sulla Palestina che risale al 2014 e su eventuali crimini commessi sul territorio della Palestina da qualsiasi parte. “E questo include - ha spiegato il procuratore - la giurisdizione sugli eventi attuali a Gaza e anche sugli eventi attuali in Cisgiordania. Sono anche estremamente preoccupato per l’impennata, l’aumento, del numero di episodi segnalati di attacchi da parte di coloni israeliani contro civili palestinesi in Cisgiordania. Indagheremo su questi attacchi e tutti gli ulteriori attacchi dovranno cessare immediatamente”. “L’indagine sulla Palestina - ha aggiunto - è sempre stata, e rimane, un’indagine molto importante per la CPI. È un impegno che non può essere dimenticato e che viene condotto nel modo più efficace possibile”.
Il mio messaggio - ha concluso - in questo momento è coerente e l’ho dato in numerose parti del mondo. Deriva dal comune metro di giudizio della legalità che dobbiamo far rispettare e dal principio secondo cui la giustizia è un diritto di nascita di ogni bambino, un diritto di ogni civile. Il messaggio è che chiunque abbia il dito sul grilletto di una pistola o controlli un missile ha determinate responsabilità. Il mio ufficio esaminerà attentamente per vedere se tali responsabilità vengono rispettate o meno”.

Foto © Imagoeconomica

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