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I consiglieri laici della destra si astengono senza spiegarne i motivi

Il consiglio superiore della magistratura nella seduta plenaria di ieri ha deliberato, come riportato nel documento associato, la conferma per “Luca Tescaroli nell’incarico di Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Firenze con decorrenza dal 6.11.2022, disponendo l’invio della delibera al Ministero della Giustizia per i provvedimenti di sua competenza”.

Nella delibera si sono rilevati solo elementi positivi: “Nessun dato ostativo alla conferma emerge dagli ulteriori elementi esistenti presso il Consiglio Superiore” né “dagli esiti delle ispezioni ministeriali”. Non sono state neanche “formulate osservazioni critiche da parte del Consiglio dell’Ordine degli avvocati”.

“In definitiva - si legge - può affermarsi che Luca Tescaroli si è rivelato Procuratore Aggiunto di sicura competenza ed in possesso di doti organizzative che gli hanno consentito di assicurare funzionalità ed efficienza all’ufficio”.

Nonostante il parere il voto non è stato unanime: quattro membri del centrodestra, appartenenti a Fratelli d'Italia (Felice Giuffrè, Isabella Bertolini e Rosanna Natoli) e alla Lega (Claudia Eccher, avvocata penalista e consulente legale di Matteo Salvini), hanno scelto di astenersi in modo inaspettato. Non è stata fornita alcuna spiegazione per tali astensioni, probabilmente a causa della mancanza di motivi evidenti.

È forte il sospetto che i motivi possano essere altri, cioè non rientranti all’interno del perimetro della valutazione tecnica.

Quali siano per ora non è dato sapere; tuttavia è necessario ricordare come il magistrato, che indaga sui mandanti occulti delle stragi del 1993 e del 1994 insieme al collega Luca Turco, sia stato più volte bersaglio di livori da parte della politica: un esempio è in un’interrogazione del giugno scorso con la quale il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri aveva chiesto al ministro della Giustizia Carlo Nordio di disporre un’ispezione nei confronti di Tescaroli, derubricando le sue ipotesi accusatorie a “tesi politiche”.

Nel fascicolo di indagine, già archiviato e riaperto più volte, risulta indagato Marcello Dell’Utri (già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, pena scontata) e fino alla sua morte lo era anche il fondatore di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi.
Indagini che scottano e che certamente non sono gradite ad una certa parte della politica, anche dentro al Csm.

Foto © Paolo Bassani

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