Parla l’ex procuratrice aggiunta di Palermo sulla riforma del ministro Nordio
“Intravedo moltissimi pericoli in questa riforma. Già solo il fatto di aver eliminato l’abuso d’ufficio è un fatto molto pericoloso”. Così Teresa Principato, magistrata ed ex procuratrice aggiunta di Palermo che ha indagato anche sulla mafia trapanese e su Matteo Messina Denaro, raggiunta dai nostri microfoni a margine della presentazione del libro “Ninna nanna. Una storia d'amore e di mafia”, scritto dalla giornalista Rita Mattei (ed. All Around), promossa ieri pomeriggio a Cinisi da Casa Memoria Impastato.
Parole determinate che si aggiungono ai tanti allarmi lanciati nelle scorse settimane da vari magistrati e addetti ai lavori, come ad esempio Nino Di Matteo, Sebastiano Ardita e altri. Una riforma pericolosa che rischia di minare “le indagini su mafia e sulle pubbliche amministrazioni” aveva denunciato il sostituto procuratore nazionale antimafia Di Matteo.
“Si è vero, c’erano pochi casi, come dicono i politici a giustificazione di questa eliminazione - ha aggiunto -. Ma c’erano pochi casi perché, per le riforme che man mano hanno fatto, provare l’abuso d’ufficio era una ‘probatio diabolica’. Volevano praticamente la fotografia dell’abuso d’ufficio”. L’ex magistrata, che inquadra l’abuso d’ufficio all’interno tra i reati satellite dei reati di mafia, si è detta preoccupata. “Moltissimi reati e moltissimi fatti non saranno più punibili”, ha commentato. Che fare? “Dobbiamo arrabbiarci di fronte a tutto questo - ha risposto -. Dobbiamo lottare e far sentire la nostra voce, in qualsiasi luogo. Non possiamo subire tutto, come sta succedendo con la televisione, senza mai reagire”.
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