Capo ufficio presidenziale di Zelensky ha incontrato il G7 per la pace. Attivo anche il Vaticano e il presidente Lula
La Russia continuerà lo sviluppo della cosiddetta "triade nucleare": questa è la chiave per la sicurezza militare del Paese e per la stabilità mondiale. Ad affermarlo è stato il presidente russo Vladimir Putin intervenendo ieri pomeriggio in un incontro con i laureati delle università militari, aggiungendo che presto saranno dispiegati i missili balistici Sarmat. "Il compito più importante è lo sviluppo della triade nucleare, che è una garanzia chiave della sicurezza militare e della stabilità della Russia", ha detto il capo del Cremlino, aggiungendo che i missili balistici intercontinentali “Sarmat”, noti anche come “Satan II”, in grado di trasportare una decina di testate nucleari, saranno presto "disponibili per l'uso in combattimento". "Già circa la metà delle unità e delle formazioni delle forze missilistiche strategiche sono equipaggiate con gli ultimi complessi Yars e le truppe vengono riattrezzate con moderni sistemi missilistici con la testata ipersonica Avangard", ha detto ancora il presidente russo.
I “Satan II” fecero molto discutere già lo scorso anno quando nel mese di aprile il Cremlino stava testando il nuovo sistema missilistico “Sarmat” affermando che sarebbe entrato “in servizio nelle Forze missilistiche strategiche”. E così è stato. In 15 minuti il missile aveva percorso ben 5.450 chilometri per colpire il poligono di Kura Missile Test Range, nella regione della Kamchatka, in Estremo Oriente. Potenzialmente è in grado di scatenare dodici grandi testate termonucleari con una resa esplosiva fino a 750 kilotoni, può trasportare anche il nuovo veicolo di planata ipersonico (Hgv) Avangard, la cui alta velocità e la bassa traiettoria lo renderebbe immune all’intercettazione del sistema di scudi Thaad americano. Con una portata di oltre 18mila chilometri, il Sarmat può effettuare un volo circumterrestre e colpire obiettivi dall’altra parte del pianeta da direzioni impreviste entro un’ora ed è in grado di distruggere un paese intero come la Francia.
Sempre sul fronte delle armi, questa mattina Putin ha affermato che ci sono "sistematiche violazioni" alla Convenzione sulla proibizione delle armi biologiche. Il presidente russo lo ha comunicato in un messaggio a una conferenza internazionale sulle 'Minacce globali alla sicurezza biologica' organizzata in Russia. "Nelle attuali, difficili condizioni internazionali è molto importante preservare e rafforzare i meccanismi esistenti di cooperazione multilaterale per contrastare le varie minacce di natura biologica", ha sottolineato Putin, citato dalla Tass.
Il mandato brasiliano e la missione vaticana: Lula con Bergoglio
Mai come ora è necessario instaurare un dialogo che porti Russia e Ucraina a un accordo innanzitutto per il cessate il fuoco. In queste ore anche il presidente Brasiliano Inacio Lula da Silva si è speso per incentivare una trattativa tra le parti. “Bisogna convincere sia Zelensky che Putin a mettere fine alla guerra. Noi dobbiamo convincere entrambi che la pace e' importante - ha detto il presidente del Brasile in una conferenza stampa a Roma -. Difficile dire cosa passi nelle menti di chi e' in guerra ma entrambi pensano che possono vincere ma ci sono persone che vengono uccise per questa guerra". E ancora: "Le stesse Ucraina e Russia dovrebbero trovare attori che aiutino a trovare una via di uscita. Bisogna mettere fine a questa guerra subito". "Sono d'accordo con papa Francesco: bisogna far riunire gli attori attorno a un tavolo negoziale - ha aggiunto -. Bisogna smettere di sparare e iniziare a parlare, perché il mondo ha 800 milioni di essere umani che vanno a dormire senza avere nulla da mangiare. Non vogliamo nessuna guerra, neppure una Guerra Fredda tra America e Cina". Ed è proprio il pontefice l’altro playmaker per la trattativa di pace. Lula ha incontrato Bergoglio ieri. Un incontro che, con molta probabilità, è servito per appoggiare e rafforzare la “missione vaticana” in Ucraina. La Santa sede aveva, infatti, incaricato il Cardinale Zuppi per verificare la possibilità di instaurare una trattativa di pace tra Mosca e Kiev. Sulle prime reazioni del Cremlino alla prossima visita del Cardinale Zuppi il segretario di Stato vaticano ha detto: "Mi pare siano positive, fin dall'inizio hanno manifestato la loro disponibilità a riceverlo, adesso si tratterà di vedere a che livello sarà ricevuto e non posso prevedere i risultati di questa visita". "A Mosca c'è dunque la disponibilità a riceverlo - ha aggiunto -, non so però se da parte di Putin: su questo non saprei proprio rispondere". "Per la pace in Ucraina - ha continuato Parolin - bisogna cominciare a parlare un po' più di pace, non si deve rimanere prigionieri di una logica di schieramenti e di guerra e poi si deve offrire spazi di mediazione. Come già si sta facendo da più parti e cercare di convincere responsabili dei due Paesi che l'unica strada per costruire qualcosa di solido è quella della pace, anche mettendo in luce i disastri che la guerra provoca sul versante umanitario".
Capo ufficio Zelensky discute piano pace Ucraina con inviati G7
Ultimo, ma non per importanza, è quanto comunicato da Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi ha incontrato gli ambasciatori del G7 e di altri sei Paesi per discutere delle iniziative di pace ucraine per il conflitto con la Russia. "Il capo dell'Ufficio presidenziale Andriy Yermak ha incontrato gli ambasciatori dei Paesi del Gruppo dei Sette (G7), dell'Unione Europea, del Brasile, della Danimarca, dell'India, della Cina, del Sudafrica e della Turchia. Scopo dell'incontro era discutere ulteriori iniziative nel contesto di realizzare le iniziative dell'Ucraina per ristabilire una pace sostenibile e giusta", ha affermato la presidenza ucraina. Yermak ha insistito sul fatto che ogni punto della "Formula di pace" in dieci punti di Kiev si basa sulle norme della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Zelensky ha presentato a novembre un'iniziativa di pace in dieci punti, che comprende uno scambio di prigionieri con la Russia, garanzie di sicurezza per l'Ucraina e il ritorno ai confini precedenti al 2014. Mosca si è detta aperta ai negoziati di pace a patto che Kiev riconosca le conquiste territoriali ottenute dal lancio dell'operazione militare in Ucraina nel febbraio 2022. Questo malgrado Kiev abbia vietato ai suoi funzionari di impegnarsi in colloqui con il governo russo finché il presidente Putin sarà il presidente russo. Diversi Paesi, tra cui la Cina e un gruppo di nazioni africane, hanno definito le proprie road map per la pace in Ucraina, ma nessuna è stata approvata da Kiev o dai suoi donatori occidentali. Nel frattempo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - in un'intervista al "Corriere della Sera" a margine della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (a Londra) - ha affermato di intravedere il futuro dell’Ucraina all’interno dell’Ue.
Foto d'archivio by Ministry of Defence of the Russian Federation
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