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Alla fine degli anni '89 - '90 Mariano Tullio Troia (mafioso importante condannato nel 1995 e arrestato nel 1998 ma allora incensurato, ndr) "era intimo pure con Dell'Utri, con Marcello Dell'Utri (allora manager di Publitalia, ndr), era intimo. Marcello Dell'Utri qualche volta è stato pure presente dove abita lui, perché nascono... che si conoscono da bambini con Marcello Dell'Utri...e anche...era amico...lui, poi c'era un altro che io... non mi viene in mente, un altro politico che veniva...". A riferirlo è Francesco Onorato, mafioso di Partanna Mondello, reo confesso di molti omicidi e collaboratore di giustizia.
Onorato ha poi detto di avere visto più o meno nello stesso periodo e in altre situazioni anche Stefano Delle Chiaie, riconosciuto in una foto mostratagli dai pm di Caltanissetta ma per lui un illustre sconosciuto fino all’esame del 13 settembre 2022.
Certamente si tratta di dichiarazioni di un collaboratore di giustizia non ancora riscontrate e per le quali la magistratura dovrà effettuare le dovute verifiche.
Onorato è stato ascoltato dai pm nisseni il 13 settembre 2022 nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta “pista nera” in relazione alle stragi del 1992 divenuta di pubblico dominio nel maggio 2022, quando l’inchiesta era stata rilanciata con un atto di impulso della Direzione nazionale antimafia del 2021, a seguito anche delle nuove indagini della Procura Generale di Palermo allora diretta da Roberto Scarpinato.
Dalle le 536 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, con la quale il Gip di Caltanissetta Santi Bologna ha disposto gli arresti domiciliari per Stefano Menicacci e Domenico Romeo, emerge che i pubblici ministeri pur continuando a indagare sul possibile “ruolo del fondatore di Avanguardia Nazionale, Stefano Delle Chiaie (deceduto il 2 settembre 2019), ed eventualmente di altri soggetti collegati alla destra eversiva, nella fase di ideazione e/o di esecuzione della strage di Capaci”, i pm nisseni non ritengono attendibili gli autori delle rivelazioni sul presunto coinvolgimento del suddetto Delle Chiaie. In particolare bollano come inattendibili sul punto sia il collaboratore di giustizia (deceduto anni fa) Alberto Lo Cicero e sia la sua compagna Maria Romeo.
Onorato Francesco si è detto "sicuro" di aver incontrato Delle Chiaie: "L'ho incontrato sempre da noi, nel nostro mandamento perché io difficilmente andavo da altri mandamenti, specialmente dopo la collaborazione di Masino Buscetta non si andava più in nessuna parte". "Prima c'era che uno andava a trovare a quell'altro, a quello a Partinico, a quello...Ma poi, dopo la collaborazione di Buscetta, si sono un po' ristrette le cose, anche nel parlare, la confidenza, le cose, come si parlava: 'Sai, chiddu ammazzo a quello, quello ammazzò all'altro' Poi si sono un po'...E quindi parlo io di persone che ho visto nel nostro mandamento. E...sicuramente l'ho incontrato da Troia o...o anche da...da Saro Riccobono, o qualche volta con Biondino, perché questo l'ho visto no una volta, ma tante volte". "Può essere da...da Troia, può essere con Gambino, può essere qualche volta da... a Sferracavallo con qualcuno dei Scalici, penso", ha dichiarato il pentito ai magistrati facendo anche delle date, "'83, '84, in quel periodo. Anche nell'89".
Successivamente Onorato ha parlato anche di Mariano Tullio Troia: a "differenza di altri mafiosi di rango basti pensare ai Madonia di Resuttana non aveva rapporti privilegiati con la destra (sia parlamentare che extraparlamentare), ma aveva piuttosto rapporti  trasversali con esponenti politici di ogni colore, anche appartenenti alla destra (come Lo Porto)" si legge nell'ordinanza del Gip.
Mariano Tullio Troia, secondo sempre Onorato, "era molto intimo con un certo Volo, Fabio Volo, che in quel periodo non so cosa sia successo, Salvatore Biondino mi dice che dobbiamo prendere a Volo e dobbiamo strangolarlo".
"Io con Salvatore qualche domanda in più la potevo fare, perché c'era un bel rapporto, perché avevamo fatto l'omicidio Lima" ha detto.
Onorato in questa occasione non ha ricordato ai pm di Caltanissetta il movente: secondo quanto dichiarato nel 2014 e poi il 28 aprile 2015 in aula in altro processo, Salvatore Biondino gli avrebbe chiesto di uccidere Volo perché aveva fatto degli sgarbi a Pierluigi Concutelli.
Un fatto singolare: il braccio destro di Riina aveva richiesto a Onorato, l'assassino, di eliminare un estremista nero in modo da punirlo per aver mancato di rispetto a un altro estremista nero di maggiore rilevanza. Questa situazione merita di essere verificata attentamente e giustifica un'indagine sulla presenza di connessioni tra i membri dell'organizzazione nera.

Biondino e i servizi segreti
Sulla sua figura misteriosa si sono pronunciati pochi collaboratori di giustizia. Salvatore Cancemi, capo del mandamento di Porta Nuova, lo aveva descritto come un personaggio importantissimo che aveva contatti a tutti i livelli, comprese le istituzioni e i servizi segreti. Un uomo di strategia, e nello stesso tempo feroce assassino. Onorato, ha raccontato l'episodio che lo vide protagonista nella condanna a morte del giovane poliziotto Emanuele Piazza.
Quest'ultimo collaborava in maniera riservata con i servizi segreti alla ricerca dei latitanti. Emanuele era riuscito a stringere una buona relazione di conoscenza con Onorato; condividevano infatti la passione per la boxe e spesso si fermavano a fare due chiacchiere. In una di queste occasioni passava per caso da quelle parti il Biondino che li vide. Più tardi fece chiamare Onorato e gli disse: "Ma che fai? Ti abbracci con gli sbirri?". Come facesse Biondino a conoscere il lavoro super riservato di Emanuele resta un mistero.
L'omicidio di Emanuele Piazza è avvenuto il 16 marzo 1990: a pag. 249 dell'ordinanza di custodia cautelare si dice che dalla registrazione di una conversazione di aprile 1992 si ricava che Lo Cicero, oltre che di Biondino e Mariano Tullio Troia, aveva parlato di Antonino Troia, cugino di Mariano (titolare dell'omonimo mobilificio sito in Capaci via Vittorio Emanuele n. 127), e dell’omicidio di Emanuele Piazza (ritenuto da Lo Cicero agente dei servizi segreti). Egli fu strangolato effettivamente nello scantinato del deposito di Troia. E la Procura di Palermo non ebbe alcuna notizia sull’omicidio Piazza fino al 1996, quando parlarono prima il collaboratore Giovanbattista Ferrante e poi Onorato.

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