
La morte a pochi giorni di distanza del boss e del Presidente Emerito, le notizie che si rincorrono e i misteri irrisolti
Hanno esalato l'ultimo respiro a pochi giorni di distanza: Matteo Messina Denaro e Giorgio Napolitano. Entrambi distanti, entrambi diversi, ma con un denominatore comune che li ha accompagnati fino all’ultimo istante della loro vita: il segreto, anzi, i segreti. Misteri occulti, indicibili, forse talmente imbarazzanti che sarebbe meglio per alcuni che non si venissero mai a sapere. Il primo, da boss stragista di Cosa nostra, è stato uno dei principali protagonisti di un attacco sanguinario che la mafia ha scagliato con lungimiranza e inaudita ferocia contro lo Stato. Il secondo, Napolitano, è stato invece eletto per ben due volte ai vertici dello Stato, mentre negli anni è stato al centro di numerosi eventi che avrebbero favorito la coltre di fumo innalzata attorno alle vicende più delicate e misteriose del nostro Paese, soprattutto quelle degli ultimi trent’anni. In particolare, il ruolo ampiamente discusso di Napolitano si sarebbe consumato nel 2013, quando, subito dopo la sua rielezione al Quirinale, ha chiesto e ottenuto la distruzione di tutte le sue conversazioni telefoniche con l’allora ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino. Una richiesta quantomeno degna di analisi e attenzione, soprattutto se consideriamo che Mancino, all’epoca dei fatti, è stato indagato per la trattativa Stato-mafia. Ma cosa ha voluto nascondere Napolitano? Cosa non sarebbe mai dovuto arrivare all’attenzione dell'opinione pubblica? Le parole incise su quei nastri riguardavano la trattativa Stato-mafia? In tal caso, cosa avrebbe potuto confermare Messina Denaro se solo avesse parlato con i magistrati prima di morire?
Di questo e molto altro si è discusso durante una delle ultime puntate di “Che idea ti sei fatto?”, il format di Byoblu che ha voluto approfondire e ricostruire sia la vita del boss stragista di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro, che quella del Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Presenti durante la trasmissione il giornalista di ANTIMAFIADuemila, Luca Grossi, l’ex senatore nonché membro della Commissione Antimafia, Mario Michele Giarrusso, e il giornalista Francesco Amodeo.
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