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Si è conclusa al Dipartimento di Medicina Legale di Tor Vergata, l'autopsia su Andrea Purgatori, il giornalista morto una settimana fa a Roma. L'esame autoptico, effettuato dal Professor Luigi Marsella dell'Università di Tor Vergata, con il suo pool, e i prelievi compiuti per gli esami anatomopatologici che verranno condotti con i campioni di tessuto raccolti con la biopsia, non avrebbe evidenziato per il momento infezioni polmonari, ma l'esito potrà essere confermato solo il 6 settembre quando arriveranno i risultati dai laboratori. Secondo il pool di medici legali, nominati dal Procuratore Aggiunto Sergio Colaiocco e dal Sostituto Giorgio Orano della Procura di Roma, la morte di Purgatori sarebbe sopraggiunta per un arresto cardio circolatorio, ma le cause che l'avrebbero provocato andrebbero ricercate a "monte" sulla base dei referti clinici degli esami anatomopatologici prescritti. Nel fascicolo d'inchiesta, aperto dai magistrati inquirenti dopo l'esposto della famiglia, risultano indagati due medici per omicidio colposo. Nella relazione medico legale finale, i consulenti dovranno anche rispondere al quesito formulato dai magistrati sul decorso medico della malattia di cui Purgatori era affetto. Oggi pomeriggio in Campidoglio nella Sala della Protomoteca, ingresso Portico del Vignola, verrà aperta dalle 15 alle 19 la Camera Ardente. I funerali si terranno venerdì 28 luglio alle ore 10 nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.

Le indagini proseguono
Parallelamente a questa attività proseguono anche le audizioni dei testimoni in Procura. Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno medici e conoscenti del reporter. Tra le ipotesi avanzate, a seguito dell'esposto dei familiari, ci sarebbe quella di un'infezione, che potrebbe essere stata la causa dell'aggravarsi delle condizioni di Purgatori: una pericardite settica che, innestatasi su un quadro di fragilità fisica, avrebbe contribuito al decesso del giornalista. La pericardite è un'infiammazione della membrana del cuore che può avere tra le tante cause anche i tumori e i trattamenti radianti e Purgatori, paziente oncologico, è stato sottoposto ad una radioterapia massiccia al cervello dopo che una prima diagnosi alla clinica Pio XI aveva rilevato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. I due medici della struttura ora indagati, il professor Gianfranco Gualdi, direttore della radiologia d'urgenza del policlinico universitario Umberto I di Roma e responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe, attraverso i loro legali, si sono detti certi della correttezza del loro operato. Gualdi è un luminare: è consulente del Vaticano dal 1981 e sotto le sue mani è passato anche papa Wojtyla, dal 1977 al 2000 è stato il responsabile del servizio di Radiodiagnostica per la Roma Calcio. Anche il legale della Pio XI ha voluto precisare che presso la clinica Purgatori ha svolto "solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia". Dunque nessuna radioterapia che potrebbe essere ricollegata all'ipotetica pericardite. Con la Tac di queste ore potrebbero arrivare le prime risposte sull'eventuale presenza o meno di metastasi al cervello mentre l'autopsia mirerà a stabilire se "vi sia stato un errore di esecuzione nella concreta pratica sanitaria", ovvero se ci sia stato un errore di diagnosi e se le conseguenti cure sbagliate abbiano inciso sulle aspettative di vita del paziente.

Foto © Imagoeconomica

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