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L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro, indagini anche in Germania. Ai domiciliari ex consigliere Enzo Sculco

A Crotone e provincia, in 43 sono finiti in manette o ai domiciliari perché accusati a vario titolo, dalla procura antimafia di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, di associazione mafiosa, associazione a delinquere semplice, truffa, estorsione, trasferimento fraudolento di valori. Nelle carte dell’inchiesta coordinata dalla Dda c’è di tutto: da come si svolgevano le elezioni in Calabria agli appalti pubblici passando per le accuse di ‘Ndrangheta. Gli inquirenti hanno dato esecuzione di misure cautelate anche in Lombardia, circa una trentina gli arresti con l’accusa di traffico di droga e armi che dall’America Latina arrivava fino ai paesi dell’hinterland. In totale sono 123 gli indagati nella maxi operazione antimafia eseguita dal Ros nelle province di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova.
Nel mirino degli investigatori del Ros, i clan dei “papaniciani” che storicamente, come ricorda La Repubblica, controllano il crotonese. L’inchiesta ha riguardato politica e pubblica amministrazione. Quindi appalti aggiustati, scambio di voti per favori, falso in atto pubblico, reati ambientali.
L’avviso di garanzia, infatti, è scattato anche l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, già in passato finito nella lente della procura di Catanzaro con l’accusa di distrazione di fondi pubblici (assolto lo scorso novembre), e l’ex assessore e deputato Nicola Adamo.


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Mario Oliverio


L'ipotesi di reato a carico di Oliverio, che è stato in carica dal 2014 al 2020 eletto col Pd, é quella di associazione per delinquere aggravata dalle modalità mafiose. Tra gli indagati ci sono inoltre gli ex assessori regionali Nicola Adamo, di 66 anni, ed Antonietta Rizzo, di 59, e l'ex consigliere regionale Seby Romeo, di 48, tutti del Partito democratico.
Ai domiciliari è finito anche l’ex consigliere regionale Enzo Sculco (che era esponente della Margherita) mentre sua figlia Flora Sculco (anche lei ex consigliere regionale) è solo indagata assieme a due dirigenti della Regione Calabria, Mimmo Pallaria (ex sindaco di Curinga e attualmente consigliere comunale e direttore generale del dipartimento Forestazione della Regione) ed Orsola Reillo. Sono indagati anche il sindaco di Rocca di Neto, Alfonso Dattolo (pure lui ex consigliere regionale) e l’ex presidente del Crotone calcio Raffaele Vrenna.
Con l’operazione nominata "Glicine akeronte" è stato sventato, scrive il gip, un "Comitato d'affari" che avrebbe organizzato un "diffuso sistema clientelare" per la gestione di appalti pubblici, ed in particolare di quelli banditi dalla Regione Calabria, ma non solo; lo smaltimento dei rifiuti e una serie di nomine ed incarichi politici.
L’inchiesta, inoltre, si è sviluppata nell'ambito di una squadra investigativa comune tra la Procura di Catanzaro e la Procura tedesca di Stoccarda. La collaborazione italo-tedesca ha consentito di svolgere, contemporaneamente ed in collegamento, le indagini nei due Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi indiziari risultanti nelle distinte attività investigative. Eurojust, attraverso il componente nazionale italiano, ha garantito un costante raccordo operativo con l'Autorità giudiziaria straniera coinvolta, oltre che mediante la costituzione della squadra investigativa comune, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento internazionale.


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Nicola Adamo


Grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, alle analisi delle segnalazioni della Banca d'Italia e alle indagini svolte in Germania, l'attività investigativa avviata nel 2018 dal Ros è stata incentrata sulla ricostruzione degli assetti, dei rapporti politico-imprenditoriali e delle dinamiche criminali della locale di Papanice al cui vertice si pone la famiglia Megna. I pm guidati dal procuratore Nicola Gratteri hanno ricostruito gli interessi illeciti degli esponenti della cosca crotonese nei settori immobiliare, della ristorazione, del commercio di prodotti ortofrutticoli e di bestiame, dei servizi di vigilanza, security e del gaming attraverso l'imposizione di videopoker alle sale scommesse e la loro gestione tramite prestanomi. I tentacoli dei Megna hanno interessato le province di Parma, Milano e Verona dove erano stabilmente attivi sodali e imprenditori operanti nel settore dell'autotrasporto, della ristorazione e del movimento terra. Ai domiciliari è finito l'imprenditore austriaco Josef Wieser, di 59 anni, che grazie alla 'Ndrangheta avrebbe ottenuto la creazione di una rete di produzione per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, approfittando della capacità economica della cosca di offrire coltivazioni estese e attrezzature, messe a disposizione sul territorio, in condizioni di mercato largamente favorevoli. I pm hanno accertato, inoltre, che la cosca avvalendosi del supporto di hacker tedeschi, sarebbe riuscita a compiere operazioni bancarie e finanziarie fraudolente sia operando su piattaforme di trading clandestine, sia svuotando conti correnti esteri bloccati o creati ad hoc utilizzando carte di credito estere e alterando il funzionamento del pos.

Foto © Imagoeconomica

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