La sorella del giudice Falcone critica la direzione intrapresa da Nordio: "È una pietra tombale nella lotta alla mafia"
La pioggia di critiche che ha travolto il ministro della Giustizia Carlo Nordio non accenna a diminuire. Le parole che il Guardasigilli ha utilizzato per definire il concorso esterno in associazione mafiosa, “Un reato evanescente che va rimodulato”, hanno suscitato infatti polemiche e perplessità sia da parte dei magistrati che dalla società civile. Anche Maria Falcone, sorella del giudice assassinato il 23 maggio del ‘92 a Capaci, durante la sua intervista con il quotidiano "La Repubblica", ha criticato le parole pronunciate da Nordio, definendole “un’offesa gravissima” alla memoria di suo fratello Giovanni Falcone. "La considero un’offesa gravissima perché ricordo bene il grande lavoro di Giovanni per arrivare a questo primo passo importantissimo per poter indagare sui fatti di mafia. Fare affermazioni del genere mi porta a chiedere se Giovanni e Paolo, dopo tanto lavoro e dopo tanto dolore, siano morti invano. In tutti questi anni ho cercato di far vivere la memoria e il lavoro di mio fratello e di Paolo, sicura che questo fosse importante per la nostra società. Modificare adesso il concorso esterno significa terremotare i processi. E sarebbe un segnale negativo rispetto ai risultati raggiunti con tanti sacrifici in questi anni". Questo tipo di reato ha determinato le condanne di politici come Marcello Dell’Utri e Antonio D’Alì, entrambi con dei trascorsi in Forza Italia, entrambi condannati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa: pensato per combattere gli interessi di soggetti che amano stabilire rapporti con la mafia per raggiungere determinati obiettivi. "Mio fratello - ha ricordato Falcone - diceva sempre che la mafia non è solo composta dai famosi ‘punciuti’, coloro che firmano con il sangue il patto di appartenenza all’associazione, ma è proprio attraverso i rapporti che riesce a stabilire con tutta una fascia ambigua della società che crea la sua maggiore forza". Infatti, sulla scia di suo fratello, Falcone ha prima sottolineato l’importanza di educare per promuovere al meglio il ricambio generazionale, poi ha commentato le parole che Nordio ha utilizzato per definire questo tipo di reato evanescente. "Nordio forse non conosce, o forse non ricorda le tante sentenze della Cassazione che hanno consolidato il reato rendendolo uno strumento fondamentale per tutti coloro che indagano sulla mafia". Infine, durante la sua intervista con Repubblica, Maria Falcone ha sottolineato anche gli effetti che la modifica del concorso esterno potrebbe avere, sia sulle indagini ancora in corso che riguardano le stragi del '92 e del '93, sia sulle possibilità di individuare le convergenze che, proprio in quegli anni, avrebbero coinvolto non solo Cosa Nostra, ma anche altre organizzazioni. “Da tanti anni chiediamo una verità completa sulle stragi. Modificare adesso il concorso esterno - ha concluso - significherebbe allontanare ancora di più una verità che ci viene negata da trent’anni. Giovanni diceva che ognuno di noi deve fare la sua parte, piccola o grande che sia. Mi auguro che Nordio faccia la sua, perché anche lui deve dare il suo contributo nella lotta alla mafia”.
Foto © Imagoeconomica
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