È ormai evidente che "la controffensiva ucraina è un fallimento totale", ha scritto il professore e sociologo Alessandro Orsini sul 'Fatto'.
La realtà dei fatti ha smentito totalmente le "previsioni ottimistiche dei falchi italiani": "Il Pil della Russia cresce; l’esercito russo è organizzatissimo e armato fino ai denti; la Cina si è stretta alla Russia; il Brics si è allargato intorno all’asse Mosca-Pechino; Putin attira nella propria orbita governi africani un tempo legati all’Europa; il regime di Putin è più saldo che mai e i suoi consensi interni sono alle stelle".
La guerra, ricorda Orsini, avrebbe potuto chiudersi nel marzo 2022, quando "Zelensky e Putin avevano chiuso un accordo che Biden e Johnson fecero naufragare".
"Perché saltò? Le ragioni sono almeno tre. La prima è che Biden aveva bisogno di tempo per consentire a Svezia e Finlandia di entrare nella Nato. Un accordo all’inizio della guerra avrebbe rischiato di compromettere un simile allargamento al confine della Russia. Gli interessi di Biden richiedevano che la guerra proseguisse scaricando l’allargamento della Nato sui bambini ucraini e i soldati di Kiev. La seconda ragione è che Biden interpreta la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan. Gli accordi con la Russia avrebbero mostrato debolezza, mentre Biden vuole impressionare la Cina con la forza. La terza ragione è che Biden aveva bisogno di tempo per assicurare la separazione dell’Europa dalla Russia. L’alleanza energetica tra Russia e Germania avrebbe messo a repentaglio l’egemonia degli Stati Uniti sull’Europa. North Stream 2 doveva terminare".
In questo contesto l'Europa "ha deciso di suicidarsi alimentando una guerra" che diventerà la sua tomba. Tutto per soddisfare i padroni di oltreoceano.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Roberto Pisana
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Alessandro Orsini: ''La controffensiva ucraina è un fallimento totale''
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