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Zanotelli al Fatto Quotidiano: “La Chiesa deve essere critica: no alla benedizione in Duomo”

"Resto incredulo davanti alla santificazione di Berlusconi, non dovevano essere fatti i funerali nel Duomo di Milano”. Non usa mezzi termini padre Alex Zanotelli, intervistato oggi da Il Fatto Quotidiano. Nel giorno in cui vengono celebrati i funerali di Stato di Silvio Berlusconi, con la proclamazione del lutto nazionale da parte del governo, il  missionario comboniano dice la sua su questo processo di annullamento dello spirito critico che sembra aver colpito un intero Paese. Ed anche la Chiesa sta recitando il suo ruolo (figure come cardinal suini hanno evidenziato i "meriti storici" di Berlusconi per l'Italia descrivendolo come un uomo intelligente e generoso).  
"Davanti alla morte serve tanto silenzio, solo Dio ti giudicherà. Ma Berlusconi ha avuto un ruolo molto negativo nel nostro Paese - ha detto Zanotelli - Ci si dimentica dei suoi rapporti con la mafia tramite Marcello Dell’Utri, del suo legame con la P2, della mercificazione del corpo delle donne. Resto esterrefatto davanti a tanti ecclesiastici che parlano di lui. Un uomo di una amoralità terribile, che lui ha eretto a etica del popolo italiano. Abbiamo una società amorale grazie a lui".


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Silvio Berlusconi



Zanotelli ha anche evidenziato il ruolo delle televisioni nella "distruzione dei valori". 
Sulla decisione di accogliere la salma di Berlusconi in maniera solenne in Duomo a Milano. Ed anche in questo caso il prete comboniano è diretto: "Sono mortificato della solenne celebrazione di Stato in Duomo: significa esaltare un uomo, mentre dobbiamo avere il coraggio di dire quello che è stato. Altrimenti continueremo a fare della amoralità berlusconiana la nostra etica quotidiana. La Chiesa poteva risparmiarsi di accoglierlo: vuol dire benedire tutto quello che ha fatto. Tra Ruini e Berlusconi c’è stato un notevole connubio ma questa non è la Chiesa di Francesco. La Chiesa deve avere un ruolo critico: Gesù lo era stato con i farisei, con i sacerdoti nel tempio, dobbiamo avere lo stesso coraggio, altrimenti tutto passa…".


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Giuseppe Conte


E poi ancora sull'ex senatore: "Successo, soldi, donne: Berlusconi ha incarnato le aspirazioni del popolo. Pagheremo le conseguenze di tutto ciò per lunghi anni. Ha seminato bene per se stesso, ma ha distrutto i valori della gente. La mia gente in Kenya, nella baraccopoli dove ho vissuto, ha ragione ad avermi spedito in Italia e ad avermi detto: 'Converti la tribù bianca'".
La posizione di Zanotelli non è l'unica critica rispetto alla scelta di proclamare il lutto nazionale. Ieri il rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari si è ribellato, assumendosi la responsabilità, di non issare la bandiera a mezz'asta, per la morte dell’ex premier. Un'azione controcorrente mentre il grande mainstream si è mosso per portare avanti il processo di beatificazione. Così come controcorrente sono anche quei giornali e giornalisti che non rifiutano di raccontare Berlusconi per ciò che è stato, senza nascondere fatti e misfatti. "Quando muore una persona in genere si fanno le condoglianze a parenti e amici e per dire cose negative si aspettano almeno i funerali. Purtroppo con i social tutto questo è saltato e abbiamo assistito a una giornata imbarazzante di beatificazione che ha tralasciato completamente la verità dei fatti. Per questo siamo costretti a dire quello che pensiamo" ha detto ieri il direttore de Il Fatto Quotidiano, intervendndo a "Otto e mezzo" su La7. "Evitiamo l'ipocrisia - ha proseguito -. Il peggiore dei servizi che possiamo rendergli è trasformarlo nel santino che non è mai stato. Non ha mai fatto nulla per dipingersi come un santino, anche perché se lo avesse fatto non l'avrebbero votato. Sapevano che era una simpatica canaglia, perché era simpatico, e lui non ha mai fatto niente per smentirlo. Quando scrivevamo dei suoi processi sul Fatto, lui chiamava lamentandosi perché avevamo scritto che aveva i capelli finti". "Non ha fatto solo tante cose riprovevoli, ma ha anche sdoganato quei comportamenti - ha detto ancora Travaglio -. Ha proclamato che era giusto farlo e rivendicarlo, ha esaltato l'evasione fiscale alla festa della Guardia di Finanza. Sono drammi che gli sopravvivranno, una destra civile non l'avevamo con lui e non l'avremmo neanche dopo di lui. Mi spiace ricordarlo stasera, ma sono costretto a farlo perché è partita una beatificazione a dispetto del morto". Altro scandalo è stata anche la scelta di fermare le Camere per una settimana. E sul punto è giunta subito la critica del segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra: "Ma non è un po' eccessivo? Certo il cordoglio, il rispetto, i funerali di Stato. Nulla da obiettare. Ma la scelta, tutta politica, del lutto nazionale, e le Camere ferme addirittura per una settimana...Per quanti giorni avrebbe dovuto fermarsi il Paese dopo le stragi in cui furono uccisi Falcone Borsellino e le loro scorte? O dopo il rogo della ThyssenKrupp in cui morirono bruciati vivi 7 lavoratori? O di fronte alla quotidiana terribile conta dei morti sul lavoro?".
Per fortuna, ogni tanto, uscendo dagli schemi, c'è anche qualche politico che ha almeno il buonsenso. E un'azione politica di rottura è anche quella di non presentarsi oggi a Milano. Tra i pochi politici che hanno già detto che non ci saranno, scatenando ovviamente polemiche anche tra l'opposizione di governo, vi è il presidente del M5S Giuseppe Conte. Una scelta di campo netta ed uno schiaffo a quella politica ipocrita e meschina che in questi giorni non ha detto una parola sul passato di un uomo che "pagava la mafia". 

Foto © Imagoeconomica

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